Politiche sociali e lavoro, ass. Russo: “Regione austera e con progettualità. Ora tocca al Governo investire più risorse”.

Ott 4th, 2010 | Di cc | Categoria: Cronaca Regionale

“Ora che la Campania ed il presidente Stefano Caldoro hanno dato dimostrazione di grande maturità politica ed amministrativa, addivenendo alla stabilizzazione dei conti regionali attraverso il contenimento della spesa e mettendo in campo progettualità in tema di politiche sociali e lavoro, appare non più rinviabile un’assunzione di responsabilità da parte del governo nazionale, che deve farsi carico della situazione incandescente di Napoli e liberare più risorse per il sociale e l’occupazione”. Così l’assessore regionale alle Politiche sociali, Ermanno Russo, nella rubrica “In fondo, in fondo” del suo sito internet www.ermannorusso.it. “E’ questa una richiesta legittima e, per certi versi, doverosa, che proviene da una difficoltà oggettiva a pianificare ogni tipo di scelta ed amministrare quotidianamente”, continua l’esponente della giunta Caldoro.“Oramai – spiega Russo – la situazione è incandescente, la piazza è bollente e l’esasperazione cresce. Anche i tutori dell’ordine pubblico, non da ultimo il Questore di Napoli, hanno espresso nei giorni scorsi giudizi critici rispetto alle prospettive nel settore dell’occupazione. Oggi che un piano per il lavoro c’è ed è pronto per essere ufficialmente varato, bisogna sottolineare che la questione non può essere tutta in capo alla Regione, il Governo deve fare la sua parte, mettendoci innanzitutto i fondi e sapendo che le risorse non finiranno in corsi di formazione sospetti ma in iniziative finalizzate”.

Di qui l’assessore conclude: “Investire più fondi deve essere visto oggi come un riconoscimento per il lavoro finora svolto. Non un premio. Non un favore. Semplicemente, una constatazione di un trend positivo che si è riusciti a mettere in campo. Se passa questa logica, sarà più semplice spiegare ai cittadini perché sino ad oggi sono sembrate incerte alcune prestazioni, soprattutto assistenziali, e perché in taluni servizi si sono verificati dei black out, di fatto fragorosi e non preventivati. Il presidente Caldoro si è assunto l’onore di governare un’istituzione piombata nel baratro del dissesto finanziario. Ha deciso di farlo con la convinzione di poter procedere alacremente, in modo certosino, al risanamento dei conti. Ma non ci può essere risanamento senza l’accompagnamento del governo nazionale. Perché risanare non può equivalere a tagliare indiscriminatamente, pregiudicando l’erogazione dei servizi essenziali sul territorio e finendo in questo modo per penalizzare esclusivamente gli operatori, molti dei quali già precari, e talune fasce di cittadinanza di per sé penalizzate dalla vita”.

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