ELEZIONI PIU’ LONTANE? DIPENDE…
Ott 2nd, 2010 | Di cc | Categoria: Politica“Stavamo meglio quando stavamo peggio” avrà pensato Silvio Berlusconi nel momento in cui ha dovuto constatare che Fini e i suoi, più gli autonomisti di Raffaele Lombardo, erano stati determinanti per l’ottenimento della “fiducia” al suo governo. Dopo mesi di braccio di ferro, di muscoli messi in bell’evidenza anche quando erano gonfi solo di ormoni, il verdetto è arrivato. Tutto sbagliato per chi sosteneva che la maggioranza si sarebbe allargata anche con la messa in angolo di Futuro e libertà. E la domanda che un po’ tutti si fanno adesso è se quel voto di fiducia ha allontanato o meno le elezioni. Dipende…..
Dipende da come il presidente del Consiglio pensa di andare avanti nella sua azione politica. Se, cioè, diventerà il capo super partes del Pdl., avendo alleati Bossi e Fini alla pari. Oppure, vorrà continuare nel vecchio cliché: “occhio per occhio, dente per dente”, con quelli che ritiene suoi nemici. Nel secondo caso sarebbe difficile per il governo passare le idi di marzo. Nel primo, invece, ingoiando un po’ di rospi e puntando tutto, veramente, sulla “politica del fare”, potrebbe arrivare a concludere la legislatura. Ma anche a predisporre la squadra da mettere in campo tra tre anni. Bisognerà lavorare però su un terreno che l’opinione pubblica comprenda. Certo, federalismo (equo e solidale), Sud e gli altri punti del programma illustrato in Parlamento. Il filo conduttore che dovrà però accompagnare l’azione di governo non potrà non tener conto della necessità di ridurre il peso fiscale diventato insopportabile per i lavoratori e i pensionati, nonché di ipotizzare politiche che attirino investimenti e che facciano crescere l’occupazione. Su queste tematiche il confronto con le parti sociali - non posticcio o strumentale - aiuterebbe molto l’azione di rilancio del governo.
La novità della seconda fase dell’esecutivo Berlusconi potrebbe essere incentrata sull’affrontare tematiche di cui l’opinione pubblica è sensibilissima a partire, appunto, dall’occupazione. Una sfida interna agli ormai tre partiti di governo - Pdl, Lega e Futuro e libertà - per fare sintesi e partorire proposte condivise. Ma anche una sfida all’opposizione che non potrà eludere il confronto su tematiche concrete e circoscritte. Questa potrebbe essere la vera carta vincente per il Cavaliere che eviterebbe le elezioni anticipate, ristrutturerebbe il Pdl mettendo da parte i cattivi consiglieri, si preparerebbe adeguatamente alle elezioni ipotizzando maggioranze allargate al centro, senza mercimoni con singoli deputati. Soprattutto farebbe un buon lavoro per il Paese.