La difesa della politica estera italiana, l’attacco alle bugie della sinistra sulla scuola, il merito di aver risolto l’emergenza rifiuti in Campania e la sicurezza sul completamento della legislatura. In sede di replica al Senato, in chiusura del dibattito sulla fiducia all’esecutivo, il presidente del Consiglio Berlusconi controbatte punto per punto alle critiche mosse dall’opposizione e rivendica: “Oggi tutti confermano il sostegno concreto al governo”. Tutti, anche “chi ha fatto una scelta per me dolorosa di separazione” come Fli, la cui azione parlamentare sara’ portata avanti all’insegna dello spirito “costruttivo e leale di sempre”. La politica internazionale - Berlusconi difende il ruolo dell’Italia sul piano internazionale e al senatore del PD Zanda che “sembra essere contento perche’ l’Italia non sarebbe protagonista in politica estera” risponde: “Si sbaglia di grosso. L’Italia con il mio governo e’ molto ascoltata nel mondo”. Il premier ricorda l’impegno per avvicinare Usa-Russia. “Caro senatore, chieda a Putin e Sarkozy come la Russia rinuncio’ ad attaccare Tbilisi. E, prima che arrivasse a l’Aquila per il G8, dissi a Obama: non venire se non firmi il trattato sulla riduzione degli arsenali atomici con Putin. Due giorni prima del vertice Obama firmo’ il trattato e arrivo’ in Italia sollevandolo con le mani”. Quanto a Gheddafi e ai rapporti con la Libia: “non c’e’ nessun inginocchiamento da parte nostra” e rivendica: “adesso l’Italia e’ la prima partner commerciale della Libia. Una Libia che ci privilegia in tutti i lavori pubblici, che ci fornisce gas e petrolio per i prossimi 40 anni, e che ha la ‘Festa dell’amicizia’, perche’ ho avuto il coraggio di chiedere perdono per la colonizzazione di chi ci ha preceduto. Abbiamo risolto la questione coloniale e non c’e’ nessun inginocchiamento da parte nostra, ma un rapporto di amicizia tra due leader”. E sulla politica estera nota: “E’ singolare che l’azione positiva del governo sia presa a modello piu’ all’estero che in Italia, ma non ci stupisce perche’ i media sono vicini alla sinistra”. Di fronte ai brusii, Berlusconi reagisce: “Contate le copie dei giornali e vedrete che quelli vicini a noi, e forse che ci fanno piu’ male che bene, sono solo una frazione”. Le responsabilita’ della Iervolino - Dopo il suo intervento alla Camera piu’ voci dal centrosinistra hanno fatto notare come nessun accenno fosse stato fatto all’emergenza rifiuti e alla ricostruzione in Abruzzo. “Parliamo dunque di Napoli - dice Berlusconi -. Il termovalorizzatore di Acerra funziona benissimo. I problemi nascono dalla raccolta dei rifiuti, che dipende dall’amministrazione comunale”, e i problemi hanno “un responsabile - scandisce - Rosa Russo Jervolino”. Altra critica mossa riguarda i tagli alla scuola. Questa, dice ancora il presidente del Consiglio, “e’ l’ennesima bugia” e poi rivolto all’opposizione: “Avete trasformato la scuola in un enorme ammortizzatore sociale, assumendo 200 mila precari senza curarvi della qualita’ degli insegnanti e dell’insegnamento”. Amicizia con Israele - Quindi l’accenno alla polemica di giornata, dopo le affermazioni di Giuseppe Ciarrapico. “Sono sempre stato amico di Israele. I miei legami sono fortissimi. Anch’io mi sento israeliano. La visita che ho fatto ad Auschwitz, oltre all’orrore dell’Olocausto, mi ha trasmesso un sentimento di solidarieta’ incancellabile tale che da allora mi sento istraliano. Tutelare questi valori - dice ancora il premier, ricordando di aver piu’ volte chiesto di aprire le porte dell’Ue a Israele - e’ difendere i nostri valori e trasmettere alle generazioni future un messaggio di liberta’ e democrazia per una societa’ di pace e benessere”. Energia - ”Stiamo uscendo meglio di altri dalla crisi anche se abbiamo ereditato dei ritardi nel sistema Paese e abbiamo ereditato dal passato un debito pubblico che ci costa il doppio di quello degli altri Paesi. Le nostre imprese poi spendono di piu’ perche’ pagano un prezzo maggiore per l’energia visto che noi abbiamo abbandonato il nucleare a causa degli ecologismi della sinistra”. “La Francia produce l’87% di ciò che consuma attraverso centrali sicurissime, tanto che quando il governo decide di posizionarne una in una determinata area le altre zone che potevano aspirare ad averla scendono in campo pretendendo di avere una centrale, perché essa porta lavoro ed è assolutamente sicura. Quando un nostro prodotto esce da una fabbrica dove il costo dell’energia è del 30% superiore a quello dei concorrenti negli altri Pesi, esso può difficilmente avere un prezzo competitivo”.
Governo e maggioranza – In seguito, ai giornalisti che gli chiedono se l’esecutivo procederà per altri tre anni, il Premier replica con sicurezza “Sì, sì, va avanti, naturalmente”.
Conta la maggioranza più ampia di sempreLa democrazia si basa sui voti e sui numeri, e voti e numeri dicono una verità innegabile: in questo passaggio giudicato da tutti cruciale, il governo di Silvio Berlusconi ha ottenuto sia alla Camera sia al Senato la maggioranza più ampia di tutta la sua storia. Trecentoquarantadue voti a Montecitorio, rispetto ai 335 che ottenne il 14 maggio 2008 all’atto del suo insediamento. E 174 voti a palazzo Madama rispetto ai 173 del 15 maggio 2008, sempre dopo il discorso di insediamento. Da qui si riparte, tutto il resto sono solo ipotesi e chiacchiere più o meno in buona fede. Si dirà che si è costituito all’interno del centrodestra un nuovo gruppo parlamentare, quello di Fli, e che alla Camera questo gruppo sarà in grado di esercitare una sorta di diritto di veto, come il Ghino di Tacco di craxiana memoria. Ma Fli ha votato, per di più con un proprio documento, sia la fiducia al premier sia i cinque punti di programma da lui enunciati. Noi non crediamo che Fli vorrà e potrà smentire se stesso e venire meno a questa fiducia. Pensiamo, per dirla con Berlusconi che “i finiani saranno leali”, e che dunque appoggeranno in pieno le riforme e l’azione di governo: governo del quale, peraltro, alcuni esponenti di Fli fanno parte. Ma non solo. Una maggioranza così ampia non solo legittima in pieno Berlusconi quale leader del centrodestra e premier del governo, ma vincola tutti coloro che hanno votato la fiducia ad un mandato preciso: dare corso all’impegno preso pubblicamente, in Parlamento e davanti all’opinione pubblica, sull’azione dell’esecutivo ed in particolare sui cinque punti che saranno al centro del proseguimento della legislatura. E dunque tasse, federalismo, Mezzogiorno, sicurezza e giustizia. Nessuno di questi punti potrà essere eluso, e nessuno potrà venire meno alla responsabilità che si è assunto. Se tra le pieghe di questa maggioranza, come insinuano alcuni, si celano dei secondi fini e l’obiettivo di logoramento del governo, beh, il gioco risulterà fin troppo facilmente scoperto. E chi ci proverà dovrà inevitabilmente risponderne. Anche per questo non riteniamo che accadrà, e pensiamo che sia invece da prendere sul serio la buona fede di tutti. Alla stessa maniera non si capisce la logica dell’opposizione. Nel momento in cui Berlusconi ottiene il proprio più ampio risultato numerico, ed amplia la propria base parlamentare, la sinistra in pieno declino e la variegata e velleitaria area centrista affermano che siamo addirittura all’ “implosione del centrodestra”, e ovviamente anche alla “fine del berlusconismo”. Se tutte le implosioni sono così, bisogna augurarsene molte. Come sempre l’unico e più vero giudice di ciò che accade sono gli elettori. In questi giorni hanno assistito alla presentazione in Parlamento (dunque nella sede più propria) di un rinnovato programma riformista di governo da parte del premier che hanno eletto. E hanno verificato che su quel programma c’è stata una larghissima convergenza. Se nei prossimi mesi qualcuno verrà meno alla parola data non si potrà logicamente che tornare alle urne. Senza alcuna ipotesi intermedia. E non è difficile capire, già fin da ora, se a rimetterci sarà chi ha sempre lavorato per il Paese, e su questo ha messo la faccia, o chi ha detto una cosa pensandone un’altra. La differenza tra lealtà e slealtà, tra chi fa e chi parla, tra chi pensa al governo e chi ai partiti, esiste, eccome, e la gente la capisce al volo.