CAMPANIA, ALLARME DELLE PICCOLE IMPRESE: “TROPPE TASSE, RISCHIAMO DI CHIUDERE”

Apr 6th, 2009 | Di cc | Categoria: Economia
Alzare la voce per continuare a vivere. Un’esigenza, quella delle piccole imprese campane, che va di pari passo alla recessione economica che sta affliggendo il Paese. Una fase che ha costretto lo scorso anno a chiudere i battenti a ben 820 aziende a fronte delle 400 nate nei primi mesi del 2009. Imprese affossate dalla crisi che ha coinvolto tutti i settori dell’economia, ma soprattutto dalle tasse che per ogni imprenditore campano sono circa venticinque. L’Associazione Mediterranea Piccole Imprese (Ampi), ieri al convegno organizzato nella sede dell’emittente campana Canale 21, ha chiesto un tavolo di concertazione con le istituzioni locali per chiedere l’abbattimento biennale delle tasse fino al cinquanta per cento, la rivisitazione della legge “Basilea 2” che agevolerebbe nell’erogazione dei crediti solo le grandi imprese, ed in particolare una riduzione della Tarsu per quelle già messe a dura prova dall’emergenza rifiuti. «Altrimenti le tasse andassero a trovarle dove vogliono, perché tra un po’ saremo costretti a chiudere definitivamente le nostre imprese - tuona il coordinatore di Ampi Napoli, Vincenzo Riccio – Chiediamo che entro la prossima settimana venga instaurato un tavolo di concertazione per capire quali sono i piani che la politica locale intende adottare per le piccole imprese. Dal canto nostro proporremo di abbattere le tasse di almeno il 50 per cento per un paio d’anni, il tempo di ridare ossigeno alle nostre aziende». Una legge quadro per l’apertura delle imprese «è auspicabile», secondo il presidente nazionale dell’Ampi, Marco Mariano, il quale chiede che «le aziende vengano valutate in base ai bilanci preventivi delle entrate e non solo in base ai redditi» per favorire gli imprenditori locali: «Il quadro politico competente è rivoluzionato – riflette Mariano – e c’è una difficoltà nell’individuare i referenti politici nella nostra regione che abbraccino le nostre richieste». Una classe politica «sorda», dunque, ma anche «una riduzione del credito del 50 per cento da parte delle banche ha fatto sì che le imprese senza rating non possano disporre di prestiti agevolati», sottolinea il consulting financing dell’Ampi Vincenzo Giordano. «L’efficienza delle pubbliche amministrazioni è lo strumento indispensabile per far competere le piccole imprese – ragiona a voce alta l’onorevole del Pdl Paolo Russo – mi sembra però che in questa Regione, e soprattutto in questa città, tutto questo sia assolutamente distante dal sentire comune. Si creano situazioni paradossali come per i rifiuti, che non consentono ai nostri imprenditori di competere sui mercati, ma d’altronde a questo problema è stata aggiunta una supertassa, la Tarsu, che rende ancor più difficile la competitività».
Davide Gambardella

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