La Parola di oggi

Set 24th, 2010 | Di cc | Categoria: Religione

PREGHIERA DEL MATTINO
Ogni mattina è come una finestra aperta sull’ignoto. Noi abbiamo, certo,
dei progetti, delle speranze e dei sogni da realizzare in questa parte
di vita che è una giornata. Tuttavia resta una parte importante di ignoto
e di inatteso. Noi ti preghiamo, Signore, toglici quest’angoscia di
fronte all’ignoto, al futuro, e dacci la forza di porre tutta la nostra
fiducia in Dio.

PRIMA LETTURA (Qo 11,9- 12,8)
Ricordati del tuo creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che
ritorni la polvere alla terra e lo spirito torni a Dio.
+ Dal libro del Qoelet
Sta’ lieto, o giovane, nella tua giovinezza, e si rallegri il tuo cuore
nei giorni della tua gioventù.
Segui pure le vie del tuo cuore e i desideri dei tuoi occhi.
Sappi però che su tutto questo Dio ti convocherà in giudizio.
Caccia la malinconia dal tuo cuore, allontana dal tuo corpo il dolore,
perché la giovinezza e i capelli neri sono un soffio.
Ricordati del tuo creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che
vengano i giorni tristi e giungano gli anni di cui dovrai dire: “Non ci
provo alcun gusto”, prima che si oscuri il sole, la luce, la luna e le
stelle e ritornino le nubi dopo la pioggia; quando tremeranno i custodi
della casa e si curveranno i gagliardi e cesseranno di lavorare le donne
che macinano, perché rimaste in poche, e si offuscheranno quelle che
guardano dalle finestre e si chiuderanno le porte sulla strada; quando
si abbasserà il rumore della mola e si attenuerà il cinguettio degli
uccelli e si affievoliranno tutti i toni del canto; quando si avrà paura
delle alture e degli spauracchi della strada; quando fiorirà il mandorlo
e la locusta si trascinerà a stento e il cappero non avrà più effetto,
poiché l’uomo se ne va nella dimora eterna e i piagnoni si aggirano per
la strada; prima che si rompa il cordone d’argento e la lucerna d’oro
s’infranga e si rompa l’anfora alla fonte e la carrucola cada nel pozzo
e ritorni la polvere alla terra, com’era prima, e lo spirito torni a Dio
che lo ha dato.
Vanità delle vanità, dice Qoelet, e tutto è vanità.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 89)
R. Donaci, o Signore, la vera sapienza.
Tu fai ritornare l’uomo in polvere
e dici: “Ritornate, figli dell’uomo”.
Ai tuoi occhi, mille anni
sono come il giorno di ieri che è passato,
come un turno di veglia nella notte. R.
Li annienti: li sommergi nel sonno;
sono come l’erba che germoglia al mattino:
al mattino fiorisce, germoglia,
alla sera è falciata e dissecca. R.
Insegnaci a contare i nostri giorni
e giungeremo alla sapienza del cuore.
Volgiti, Signore: fino a quando?
Muoviti a pietà dei tuoi servi. R.
Saziaci al mattino con la tua grazia:
esulteremo e gioiremo per tutti i nostri giorni.
Sia su di noi la bontà del Signore, nostro Dio:
rafforza per noi l’opera delle nostre mani. R.

CANTO AL VANGELO (2Tm 1,10)
R. Alleluia, alleluia.
Il Salvatore nostro Gesù Cristo ha vinto la morte
e ha fatto risplendere la vita per mezzo del vangelo.
R. Alleluia.

VANGELO (Lc 9,43-45)
Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato.
Avevano paura a rivolgergli domande su tale argomento.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre tutti erano pieni di meraviglia per tutte le cose
che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: “Mettetevi bene in mente queste
parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato in mano degli
uomini”.
Ma essi non comprendevano questa frase; per loro restava così misteriosa,
che non ne comprendevano il senso e avevano paura a rivolgergli domande
su tale argomento.
Parola del Signore.

OMELIA
Cristo annuncia agli apostoli la Passione: “Mettetevi bene in mente
queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato in mano
degli uomini”. All’annuncio di questa disgrazia, gli apostoli restano
senza parole: “Avevano paura a rivolgergli domande su tale argomento”,
dice l’evangelista. L’oppressione, la persecuzione dei giusti, la loro
morte risulta sempre incomprensibile. Eppure questa ingiustizia è sempre
attuale.
Per le nostre origini, per la creazione, noi siamo tutti fratelli,
creature e figli dello stesso Padre, chiamati ad un alto destino, poiché
l’uomo è la corona della creazione. Come accettare allora che l’uomo
possa diventare un pericolo per il proprio fratello? “Homo homini lupus”,
dicevano gli antichi, cioè l’uomo è lupo per il suo simile.
Quando si disprezza l’uomo fino a perseguitarlo e a minacciarlo di morte,
si nega la creazione, si disonora la parola di Dio. Rinnegando un
fratello, l’uomo rinnega la sua dignità di uomo. È un tradimento del
proprio destino.
Cristo, Figlio di Dio - e nostro fratello - è venuto fra noi per
correggere questa grave corruzione dei rapporti interpersonali. Egli
accetta le sofferenze della croce per riparare l’offesa a Dio, arrecata
da questo grave attentato alla sua creazione e per darci l’esempio
supremo dell’amore fraterno dando la vita per i fratelli.
Insegnamento ed esempio: alla violenza Cristo oppone la dolcezza, alla
collera la sopportazione, all’odio l’amore, alla morte la vita.
Il Padre ha manifestato il suo amore tramite la creazione e nella
creazione. Il suo amore è la garanzia stessa della vita. Il Figlio, per
amore, è divenuto solidale degli uomini. Dio è amore e carità. Con questo
duplice impegno il Figlio ha riscattato l’uomo caduto e ha rinnovato la
vita, facendo il bene, ovunque sia passato nella sua vita terrena.
La sofferenza del povero, per lo più provocata dall’uomo, resta sempre
inammissibile ed incomprensibile, ed anzi intollerabile. In questo ambito
si impone un cambiamento radicale. L’ispirazione ci deve venire
dall’insegnamento e dall’esempio di Cristo. Anche a costo di sacrifici.
Certo, ciò richiede un certo superamento di se stessi, un superamento
dell’umano. L’inno alla carità cantato da san Paolo può darcene precise
indicazioni.
Ogni infelice mediti su Geremia. Questo profeta deve dare l’esempio di
un uomo che, colpito dalla sofferenza, è spinto a ribellarsi contro Dio,
ma che finisce poi per abbandonarsi a colui che solo allora, tramite la
sofferenza, egli giunge a conoscere.

PREGHIERA DELLA SERA
È bene ricordarci delle parole di un canto parrocchiale: “Se la speranza
ti ha fatto avanzare più della paura, avrai gli occhi aperti. Allora,
potrai resistere fino al sole del nuovo giorno”.
Un detto popolare assicura che dopo ogni inverno arriva la primavera, o
che dopo il venerdì santo c’è sempre una Pasqua… Concedimi, Signore,
questa speranza perché, in mezzo alle prove e alle sofferenze, i miei
occhi non ti abbandonino mai e possano vedere il tuo sole e la tua
grazia.

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