Italia-Egitto insieme per la pace

Set 24th, 2010 | Di cc | Categoria: Esteri

Berlusconi e Mubarak insieme per la pace. I due leader si sono incontrati a Palazzo Chigi e ancora una volta hanno messo al servizio l’amicizia che li lega e le relazioni che hanno nel mondo mediorientale per dare un contributo ai negoziati in corso tra Israele e i palestinesi.  Le trattative sono entrate in una fase cruciale. A condurre i “giochi” è il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che ieri alle Nazioni Unite ha dato atto ai leader di Israele, Benjamin Netanyahu, e dell’Autorità palestinese, Abu Mazen, di avere affrontato con coraggio i primi due round negoziali con l’obiettivo di raggiungere un accordo storico. Ma le mine sul percorso sono ancora tante. La prima ha una scadenza precisa ed è il prossimo 26 settembre, domenica, quando scadrà la moratoria israeliana sui nuovi insediamenti ebraici. Pare improbabile che Israele possa accettare di prorogare la moratoria in toto. Ne andrebbe della stessa sopravvivenza politica di Netanyau come premier israeliano.  Tuttavia, un compromesso sembra possibile come rivelano fonti di Tel Aviv citate oggi anche dalla France Press. Ed è in questo delicato momento che si inseriscono gli sforzi congiunti degli “amici” Berlusconi e Mubarak.  Il presidente egiziano ha ospitato a Sharm El Sheik il secondo round negoziale ed esercita sui palestinesi e in Medio Oriente un’influenza forte e diretta. Berlusconi può vantare, dal canto suo, la coincidenza unica di essere il leader di un Paese occidentale con eccellenti rapporti sia con Israele, sia con i palestinesi e l’intero mondo arabo. Ecco perché l’incontro di ieri a Palazzo Chigi non è stato soltanto un pro forma, non è stata solo una passerella romana del presidente egiziano. Il colloquio fra i due leader è durato a lungo e si è concentrato soprattutto sui progressi in Medio Oriente.  L’Italia in questo modo si conferma ancora una volta punto di snodo in Europa dell’impegno internazionale per la pace, com’è stata in tutti questi anni per via della politica di amicizia con tutti i protagonisti del conflitto mediorientale. L’ambasciatore di Israele, Gideon Meir, in un’intervista al Riformista ha confermato che l’Italia è “il miglior amico di Israele nel mondo”.  E Mubarak ha confermato che in seguito all’incontro avuto con Berlusconi (ma anche con Angela Merkel e Nicolas Sarkozy) si è rafforzato nella convinzione che il Quartetto (Usa, Russia, Ue, Onu), i Paesi europei e la comunità internazionale devono attivarsi a sostegno del processo di pace”.  Berlusconi a sua volta si è complimentato con Mubarak per “il lavoro importante che sta facendo in direzione della pace e gli ho garantito che anche io cercherò di intervenire con gli amici israeliani e con i miei colleghi della UE”. La continuazione del negoziato è appesa a un filo. Berlusconi è tra coloro che possono intensificare i loro contatti (il Presidente del Consiglio si è impegnato a farlo da subito) per mediare tra le posizioni israeliane e quelle palestinesi sui temi più scottanti e con ciò Palazzo Chigi può fornire anche un contributo allo stesso Presidente Obama che già in passato gli ha riconosciuto l’esperienza e la capacità di leadership nelle vicende internazionali.  L’Italia, infatti, non è direttamente impegnata nel processo di pace. Ma lo è indirettamente come membro della UE (a sua volta parte del Quartetto) e lo è politicamente per via di un grande sforzo dell’intera comunità internazionale in vista della pace (o, quanto meno, per scongiurare l’interruzione del dialogo). A dimostrazione che in politica estera il governo italiano e personalmente il suo Presidente del Consiglio sono, anche in Medio Oriente, protagonisti.  

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