Gli elogi al Premier dall’estero
Set 18th, 2010 | Di cc | Categoria: Esteri
Ieri quel “Je n’oublierai jamais”, “Non lo dimenticherò mai” di Nicolas Sarkozy, ringraziamento speciale a Silvio Berlusconi per l’appoggio in sede europea sulla questione dei rom. Appoggio alla Francia che tra l’altro si è portato dietro Repubblica Ceca e Ungheria, facendo sì che il problema dell’immigrazione venga posto all’ordine del giorno di uno dei prossimi summit come priorità della Ue. Pochi giorni fa le attenzioni speciali di Vladimir Putin e Dmitri Medvedev per la situazione politica italiana, accompagnate dall’augurio che si prolunghi la stabilità garantita dall’attuale governo. E ancora in questo mese di settembre la pubblicazione delle memorie di Tony Blair, con il tributo a Berlusconi: “Nell’agosto precedente, quello del 2004, gli avevo fatto visita nella sua casa in Sardegna. L’Italia era uno dei protagonisti fondamentali. Mi aveva domandato fino a che punto fosse importante per noi ottenere le Olimpiadi. ‘Molto’ gli avevo risposto. ‘Molto?’. ‘Molto’. ‘Sei mio amico’ aveva detto Berlusconi, ‘non ti prometto niente, ma vedrò che cosa posso fare’. Questo comportamento è tipico di Silvio ed è per questo che lo ammiro. Quasi tutti i politici promettono, ma poi non combinano nulla. Lui non aveva promesso, aveva agito”. Ma proseguiamo. Il Corriere della Sera ha appena pubblicato, relegandolo nelle pagine interne, un editoriale dell’ex ambasciatore degli Usa a Roma, Ronald Spogli: “L’Italia non è più un peso piuma sullo scacchiere internazionale”. Parole ben diverse da quanto dichiarato dall’inviato di Barack Obama, David Thorne, quando giunse in Italia nel 2009: “Il vostro Paese deve cambiare la politica energetica”. Il governo ha proseguito dritto per la propria strada, benché alleato di ferro degli Stati Uniti. Ed anche Obama ha preso atto della coerenza di Berlusconi: “La tua leadership è più salda che mai”, ha dichiarato al G8 dell’Aquila; e dopo nuovamente per ringraziare dell’impegno in Afghanistan. Ora il tributo del diplomatico repubblicano, che fu nominato da Bush. Il quale Bush, al termine del proprio secondo mandato, volle ricordare la “speciale amicizia con Berlusconi”. Insomma, nel mondo i governi cambiano, ma la stabilità e la coerenza di questo esecutivo italiano, e di Berlusconi restano. E contribuiscono a dare all’Italia il record di Paese affidabile, ed a Berlusconi quello di premier leale. Qualcuno dovrebbe meditare su questi riconoscimenti: normalmente però il nostro apparato mediatico preferisce un provincialissimo autolesionismo. Ci si chiede ogni due minuti: che diranno di noi all’estero? E giù a telefonare a qualche compiacente amico corrispondente, per dettargli la versione di comodo. Bene, ciò che dicono all’estero di noi e di Berlusconi è nelle parole, ufficiali, dei grandi leader mondiali. Eppure molti nostri commentatori sono anche colti dalla nostalgia della prima repubblica: “Eh, altro stile a quei tempi…”. Sì, certo: infatti Henry Kissinger nelle sue memorie ricorda i suoi incontri con Aldo Moro – sia detto con tutto il rispetto – e di come i discorsi dell’allora capo di governo risultassero del tutto incomprensibili. Anzi, una volta Moro si addormentò in pieno incontro con i vertici Usa. Altro stile, per alcuni, anche quello di Romano Prodi. Sennonché l’ex premier dell’Ulivo e dell’Unione, giunto alla presidenza della commissione di Bruxelles come “Mr. Clean” perché doveva fare pulizia delle precedenti gestioni, ne usci tra gli imbarazzi e l’ostilità di tutti i governi europei, non rimpianto da nessuno. E questo è il massimo esponente della sinistra che sia stato a palazzo Chigi negli ultimi anni! Con Berlusconi la musica è cambiata. A lui e all’Italia viene riconosciuta coerenza e lealtà personale, e stabilità politica. Ma soprattutto importanza sulla scena mondiale. Tutto ciò lo sa benissimo anche la nostra classe dirigente giornalistica. Peccato che vadano a dirlo ad un quotidiano spagnolo e ad uno svizzero. Non importa. Ciò che conta, come sempre, è il giudizio degli elettori: che vedono e capiscono benissimo. Come Obama, Bush, Sarkozy, Tony Blair, Putin.
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ñïàñèáî çà èíôó!!…