Sagra della Miseria – Campoli Appennino IV edizione

Set 17th, 2010 | Di cc | Categoria: Spettacoli e Cultura

Due aringhe appese all’ingresso del paese sono l’inconsueto benvenuto che Campoli Appennino riserva ai “sofisticati” gourmand che, a migliaia, ogni anno, si riversano nello splendido paesino del frusinate costruito a  ferro di cavallo intorno al “Tomolo”, affascinante dolina carsica a ridosso della catena degli Appennini sul versante laziale del Parco Nazionale d’Abruzzo. E’ così, con un gesto d’altri tempi, che ci si accosta alla Sagra della Miseria, appuntamento fra i più particolari dell’enogastronomia “povera” italiana. Quelle due aringhe, appese a testa in giù, sono il simbolo e il richiamo più forte ai tempi che furono, tempi di stenti, tempi di magra, tempi in cui bisognava inventarsi ogni escamotage per poter mangiare. Quando mangiare significava mangiare per sopravvivere.  Insomma, al visitatore che il 18 settembre arriverà a Campoli Appennino per la 4° Sagra della Miseria, saranno consegnate due fette di pane che dovrà strofinare, senza esagerare, perché anche altri devono mangiare, sulle aringhe. È il cibo dei poveri, ma ricchi di ingegno: pane strofinato sull’aringa. Prova che l’odore, unito alla fantasia, può persino sfamare in tempi di crisi.  Un neorealismo enogastronomico che si declina passo dopo passo lungo i vicoli del paese allestiti, per l’occasione con i cibi più poveri, ma anche più veri, della tradizione locale. E allora: via alle minestre e alle zuppe più semplici e saporite, ai piatti che abbiamo sempre sentito raccontare ma non abbiamo mai potuto assaggiare, sapori antichi e straordinari. Si parte con il pane fatto con la farina di ghiande e quello, invece, preparato con il mais. E ancora la “simm’la cotta” meglio conosciuta come crusca, la “fr’ cuttata” frittata con cipolla, zucchine e patate,  polenta e spuntature, pecora della Transumanza, tacconelle e fagioli, le gustose polpette di melanzane e le più “ruvide” cotiche e facioli, perché del maiale, come si sa, non si buttava via nulla. E ad accompagnare il tutto “Cr’spèll ch’l’mèl’ e ficura se’” crespelle con il miele e i fichi secchi. Sabato 18 settembre, in occasione della sagra, ci sarà l’inaugurazione dell’Area Faunistica Dell’Orso Bruno Marsicano, che si sviluppa su una superficie di oltre 15 ettari di bosco, sui cui bordi si snoda il paese, qui saranno introdotti due esemplari dell’ultimo patriarca dell’Appennino, ammirabili dal balcone naturale di Piazza Umberto I.   Campoli Appennino è raggiungibile in soli cinquanta minuti da Roma, la festa è stata allestita nel vecchio Borgo San Giacomo fino in Piazza Umberto dove le massaie lavoreranno alla rievocazione.

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