Blair su Berlusconi: è unico e leale. Mantiene la parola data
Set 14th, 2010 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale
Consigli utili per una sinistra che voglia tornare a vincere e a governare; considerazioni controcorrente sulla crisi finanziaria; stima, elogi e apprezzamenti all’indirizzo del premier Silvio Berlusconi. E’ quanto emerge da due interviste (Corriere della Sera e Sole 24 Ore) all’ex premier britannico Tony Blair, a pochi giorni dall’uscita del suo libro di Memorie (”A Journey”). In un passaggio del libro, Blair spiega i motivi per cui “ammira” Silvio Berlusconi. Motivi che ribadisce nell’intervista. Spiega che la “naturale tendenza” della stampa e’ di “collocare gli uomini politici in categorie facilmente riconoscibili” e che “ci sono opinioni convenzionali su come debba essere un leader, ma - aggiunge - Silvio non ha assolutamente niente del politico convenzionale. E’ unico. La conseguenza e’ che chi non si capisce finisce per non piacere. Io vado d’accordo con lui perche’ e’ diretto e leale alla parola data. L’ho sempre detto, a tutti. Ed e’ il motivo per cui ci intendiamo”. Blair torna inoltre a porre l’accento sull’importanza, anche ai massimi livelli della politica internazionale, dei rapporti personali tra i leader: Berlusconi e’ “obiettivamente divertente e nella politica e’ importante anche potersi rilassare. Non mi dimentichero’ mai quando prima o dopo una conferenza stampa, credo a microfoni chiusi, mi disse: ‘Se tu fossi una donna mi innamorerei di te!’. Nessun primo ministro al mondo direbbe una cosa genere, ovviamente scherzando. La politica puo’ essere mortalmente noiosa, ma se incontri un personaggio di quel calibro almeno si sorride”. L’ex inquilino del numero 10 di Downing Street ha le idee molto chiare sulla malattia che affligge le sinistre europee - italiana e britannica comprese - impedendo loro di vincere e governare: “La sinistra vincera’ quando decidera’ di voler vincere. Deve fare una sola cosa: analizzare il mondo come il mondo e’ oggi, non com’era, o come vorrebbe che fosse, o come avrebbe voluto che fosse stato. Valuta il mondo com’e’ e troverai le risposte giuste. E’ ricetta buona per tutti: i partiti progressisti vincono quando sono all’avanguardia nel capire il futuro, sono sconfitti quando diventano una brutta copia dei conservatori. Quelli con la ‘c’ minuscola”. Al Corriere spiega che nel nuovo secolo “si tratta di giudicare in termini di giusto o sbagliato, non destra o sinistra”. “Nessuna impostazione ideologica”, dunque, e se la sinistra arretra in Europa e’ “perche’ di fronte alle incertezze del presente difende l’immobilismo. Il dovere della sinistra - sottolinea - e’ quello di sostenere i mutamenti, non rifiutarli e resistere”. Un esempio concreto di quanto sta sostenendo Blair lo ravvisa nella reazione della sinistra alla crisi economica, dopo la quale tutti pensavano che potesse tornare ad avanzare in Europa. “Quando la crisi finanziaria ha colpito - ricorda Blair - a sinistra c’e’ stato un sentimento forte contro le logiche di mercato e molti si sono anche fatti scappare un ‘finalmente’. Ma l’opinione pubblica no. Il problema di Gordon e di molti altri - spiega l’ex premier britannico - e’ stato credere che lo stato fosse tornato di moda, che le politiche sarebbero andate nella direzione pubblica e l’elettorato automaticamente a sinistra. Non poteva succedere perche’ i cambiamenti sociali avvenuti prima della crisi sono sopravvissuti alla crisi. Gli elettori sanno che parte del mercato ha fallito, si arrabbiano, ma non credono che la risposta sia lo Stato”. “La mia idea - spiega Blair al Corriere - e’ che se alla gente tu presenti la scelta fra uno Stato burocratico invasivo e uno Stato agile minimo, la gente opta per lo Stato minimo. Ma c’e’ una terza via: quella di uno Stato attento alla giustizia sociale, regolatore e riformatore. Ed e’ quella per cui mi batto”.
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