Economia: più crescita per il mattone
Set 10th, 2010 | Di cc | Categoria: Politica
Riparte il mattone. Quello che è considerato uno dei parametri economici più sensibili e indicativi dell’andamento di una economia, ripresa o “ripresina” che dir si voglia, è tornato in territorio positivo nel primo trimestre dell’anno: crescita del 2,3% delle compravendite immobiliari e – dato forse più importante – un balzo del 13,7% del numero dei mutui. Il rinnovato interesse degli italiani per il mattone è certificato dall’ultimo rapporto Istat. L’impegno finanziario per la casa è la decisione più onerosa che possa prendere una famiglia, è indicativo di un recupero di fiducia nel futuro, una convinzione che è stata ed è il motore degli atti del governo Berlusconi nell’affrontare la crisi e adesso la ripresa. Quel +2,3% riferito al numero dei rogiti rappresenta –a giudizio degli osservatori- il primo, serio segnale di inversione di tendenza, dopo tre anni consecutivi di calo dei volumi di vendita: -4,7% nel 2007, quasi meno 15% nel 2998 e un altro calo dell’11% nel 2009, con labili cenni di ripresa nell’ultimo trimestre. Gli operatori immobiliari segnalano crescente interesse degli acquirenti: i prezzi non sono in ripresa (il calo in Italia è stato minore che altrove, attorno 15-20%), ma Confedilizia prevede che rialzino moderatamente la testa entro fine anno. Che la grande paura sia ormai alle spalle lo indica soprattutto il dato sui mutui, la cui crescita oltre il 13% testimonia senza dubbio della riconquistata fiducia da parte delle famiglie, che scelgono di impegnare una forte fetta del reddito presente e futuro per acquistare casa. La pensano così gli operatori più accreditati, a partire dall’ufficio studi Gabetti. Mentre dal Codacons (nei paraggi di Di Pietro) arriva la tesi francamente bizzarra secondo la quale l’aumento del numero di mutui sarebbe “non un segnale di ripresa, ma un indice della crisi in atto, dovuto ai bassi tassi di interesse”: come dire che – se uno non ha soldi e non crede nel futuro – la prima cosa che fa non è “tirare la cinghia” ma entrare in banca e comprarsi una casa da duecentomila euro. La verità è che i tassi dei mutui viaggiano da tempo a livelli minimi. Sono lontani i picchi che misero in crisi molte famiglie, a favore delle quali il governo intervenne presso le banche ottenendo la sospensione e l’allungamento delle rate per quanti non ce la facevano. Il calo dei prezzi delle case è poi in atto da tre anni. Il fatto che solo ora e a partire dall’ultimo trimestre 2009 si segnali un consistente ritorno alla spesa e all’impegno finanziario sul mattone è fortemente indicativo di un recupero della fiducia delle famiglie, di buon auspicio anche per una ripresa generalizzata dei consumi. Quando passa la paura di spendere è una buona notizia.