Al Positano Myth Festival la “politica senza miti” secondo Ermete Realacci

Set 5th, 2010 | Di cc | Categoria: Cronaca Regionale

E Sonia Bergamasco narr+cva le “metamorfosi d’amore”

La kermesse entra nel vivo con due appuntamenti in programma lunedì 6 settembre

I miti di ieri e quelli di oggi. E i miti della politica. Ma è possibile una politica senza miti? E, soprattutto, oggi in politica servono i miti? A cercare di dare una risposta esaustiva a queste e ad altre domande sarà Ermete Realacci che, lunedì 6 settembre, alle ore 19, in piazza Flavio Gioia, esaminerà, nell’ambito del Positano Myth Festival,   la politica e le esigenze di oggi. Insomma non un incontro politico ma un vera  e propria analisi dell’attuale classe dirigente. E l’ex presidente di Legambiente, dimenticando per un giorno il suo ruolo istituzionale e politico, tenterà di risolvere molti dubbi e di chiarire diverse situazioni. “Le storie accadono – evidenza Realacci - solo a chi sa raccontarle diceva Paul Auster. La buona politica dovrebbe essere capace anche di questo: raccontare un sogno, indicare una meta. La nostra politica è riuscita a leggere questo paese, a metterlo in condizioni di affrontare le sfide del futuro, gli scenari proposti dalla globalizzazione, le grandi questioni aperte? A rappresentare quest’Italia dei talenti e dei territori, delle comunità e delle imprese, certo non perfetta, ma vitale e coraggiosa. Si è insomma proposta come un soggetto in grado, “rilanciare le speranze”? Difficile rispondere positivamente. Eppure l’Italia ha un grande bisogno di una visione comune, di un sogno. Quello di un paese che affronta insieme un presente difficile senza perdere la propria identità, la propria anima. Facendo anzi di questo un proprio punto di forza”.

Sempre in Piazza Flavio Gioia, alle 22, ci sarà la performance di Sonia Bergamasco e Stefano Cardi con “L’Estro mi spinge a narrare. Canto ininterrotto delle metamorfosi d’amore”.  Ovidio ci spinge a cantare - attraverso le storie narrate nel libro delle Metamorfosi – le vicende di coppie di amanti famosi: Orfeo ed Euridice, Piramo e Tisbe, Eco e Narciso, Circe ed Ulisse, Dafne ed Apollo. Innumerevoli declinazioni del mito di Amore, destini intrappolati nella lingua del poeta. Parole del mito e immagini di sogno, più reali della cronaca del tempo. Scrittori e poeti venuti dopo di lui hanno attinto al suo libro, instancabilmente. Shakespeare, Dante, D’Annunzio, fra gli altri, si sono affacciati al libro di Ovidio per darci la loro versione d’autore. Abbiamo affiancato al loro racconto, anche quello di Omero, per comporre una storia essenziale, per voce e strumenti. In una sua poesia Jorge Luis Borges recita che la chitarra “traiga cuentos” , ed è proprio la chitarra con la sua capacità di “portare storie”, interprete ideale delle più diverse culture musicali. Dalla lira di Orfeo e di Apollo agli strumenti dei menestrelli e cantastorie, dal liuto shakespeariano alla chitarra delle favelas di Orfeu negro.

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