La Procura indaga sui rifiuti tossici nelle vele di Scampia
Ago 24th, 2010 | Di cc | Categoria: Cronaca di NapoliAncora una dimostrazione di inaffiabilità dell’amministrazione comunale, nuovo fascicolo alla Procura della Repubblica di Napoli, che questa volta indaga sulle Vele di Scampia. Un fascicolo è stato aperto prima dell’estate dalla sezione Ecologia - coordinata dal procuratore aggiunto Aldo De Chiara - in seguito a una serie di esposti trasmessi da alcuni residenti della zona. Un’ipotesi di lavoro inquietante: la presenza di rifiuti sversati all’interno della Vela Celeste. Rifiuti in buona parte tossici ed altamente inquinanti.
L’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Vincenzo Ranieri, riguarda in particolare la Vela Celeste di viale della Resistenza, uno dei «mostri» di cemento armato che ancora resistono agli abbattimenti, e che risulta parzialmente occupata da inquilini (molti dei quali abusivi). Per la struttura edilizia tipica delle Vele, contrassegnata da due blocchi di costruzioni unite solo all’altezza dei piani intermedi da passaggi e camminamenti perpendicolari ai manufatti, gli spazi di separazione del piano terra, un tempo adibiti a garage e scantinati oggi si sono trasformati in vere e proprie discariche. Un tempo qui si spacciavano crack, cocaina e marijuana.
Erano i fortini della camorra, quando ancora non esisteva il clan degli scissionisti. Impenetrabili dalle forze dell’ordine, inespugnabili per chiunque volesse colpire di sorpresa, oggi quelle piazze coperte restano terra di nessuno.
O meglio: sono diventate la meta di chiunque voglia disfarsi di fusti contenenti liquidi non meglio identificati, carcasse di automobili, centinaia di batterie per il radiatore di auto e moto; ed ancora: elettrodomestici fuori uso, ferri arruginiti, scarichi di dubbia provenienza, serpentine elettriche, sacchetti di spazzatura dal contenuto sconosciuto. Quanto basta a innescare una nuova bomba ecologica.
Per anni, la cosa sembra essere sfuggita a chi di dovere. E «chi di dovere» ha, in questo caso, un nome: il Comune di Napoli, proprietario dei suoli e della Vela celeste. Possibile che nessuno si sia accorto di questo degrado. Possibile. E per questo si è mossa la Procura.
Per il momento il reato ipotizzato dal sostituto procuratore Vincenzo Ranieri - che pur essendo, intanto, passato alla sezione Reati predatori, presieduta da Giovanni Melillo, continua a essere titolare del fascicolo - è quello di violazione della normativa ambientale; e non vi sono - almeno al momento - iscritti nel registro degli indagati. Della situazione sembra tuttavia essersi accorto Palazzo San Giacomo, all’indomani della visita al Comune da parte della polizia giudiziaria, che ha acquisito copiosa documentazione relativa alla Vela celeste. E oggi sembra voler correre ai ripari.
Ma l’indagine della Procura non si ferma. E presto potrebbe caratterizzarsi per nuovi sviluppi. Nelle more, la speranza di tutti - a cominciare da quei residenti che, esasperati, hanno presentato varie denunce, è che almeno si provveda a rimuovere la discarica interna alla Vela e, magari, a procedere a una generale bonifica di tutta la zona.
Insomma, la maledizione delle Vele di Scampia, oggi, prosegue. Non bastava il degrado umano e morale, lo scempio criminale della camorra che di un rione ha fatto il proprio quartier generale per lo spaccio della droga, non bastava la faida con i suoi morti ammazzati. Oggi l’ultima emergenza è quella ambientale.