Immigrazione, smentite le favole

Ago 11th, 2010 | Di cc | Categoria: Esteri

Dal primo agosto 2009 al 31 luglio scorso sulle coste italiane sono sbarcati 3.499 immigrati clandestini, contro i 29.076 del periodo 1 agosto 2008-31 luglio 2009, con una diminuzione dell’88%. E’ quanto precisa il ministero dell’Interno in riferimento ai dati di alcune fonti secondo cui il numero degli sbarchi sarebbe di nuovo in aumento a dispetto degli accordi raggiunti con la Libia. In particolare, sottolinea il Viminale, per Lampedusa, Linosa e Lampione il calo degli sbarchi, nello stesso intervallo di tempo, e’ stato del 98%: i clandestini arrivati in queste località dal primo agosto 2009 al 31 luglio 2010 sono stati appena 403, contro i 20.655 del periodo 1 agosto 2008-31 luglio 2009. Si tratta di dati inequivocabili, non suscettibili di interpretazioni, e dunque non è il governo che strumentalizza l’immigrazione, ma chi, semmai, alimenta sulla questione polemiche assolutamente fuori luogo. La verità è che la politica del governo sull’immigrazione sta funzionando, senza peraltro mai deflettere da una necessaria linea della fermezza che antepone sempre la dignità dell’uomo. I fatti dimostrano che l’Italia, nel Mediterraneo, è il Paese che di gran lunga ha salvato il maggior numero di vite umane prestando soccorso, in acque interne e internazionali, ai tanti disperati lasciati alla deriva su barconi fatiscenti dalla mafia dell’immigrazione. Il premier Berlusconi si schierò subito col ministro dell’Interno quando esplosero le polemiche per i primi “respingimenti” verso la Libia. Una misura necessaria dopo che i governi della sinistra avevano sconsideratamente aperto le porte a tutti, ponendo le basi per un’immigrazione senza regole. Si è trattato, dunque, di una svolta cruciale nel contrasto alla clandestinità, e un chiaro segnale al racket dell´immigrazione. L’Italia ha infatti affermato il principio del respingimento dei clandestini verso il Paese di partenza e non verso quello di origine. Prima, quando un clandestino giungeva sul territorio nazionale italiano, iniziava una lunga e complicata procedura (identificazione, nullaosta per il rimpatrio, definizione delle modalità con cui effettuarlo). Ora, invece, il clandestino torna nel Paese da cui è partito, a prescindere dalla sua nazionalità. Si tratta di un´operazione immediata e che permette di evitare l´avvio di questi lunghissimi meccanismi burocratici e, soprattutto, il sovraffollamento dei Cie. Tanto che il centro di Lampedusa - che la sinistra aveva bollato come “lager” - è praticamente vuoto da mesi.  

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