Antimafia: la vittoria della legalità

Ago 4th, 2010 | Di cc | Categoria: Politica

Al riparo dalle calde polemiche politiche, si sono svolte al Senato due votazioni che si possono qualificare più come ispirate all’interesse nazionale che non come manifestazioni di larghe intese.Il primo caso riguarda il Codice antimafia. Con 279 voti a favore, un astenuto e nessun contrario, il Senato ha approvato in via definitiva il ddl relativo all’istituzione del Codice antimafia. Il ddl era stato approvato a fine maggio alla Camera con 367 voti su 367 presenti.Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha rilevato che l’attività del Parlamento e il numero di provvedimenti approvati in questi due anni dimostrano che la questione della legalità “sia patrimonio di tutti gli uomini che stanno in politica e non è esclusiva di nessuno”. A sua volta, il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha detto che “oggi è un grande giorno per la lotta alla mafia. Si completa, infatti, il percorso avviato a Reggio Calabria, quando il Consiglio dei Ministri ha varato il Piano Straordinario contro le mafie, ha approvato il decreto relativo all’Agenzia per i beni confiscati e presentato il testo che, oggi (ieri, Ndr), giunge all’approvazione del Senato”.Con il Codice antimafia, per la prima volta nell’ordinamento italiano la legislazione di contrasto alla mafia verrà riunita in un unico testo normativo. Attraverso questa importantissima raccolta di leggi, che coordina ed armonizza tutta la normativa vigente, il governo Berlusconi dà un’ulteriore dimostrazione di mettere al centro del proprio programma la lotta ad ogni forma di criminalità mafiosa. Il ddl approvato, infatti, delega al Governo il compito di scrivere, con i decreti attuativi, un codice antimafia che non ha precedenti nella nostra storia, poiché fino ad oggi la legislazione antimafia ed in materia di misure di prevenzione è stata frammentaria e disordinata. Il codice darà finalmente ordine e maggiore efficacia alle leggi e fornirà, alla Magistratura e alle Forze dell’ordine, strumenti più incisivi ed armi più affilate.Il secondo voto ispirato all’interesse nazionale, espresso dal Senato, ha consentito di convertire in legge il decreto di proroga e di rifinanziamento delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, in particolare in Afghanistan. Il decreto è stato convertito con il voto favorevole di tutti i gruppi, con l’eccezione del voto contrario dell’Italia dei Valori. Due senatori radicali eletti nelle liste del Pd non hanno partecipato alla votazione.Il decreto approvato in via definitiva dal Senato stanzia in tutto 1.350 milioni di euro per il finanziamento delle missioni italiane all’estero fino alla fine del 2010. Si tratta di 33 missioni in 21 paesi, dove al momento del varo del decreto da parte del Governo risultavano impegnati 9295 uomini. La parte più consistente delle risorse va alla missione in Afghanistan dove operano 3300 unità, destinate a salire a 4000 entro la fine dell’anno. In compenso saranno ridotte altre missioni: in Libano, da 1.900 a 1.780, nei Balcani da 1.400 a 1.125, e in Bosnia da 250 a 170.Le missioni sono un importante contributo alla pace e alla stabilità internazionale, ma sono anche la concreta manifestazione di una politica estera coerente, svolta all’insegna dell’interesse nazionale che, dopo tanti anni, trova una larga adesione nel Parlamento senza contrapposizioni pregiudiziali. L’aula del Senato ha definitivamente convertito in legge il decreto sull’energia. I voti favorevoli sono stati 145, i contrari 97. Il governo dovrà emanare entro un anno un “Codice della legislazione antimafia e delle misure di prevenzione”. È quanto prevede la delega al governo, varata definitivamente dal Senato, per la messa a punto nell’arco di un anno di un codice che detti i principi su cui basare la lotta alla criminalità organizzata. I principi e i criteri direttivi della delega sono riferiti specificamente alla complessa disciplina delle misure di prevenzione. Il governo dovrà modificare la disciplina delle certificazioni, semplificando le procedure per il rilascio della documentazione antimafia anche attraverso l’istituzione di una banca-dati nazionale della documentazione antimafia. Sarà potenziata la prevenzione dei tentativi di infiltrazione mafiosa nell’attività’ d’impresa.  Tracciabilità dei flussi finanziari. Per lavori, servizi e forniture pubbliche sarà obbligatorio utilizzare conti correnti dedicati alle pubbliche commesse ed effettuare i pagamenti con modalità tracciabili (bonifico bancario o postale). Più controlli per condannati. Le loro posizioni fiscali e patrimoniali verranno monitorate oltre il superamento di determinate soglie. In caso di violazione dell’obbligo di comunicazione delle variazioni patrimoniali, viene prevista la confisca dei beni.  Le operazioni ‘sotto copertura’. Da un lato ne viene ampliato l’ambito operativo, dall’altro se ne delinea una disciplina unitaria. La non punibilità degli ufficiali di polizia giudiziaria in relazione alla commissione di illeciti penali nel corso di tali operazioni viene estesa alle indagini per i reati di estorsione, usura, sequestro di persona a scopo di estorsione, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, reati in materia di stupefacenti. La causa di non punibilità viene poi estesa alle interposte persone delle quali possono avvalersi gli ufficiali di polizia giudiziaria. Verrà garantito l’anonimato dei soggetti impegnati in attività sottocopertura: se chiamati a testimoniare in processi penali, potranno usare le stesse generalità di copertura e avranno i benefici procedurali dei pentiti.  La stazione unica appaltante. Viene istituita in ambito regionale per garantire trasparenza, regolarità ed economicità nella gestione degli appalti pubblici di lavori e servizi prevenendo le infiltrazioni di natura malavitosa. “Oggi è un grande giorno per la lotta alla mafia. Si completa, infatti, il percorso avviato a Reggio Calabria, quando il Consiglio dei Ministri ha varato il Piano Straordinario contro le mafie, ha approvato il decreto relativo all’Agenzia per i beni confiscati e presentato il testo che, oggi, giunge all’approvazione del Senato”. Lo afferma il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, in riferimento all’approvazione in Senato del ddl riguardante il piano straordinario contro le mafie. “Il Parlamento - continua il Guardasigilli - ha così definitivamente delegato il Governo a redigere il codice antimafia nel quale, per la prima volta nel nostro ordinamento, la legislazione di contrasto alla mafia verrà riunita in un unico testo normativo. Anche attraverso questa importantissima raccolta di leggi, che coordina ed armonizza tutta la normativa vigente, il Governo Berlusconi dimostra di mettere al centro del proprio programma la lotta ad ogni forma di criminalità mafiosa. “Sono onorato - conclude Alfano - di essere stato incaricato dal Parlamento, attraverso la legge di delega, del compito di scrivere, con i decreti attuativi, un codice antimafia che non ha precedenti nella nostra storia, poiché fino ad oggi la legislazione antimafia ed in materia di misure di prevenzione è stata frammentaria e disordinata. Il codice darà finalmente ordine e maggiore efficacia alle leggi e fornirà, ai magistrati ed alle Forze dell’ordine, strumenti più incisivi ed armi più affilate”. Il Piano straordinario di lotta alle mafie “è un altro importante strumento messo a disposizione della magistratura e delle forze dell’ordine”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Roberto Maroni prendendo la parola nell’aula del Senato che ha votato all’unanimità, tranne un astenuto, il Piano straordinario di contrasto alle mafie. “Il valore aggiunto del voto di oggi è che il voto è stato unanime sia alla Camera che al Senato - ha proseguito Maroni - e questo dà forza allo Stato nel contrasto alla criminalità”. “Riserve e critiche hanno costituito la ricchezza di questo dibattito, pieno di proposte che il governo ha deciso di accogliere con un ordine del giorno - ha rilanciato Maroni -. Lì ci sono impegni precisi che saranno mantenuti entro il termine previsto del 30 novembre”. Maroni ha poi definito “una decisione utile e saggia” il fatto di aver approvato il Piano prima della pausa estiva”. Mettiamoci nei panni di un cittadino che si trova oggi in vacanza. Prima di andare al mare, o di fare una passeggiata tra i boschi, dopo una bella colazione all’italiana con cornetto caldo e cappuccino, va in edicola e acquista un quotidiano. Uno qualsiasi. In teoria dovrebbe venire informato di un fatto di notevole importanza verificatosi il giorno prima. Il Senato, all’unanimità, e già questo sarebbe un fatto da sottolineare, ha approvato il nuovo piano anti mafie. Invece niente. Nulla, vuoto assoluto. Non un rigo, un accenno almeno, un richiamo in prima pagina. Che cosa invece viene a sapere il nostro cittadino?Che a quasi vent’anni dalla fine della cosiddetta Prima Repubblica la notizia principale è quella relativa alle manovre di Palazzo (coi suoi addentellati salottieri romani), né più né meno come ai tempi non certo indimenticabili delle “convergenze parallele”, dei “doroteismi”, dei “governi balneari o monocolori con appoggio esterno”. E poi si lamentano che non vendono giornali in edicola? Il teatrino delle camarille, il glossario del peggiore “politichese”, il dibattito sulle strategie dei “passi perduti”. Ma alla gente, al popolo, interessa tutto questo? Cosa chiede il cittadino alla classe politica per non etichettarla come una casta? Chiede fatti, azione di governo, di buon governo, chiede che vengano affrontati (e possibilmente risolti) i problemi che affliggono la vita quotidiana, quelli legati alla sanità, al lavoro, alla giustizia. Troppe chiacchiere senza costrutto a Palazzo. E sarebbe grave e drammatica la situazione se il governo fosse inerte, paralizzato. Invece Berlusconi e la maggioranza operano su tanti fronti e bene, ed il successo del piano antimafie con l’approvazione bipartisan ne è la conferma. Sarebbe giusto e doveroso farlo sapere ai cittadini che votano e che pagano i giornali per essere informati.

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