Economia: banche, esame superato
Lug 29th, 2010 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale
Il sistema bancario italiano è solido, in grado di sopportare anche gli scenari peggiori e più improbabili di crisi economica. I cinque istituti che si sono sottoposti ai cosiddetti stress test (che valutano la sostenibilità da parte delle banche in situazioni economiche limite) li hanno superati con successo, e le Borse hanno reagito con segni positivi sui rispettivi titoli. In Europa, su 91 banche, 7 sono state bocciate (cinque spagnole, una tedesca e una greca). Le prestazioni delle “italiane”, che hanno potuto scalare decine di posizioni nella graduatoria delle banche per la loro affidabilità, appaiono oggi come nei giorni scorsi in tutti gli articoli economici dei grandi fogli finanziari internazionali dal Wall Strett Journal al Financial Times, e questo è un ulteriore segno positivo per il sistema Paese.
Ma accanto alla solidità del sistema italiano si può registrare la sapiente condotta della politica economica e internazionale del governo a sostegno delle banche e in funzione dei risparmiatori.
Il Presidente Berlusconi in più occasioni, interne e internazionali, ha sottolineato la robustezza e trasparenza del nostro sistema, in piena sintonia con le assicurazioni della Banca d’Italia. Lo ha fatto all’inizio della crisi globale nata all’interno del sistema finanziario e bancario americano e europeo (senza però coinvolgere gli istituti italiani neppure indirettamente). Agli albori della crisi, Berlusconi è stato il primo a suggerire e poi far decidere ai partner occidentali la priorità del salvataggio delle banche in crisi. Alcuni governi sono dovuti intervenire con fondi pubblici per ricapitalizzare gli istituti in difficoltà. Alcune banche sono state comunque costrette al fallimento. In Italia no. Il governo, solo in via precauzionale, ha messo a disposizione delle banche i cosiddetti Tremonti bond, che di fatto non sono stati poi utilizzati.
Dopo la bufera finanziaria, e con la crisi trasferita ormai sul piano economico-industriale e successivamente con l’inizio della ripresa i governi europei si sono trovati nella necessità di recuperare fondi concessi alle banche. La proposta di meccanismi di tassazione quanto meno sulle transazioni finanziarie è stata avanzata dalla Germania in seno al Consiglio Europeo e portata quindi al G20 di Toronto. Anche in questo caso, Berlusconi ha difeso le banche italiane dicendo che una tassazione unilaterale nella Ue avrebbe prodotto l’effetto negativo di dirottare gli investimenti lontano dall’Europa. Inoltre, ha rimarcato la mancanza di consenso fuori dagli Stati membri e il fatto che il governo italiano non ha alcuna necessità di punire le “sue” banche, che si sono ben comportate nella crisi e notoriamente sono robuste. Cosa che si è dimostrata proprio con gli stress test.
Da notare, infine, che come ha sottolineato Bankitalia, gli istituti italiani sono partiti in svantaggio rispetto agli stress test. Infatti se paragonati alle altre banche europee, “i coefficienti patrimoniali di partenza delle grandi banche italiane, pur ampiamente superiori ai minimi regolamentari, sono mediamente più bassi… Sul divario influiscono sia una regolamentazione prudenziale nazionale che pone limiti più stringenti al computo di taluni strumenti negli aggregati patrimoniali, sia consistenti operazioni di ricapitalizzazione pubblica di cui hanno beneficiato alcune grandi europee”. In conclusione, non sono solo le banche, ma il sistema Paese nel suo insieme ad avere superato gli “stress test”.