Intercettazioni, avanti veloci
Lug 13th, 2010 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale
Nella giornata del black-out di protesta dell’informazione, governo e Parlamento hanno continuato a lavorare sul ddl intercettazioni, e il lavoro è stato molto proficuo. La vera svolta verso la soluzione di una vicenda che si era andata via via complicando si era verificata giovedì, dopo l’audizione del sottosegretario Caliendo in Commissione giustizia alla Camera, con la decisione di differire di una giornata (da oggi a domani alle 15) il tempo per presentare gli emendamenti. È stato quello il segnale che qualcosa si stava effettivamente muovendo. Il rinvio è stato deciso dalla presidente Bongiorno (che è anche relatrice del provvedimento) dopo la richiesta del Pdl di avere più tempo per approfondire il tema. Un segnale di apertura del governo che è stato riconosciuto anche dal Pd.
I cambiamenti riguarderanno i tre punti più contestati:
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allungamento dei tempi delle intercettazioni;
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intercettazioni ambientali allargate anche riguardo ai luoghi in cui si potranno effettuare;
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sanzioni pecuniarie abbassate per gli editori che violassero il divieto di pubblicazione.
Per i cosiddetti reati-spia per la mafia, come l’usura, non dovrebbero invece esserci modifiche, perché al di là della campagna demagogica condotta dalle opposizione, in realtà la legge non prevede alcuna restrizione, dal momento che saranno sufficienti i gravi indizi di reato per mettere in azione i registratori delle procure. La giornata cruciale sarà comunque quella di oggi, quando saranno presentati gli emendamenti. Una volta raggiunto l’accordo sui nuovi testi, la Commissione Giustizia ne metterà al corrente anche il presidente della Camera. L’obiettivo è eliminare le ‘criticità’ della legge sottolineate dal capo dello Stato nel suo recente viaggio a Malta, e questo passo potrebbe indurre l’Udc a un confronto costruttivo sulla riforma.
Nessun cambiamento è invece in vista sul calendario dei lavori: il ddl sulle intercettazioni, infatti, approderà in Aula il 29 luglio, nonostante il ritardo con cui la manovra finanziaria arriverà dal Senato. Questo significa che, se i tempi rimarranno questi, la terza lettura della Camera arriverà prima della pausa estiva lasciando a settembre il quarto passaggio al Senato, poiché i cambiamenti, sia pure non marginali, sono molto ridotti e riguardano necessariamente una parte limitata di commi, visto che tutta quella parte della legge già approvata due volte da Camera e Senato è ormai immodificabile. Non sarà ad esempio più possibile cambiare, in quanto approvata da entrambi i rami del Parlamento, la norma che autorizza la pubblicazione solo per riassunto degli atti giudiziari.
L’importante è che non venga snaturato l’impianto di una legge di civiltà, che ha il compito di sanare una situazione anomala, visto che l’Italia è il Paese del mondo in cui i cittadini sono i più spiati in assoluto, e c’è stato negli ultimi anni un progressivo imbarbarimento nell’uso di questo gigantesco Grande Fratello che tutto ascolta e tutto controlla. Un governo liberale non può mai dimenticare che l’intrusione sistematica nella vita privata dei cittadini è stata la pratica comune di tutti i regimi totalitari del secolo scorso, che si regge sull’inesistenza di ogni barriera fra la sfera individuale e quella pubblica. Lo stesso presidente Napolitano, nel 2007, disse testualmente che “le intercettazioni sarebbe bene che restassero dove devono restare, in linea di principio, almeno fino a che c’è il segreto istruttorio”.
La legge discussa in Parlamento ormai da due anni si propone precisamente questo obiettivo: difendere meglio il diritto alla riservatezza dei cittadini, siano essi indagati o no. Quando Berlusconi dice che prima di tutto, in un Paese libero, viene il principio costituzionale della riservatezza delle comunicazioni, non dice un’eresia. Esprime semplicemente il pensiero declinato dai Padri del liberalismo. Ma la maggioranza della stampa italiana è totalmente priva, purtroppo, di cultura liberale.
Criminalità/Alfano: camorra e ‘ndrangheta oggi più povere
“La strategia di aggressione alle ricchezze illecitamente accumulate e detenute dalla criminalità organizzata, fortemente voluta da questo Governo, indebolisce ogni giorno di più le organizzazioni mafiose che agiscono sul territorio e, al contempo, rendono più forte e determinata l’azione della squadra dello Stato. I sequestri di beni per quasi un miliardo e mezzo di euro, disposti oggi in Campania e Calabria ai danni, rispettivamente, del clan camorristico dei Casalesi e di un imprenditore legato alla ‘ndrangheta reggina, rappresentano l’ennesima azione di impoverimento della criminalità organizzata messa a segno da magistratura e forze dell’ordine in attuazione delle norme varate quasi due anni fa dal Governo”. Lo afferma, in una nota, il ministro della Giustizia Angelino Alfano.
“Il mio plauso va ai magistrati delle direzioni distrettuali antimafia di Napoli e Reggio Calabria e agli uomini del Gico e dello Scico della Guardia di Finanza e del Ros dei Carabinieri - aggiunge Alfano - che hanno portato a termine con successo queste due importanti operazioni”.