DOCUMENTO UNITARIO DEI GIORNALISTI PUBBLICISTI CONSIGLIERI NAZIONALI DELL’O.D.G. CAMPANIA
Lug 5th, 2010 | Di cc | Categoria: Politica
I risultati di un’elezione non vanno disattesi.
Ma se sono il frutto di atti di slealtà e di violazione deontologica non possono essere accettati.
La professione di giornalista - nelle sue due componenti dei professionisti e dei pubblicisti – impone il rispetto degli impegni presi pubblicamente e delle regole di probità e lealtà.
Il Presidente eletto non ha alcuna legittimazione in quanto accetta di governare l’Ordine dei giornalisti con l’ausilio di un giornalista pubblicista che nella riunione della componente, ha invocato il principio di lealtà dichiarando di non candidarsi e si è invece volutamente prestato ad una “manovra” di basso livello in contrasto con il candidato ufficiale del Presidente eletto.
Il Presidente eletto ha più volte dichiarato di non accettare il voto positivo nel caso di mancata elezione della sua squadra indicata nel discorso di presentazione della sua candidatura.
Anche la violazione di quest’impegno va inquadrato nella violazione della regola deontologica di lealtà.
Non va inoltre trascurato il rilievo che tra i principali compiti dell’Ordine dei Giornalisti figura il far rispettare il codice deontologico.
Quando un politico non mantiene la parola i suoi estimatori dicono che è una persona capace di adeguarsi alle mutate esigenze della situazione, quando un giornalista, che dovrebbe censurare questi atteggiamenti, cade nello stesso errore, non possiamo sbagliare: egli ha violato i valori etici e deontologici elementi fondati del nostro ordine.
Noi siamo convinti che ciò è accaduto il giorno 23 giugno u.s. ed a violarli è stato il sig. Enrico Paissan eletto vice presidente dell’Ordine dei giornalisti, grazie ad una “manovrina” di questo genere.
Paissan non ha mantenuto il patto d’onore assunto con le delegazioni dei giornalisti pubblicisti della Lombardia del Lazio della Campania della Sicilia e del Piemonte. Egli, in una pubblica assemblea, aveva dichiarato di non presentarsi, che tale dichiarazione andava collocata in un rapporto di piena lealtà e successivamente aveva dato la sua parola che si sarebbe dimesso se fosse stato eletto in luogo del candidato del medesimo schieramento.
Venendo meno alla parola data, Paissan non si è dimesso.
Chi usa questi atteggiamenti per raggiungere posti di potere non può rappresentare il vertice dell’Ordine dei giornalisti.
I pubblicisti della Campania chiedono oggi, ma lo chiederanno sempre per l’intera durata della legislatura, le dimissioni da vice presidente dell’Ordine di Enrico Paissan per aver violato i valori etici e deontologici dell’Ordine.
Per tre anni il collega Paissan dovrà sentirsi mortificato per non aver mantenuto un patto d’onore. Non si è dimesso il giorno 23 giugno ma potrebbe farlo adesso se desse il giusto valore all’etica e alla deontologia, dando lustro alla sua persona ed al consiglio tutto.
I giornalisti pubblicisti della Campania sono convinti di non essere soli in questa vicenda, ma ove mai lo fossero, insisteranno con questa che ritengono una battaglia di grandi principi per il rispetto dell’etica e della deontologia professionale e dell’ordine.
I Giornalisti pubblicisti della Campania, alla luce di quanto è avvenuto, non parteciperanno alle votazioni per la definizione completa dell’esecutivo nazionale.
Voteranno invece per i Revisori dei conti, che è un organismo di controllo dell’Ordine dei giornalisti.
Inoltre annunciano fin da questo momento che ogni qualvolta Paissan prenderà la parola o dovesse presiedere il consiglio essi abbandoneranno i lavori.
Firmato i Consiglieri Nazionali Pubblicisti della Campania
Salvatore Campitiello
Claudio Ciotola
Maurizio de Tilla
Armando De Rosa
Gennaro Guida
Giovanni Fuccio
Riccio Giuseppe
Riccio Annamaria
Domenico Santonastaso