Quando diciamo che l’Italia esce dalla crisi prima e meglio di altri non ripetiamo una formuletta standard. Né ci riferiamo solo alle manovre di finanza pubblica, che peraltro da noi saranno meno onerose che nel resto d’Europa. Parliamo al contrario di economia reale, posti di lavoro veri, presenza sulla scena economica mondiale. Alcuni esempi?· La settimana internazionale del premier, iniziata con la due giorni canadese del G8 e G20, proseguita in Brasile e Panama, è stato un successo per le nostre iniziative a livello finanziario globale, ma anche per la nostra industria ed il nostro export a livello Paese. · In Canada, Silvio Berlusconi ha tenuto efficacemente il punto su una serie di questioni: no alle tasse sulle banche che in questa situazione sarebbero deleterie e controproducenti e si scaricherebbero immediatamente sulle tasche dei risparmiatori. La borsa gli ha dato immediatamente ragione con i cali dei giorni scorsi che hanno riguardato proprio i titoli bancari, tra speculazioni e voci di difficoltà. Inoltre il capo del governo ha chiesto e ottenuto, come già in sede europea, che il rientro dai deficit avvenga entro il 2013 (ma noi ci siamo impegnati a farlo già nel 2012) e che i debiti vengano d’ora in poi giudicati sulla base della loro sostenibilità, cioè tenendo conto anche della componente interna del debito, dei risparmi delle famiglie e della situazione delle aziende. Da questo punto di vita, l’Italia è messa, alla pari con la Germania, meglio di tutti gli altri big mondiali. · In Brasile, Berlusconi è andato a tutelare il nostro made in Italy. Una serie di accordi impostati nel campo delle telecomunicazioni, difesa, energia, trasporti, infrastrutture, agroindustria. Oltre dieci miliardi di euro, e, come ha detto il presidente brasiliano Ignacio Lula da Silva, “i 30 milioni di oriundi italiani qui residenti ci hanno insegnato a costruire questo Paese”. Il Brasile non è un partner qualsiasi: assieme alla Cina è il principale Paese del G 20, un’economia non più emergente ma emersa. Otto anni di sviluppo ininterrotto, un milione di posti di lavoro in più nel solo 2010 e 14 milioni in tutto questo periodo. · Le ottime relazioni e l’amicizia personale tra Berlusconi e Lula vanno nella linea di promozione e difesa del Made in Italy praticata da sempre dal capo del governo, ma anche si rapporti speciali con governi quali Russia, Cina, area sudamericana, Balcani, Turchia, dove sono le nuove frontiere della nostra economia e delle relazioni politiche. · Subito dopo Berlusconi si è trasferito a Panama, dove ha partecipato all’inaugurazione dei lavori per il raddoppio del canale (terzo sistema di chiuse), di cui è capofila internazionale la nostra Impregilo, con una commessa da oltre 4 miliardi di dollari. A Panama l’industria italiana sarà anche presente nella realizzazione della prima metropolitana della capitale, con un consorzio di imprese da Astaldi, Ghella, Ansaldo e Ferrovie dello Stato, ed in un programma per la sicurezza con la Finmeccanica. Il valore è di oltre 1,5 miliardi. · Berlusconi ha partecipato su invito del presidente panamense Ricardo Martinelli al summit dei governi del centroamerica. Accolto come ospite d’onore, ha dichiarato: “Siamo un piccolo Paese, ma siamo la settima economia del mondo. Non abbiamo materie prime, ma il nostro oro nero si chiamano tecnologia, spirito d’impresa e capacità di rischiare”. · Una settimana di Berlusconi calato nei panni di imprenditore, oltre che di leader politico. E nel frattempo in Italia si vanno chiarendo due casi industriali strategici. · Il primo è quello della Fiat a Pomigliano. Il Lingotto dovrebbe confermare il piano industriale con i sindacati riformisti che hanno siglato l’accordo per un investimento di 700 milioni; il governo ha svolto un’efficace opera di mediazione e iniziativa politica. Soprattutto nel fare emergere le contraddizioni della sinistra sindacale della Cgil-Fiom, che ha detto no all’occupazione nel referendum, mentre non sa cosa dire a livello politico (e per questo ha messo nei guai anche il Pd). · L’altro caso è il salvataggio nei laboratori Glaxo di Verona, tra i più importanti ed avanzati d’Europa, che sono stati rilevati dall’americana Aptuit. L’Italia difende così un centro di eccellenza, punto di riferimento mondiale per le ricerche sulle neuroscienze. · Al tempo stesso, ultimi dati di ieri della Confindustria, prosegue il rilancio della produzione industriale: a giugno è crescita dell’1,1 per cento sul mese precedente, e addirittura del 10 sul 2009. Secondo la Confindustria, il primo semestre dovrebbe chiudersi con un aumento della produzione del 2,6 per cento, un dato al di là delle aspettative, largamente superiore alla crescita del Pil. La produzione trainerà la ripresa economica e soprattutto i posti di lavoro. Tutto ciò non pare molto rilevante a certi giornali ed organi d’informazione italiani. Che continuano a dipingere un Paese ancora in preda alla crisi; anzi al “bavaglio”.