Giustizia giusta. A processo per un furto di 90 centesimi
Lug 3rd, 2010 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale
Storia di un processo che vale 90 centesimi di euro, ma ne costa ai contribuenti qualche centinaia di migliaia. Storia di un processo che “s’ha da fare”, avrà detto un magistrato inflessibile battendo i pugni sulla scrivania. Storia di un processo che non s’è fatto ma comunque si farà, soltanto rinviato perché quel magistrato e altri come lui inflessibili erano in sciopero contro il governo, non sia mai che anche a loro venga tolto qualcosa dalla busta paga, magari più di 90 centesimi. Insomma, il presunto autore del “colpo” dovrà ripresentarsi il 18 novembre per rispondere del furto di un pugno di monetine da una postazione telefonica alla stazione di Bologna. Dovrà spiegare se davvero fu lui a progettare e attuare il colpo effettuato con l’aggravante di essersi avvalso “di due asticine metalliche” e se aveva complici e magari un “palo” e un’auto (certo rubata) che l’aspettava pronta alla fuga fuori dalla stazione e magari un covo dove la banda si sarebbe spartito il bottino. E tutto, ma proprio tutto, dovranno spiegare i due agenti della Polfer che lo hanno catturato e che sono stati convocati. E ancora una nuova notifica dovrà raggiungere il legale rappresentante di Telecom Italia a Milano, identificato come “persona offesa” dall’inflessibile magistrato che come gran parte dei suoi colleghi nutre un’insana passione per quell’oggetto misterioso che è il telefono (il malvivente ha parlato? Esiste un’intercettazione? Sarà pubblicata?). Come si vede il caso è più complicato di quanto sembri a prima vista. E appare sospetta la dichiarazione dell’avvocato difensore del pericoloso malvivente, secondo il quale si sarebbe dovuta considerare “la palese irrilevanza penale del fatto e quindi archiviare”. La verità è che si comincia con novanta centesimi e non si sa dove si va a finire. Forse in un film comico, chissà.