La Parola di oggi
Lug 1st, 2010 | Di cc | Categoria: ReligioneLA PAROLA DI OGGI
2 luglio 2010
Venerdì
S. Ottone - XIII settimana del tempo ordinario (C) - IPREGHIERA DEL MATTINO
Tu giungi, Signore, tutte le mattine, per rinnovare la tua alleanza. Ti
volti verso l’uomo, fedelmente, per invitarlo nel mormorio o nelle grida
- secondo la necessità - a seguirti. Chiamami, Signore, come chiami tutta
la creazione perché essa segua la rotta che tu tracci per lei; chiamami,
come fai con i tuoi angeli, esecutori fedeli dei tuoi ordini. Chiamami
alla nuova vita, alla grazia, all’amicizia con te. Chiamami e grida, se
questo è necessario, perché io ceda. Fa’ che io ascolti la tua voce, che
riceva la tua parola e mi sottometta ai tuoi desideri. Non potrò che
vivere così: nell’ascolto, nell’obbedienza e nell’adorazione. Chiamami,
Signore, a seguirti.
PRIMA LETTURA (Am 8,4-6.9-12)
Manderò la fame nel paese, non fame di pane ma di ascoltare la parola del
Signore.
Dal libro del profeta Amos
Ascoltate, voi che calpestate il povero e sterminate gli umili del paese,
voi che dite: “Quando sarà passato il novilunio e si potrà vendere il
grano?
E il sabato, perché si possa smerciare il frumento, diminuendo le misure
e aumentando il siclo e usando bilance false, per comprare con denaro gli
indigenti e il povero per un paio di sandali?
Venderemo anche lo scarto del grano”.
In quel giorno - oracolo del Signore Dio - farò tramontare il sole a
mezzodì e oscurerò la terra in pieno giorno!
Cambierò le vostre feste in lutto e tutti i vostri canti in lamento: farò
vestire ad ogni fianco il sacco, renderò calva ogni testa: ne farò come
un lutto per un figlio unico e la sua fine sarà come un giorno
d’amarezza.
Ecco, verranno giorni, - dice il Signore Dio - in cui manderò la fame nel
paese, non fame di pane, né sete di acqua, ma d’ascoltare la parola del
Signore.
Allora andranno errando da un mare all’altro e vagheranno da settentrione
a oriente, per cercare la parola del Signore, ma non la troveranno.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 118)
R. La tua parola, Signore, è verità e vita.
Beato chi è fedele ai tuoi insegnamenti
e ti cerca, Signore, con tutto il cuore.
Con tutto il cuore ti cerco:
non farmi deviare dai tuoi precetti. R.
Io mi consumo nel desiderio
dei tuoi precetti in ogni tempo.
Ho scelto la via della giustizia,
mi sono proposto i tuoi giudizi. R.
Ecco, desidero i tuoi comandamenti;
per la tua giustizia fammi vivere.
Apro anelante la bocca,
perché desidero i tuoi comandamenti. R.
CANTO AL VANGELO (cf. Ef 1,17-18)
R. Alleluia, alleluia.
Il Padre del Signore nostro Gesù Cristo
ci conceda lo spirito di sapienza,
perché possiamo conoscere
qual è la speranza della nostra chiamata.
R. Alleluia.
VANGELO (Mt 9,9-13)
Non sono i sani che hanno bisogno del medico. Misericordia io voglio e
non sacrificio.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù passando vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al
banco delle imposte e gli disse: “Seguimi”. Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e
peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli.
Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: “Perché il vostro
maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?”.
Gesù li udì e disse: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma
i malati. Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io
voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma
i peccatori”.
Parola del Signore.
OMELIA
L’accoglienza che Cristo ha prodigato ai peccatori e ai pubblicani ha
fatto scandalo. La comunità della tavola è in Oriente una forma di
comunione che va al di là della semplice partecipazione al banchetto.
Essa implica l’amicizia, la vicinanza, la fraternità; è un modo di
offrire all’altro la possibilità di penetrare nella propria intimità.
Coloro che si credevano puri e perfetti escludevano dalla loro tavola
coloro che facevano parte della massa dei peccatori, secondo il canone
del fariseismo.
Gesù chiama un pubblicano peccatore - Matteo - e si lascia invitare,
circondato da altri peccatori. Così facendo, Gesù offre la sua amicizia
e la comunione con Dio a coloro che ne hanno più bisogno. In lui, è Dio
stesso che si lascia invitare alla tavola dei poveri peccatori. Noi
sappiamo che il comportamento di Gesù in quella occasione è stato una
delle ragioni che spinsero il sinedrio a condannarlo a morte. È il
mistero del paradosso cristiano: Dio, che viene per salvare gli uomini,
è giudicato da coloro che si credono giusti; Dio, che offre la sua
amicizia, scandalizza coloro che non conoscono la misericordia. Solo
coloro che, come Matteo, sentono di essere peccatori avranno la felicità
di vedere Dio seduto alla loro tavola e sfuggiranno all’orgoglio di
credersi giusti.
PREGHIERA DELLA SERA
Al calare del giorno, Signore, ravviva nel mio cuore la riconoscenza. Un
giorno in più nel tuo legame, nella tua casa, nella tua eucaristia. Un
giorno in più per seguire i tuoi passi. Mi è forse mancata la prontezza
di Matteo, la felicità del suo impegno, il desiderio di piacerti. Mi sono
forse sentito giusto al tuo fianco, sicuro della mia santità, senza
macchia perché ti appartengo. Non lo so, Signore; una sola cosa conta
quando cala il giorno: “Tu sai che ti amo” e, rimettendo la mia povertà -
che tu conosci bene - tra le tue mani, confesso che in te solo trovo la
mia felicità, la mia speranza, la mia ultima e radicale certezza. Perché
tu solo, Signore, mi hai amato non a causa dei miei sacrifici, ma a causa
della tua misericordia.