Manovra Finanziaria: il plauso dell’Europa
Giu 16th, 2010 | Di cc | Categoria: Esteri
L’Unione europea promuove la manovra italiana, ma lancia un monito al Parlamento: le spese vanno ridotte seriamente. Come se temesse che gli emendamenti che vengono annunciati al decreto possano snaturarne l’efficacia. La Commissione poi manifesta un sospetto che – numeri alla mano – appare ingiustificato.La burocrazia europea teme una flessione delle entrate, da qui l’invito alla piena attuazione delle misure di tagli alla spesa. In realtà, il calo (fisiologico per la crisi) del gettito tributario si è molto attenuato. Al punto che nei primi mesi dell’anno è stato contenuto nell’ordine dell’1%.Ben diversa la situazione nel resto d’Europa. Ormai solo un Paese dell’area euro (su 16) rispetta la regola di un deficit pari al 3% del Pil. E’ il Lussemburgo: il più piccolo Stato europeo, con i suoi 470 mila abitanti, meno di un quartiere di Roma. Mentre sono 3 (su 27) i Paesi che rispettano il tetto all’interno dell’Unione: Estonia, Svezia e Lussemburgo appunto.Non solo. Fra i paesi con un deficit più basso (intorno al 5%) ci sono soltanto Germania e Italia. Segno inequivocabile di come il governo abbia saputo gestire nel modo migliore l’impatto della crisi sui conti pubblici. Un risultato non secondario tenuto conto dell’alto debito pubblico italiano, che ogni anno costringe a dirottare per il pagamento degli interessi sul debito 8 punti di ricchezza nazionale. C’è poi un altro elemento che terrà banco oggi e domani a Bruxelles. Vale a dire che quella finanziaria è una crisi nata dal debito privato, non da quello pubblico. Ne consegue che non si può rimediare alla situazione se non si passa ad analizzare non solo l’evoluzione dei conti pubblici, ma anche di quelli privati.E’ per queste ragioni che l’Italia si sta battendo a livello europeo per introdurre una dose di realismo nella valutazione dei reali parametri economici di uno Stato, suggerendo di prendere in considerazione non solo il debito pubblico ma anche il debito “aggregato”. Vale a dire, la somma dei debiti pubblici e privati di ogni Nazione. Il commissario agli Affari economici Olli Rehn sembra prendere in considerazione la proposta italiana; non foss’altro per la consapevolezza delle cause che hanno portato alla crisi. E domani al Consiglio europeo l’Italia farà ancora una volta da battistrada con proposte che vanno nella direzione di combattere realmente la crisi. A partire dalla scelta di far emergere le vere cause che l’hanno provocata.