Tremonti: è l’ora della libera impresa
Giu 15th, 2010 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale
“È finita” l’epoca del conflitto tra capitale e lavoro. Il mondo è cambiato: “la via giusta è quella dell’economia sociale di mercato”. Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, “non ha dubbi” nell’indicare la nuova strada per crescere e competere, imposta dalla globalizzazione, che a sua volta impone scelte in un certo senso “obbligate”. Tremonti interviene alla Festa nazionale della Cisl, che quest’anno coincide con il 60mo anniversario della fondazione, e tra citazioni e scambi di battute con gli altri ospiti (anche il leader della Cgil, Epifani, oltre ovviamente al numero uno della Cisl, Bonanni, con cui si intrattiene) spazia dalla libertà di impresa alle nuove sfide da incrociare. Cita Sant’Agostino ma anche Hobbes per ricordare alla platea, che lo applaude, l’egoismo dell’uomo (’homo homini lupus’) e don Luigi Sturzo per parlare a “uomini liberi e forti”, che sono “liberi da pregiudizi e ideologie”. Lo fa riferendosi alla vicenda di Pomigliano, che porta proprio come esempio della “via giusta”. Ribadisce, appunto, l’intenzione di rivedere l’articolo 41 della Costituzione, altrimenti - sostiene – “non vai da nessuna parte”, cosi’ come - spiega - “se modifichi l’articolo 118 fai la cosa giusta ed equilibrata”, quanto alle competenze. Revisioni per liberalizzare le Pmi e rilanciare il Paese sulla competitività, che - torna a dire - saranno precedute da una legge ordinaria. Martella la “quantita’ impressionante e crescente di regole, che hanno l’effetto di un blocco, di una ragnatela, di un labirinto che fa paura”. E ne indica la portata: “Questo è un Paese che fa 4 chilometri di Gazzetta Ufficiale l’anno, un chilometro quadrato di regole all’anno”. E poi parla della manovra economica biennale, che rappresenta un “grande impegno e coraggio”, e la definisce utile, complessa”. “Mai - rivendica Tremonti - un governo ha fatto un decreto come questo: altri erano pappa e ciccia con la Svizzera o con San Marino; altri invece facevano le grida e non i fatti”. Un intervento correttivo sui conti per il 2011-2012 disegnato “nel modo socialmente meno incisivo, meno negativo possibile” che non ha toccato - assicura - la sanita’, nè il welfare”. Invece, torna a dare una picconata alle Regioni: “Fino ad ora a loro è stato dato, se si fermano per un giro non è che succede…”, dice il ministro dell’Economia. Sottolineando che “entro autunno” o forse “prima, speriamo, ci sara’ il patto tra le regioni” in cui “si dividono tra loro l’entita’ del patto, riconoscendo vizi e virtu’. Speriamo piu’ le virtu’ dei vizi”. Una cosa, pero’, è certa: “quest’anno è l’ultimo in cui si faranno Finanziarie nazionali”, afferma parlando del coordinamento a livello europeo e spiega: “le politiche economiche si faranno nello stesso tempo dell’anno, nello stesso modo tutti insieme. Non ci sara’ piu’ un Paese che fa le sue scelte diverse dagli altri. Quello che forse non si vede ancora, ma è chiarissimo – conclude il ministro - è che è in atto una colossale devoluzione di poteri dalle nazioni all’Europa”.