Indovina chi c’è al telefono? Il Papa!

Giu 13th, 2010 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale

Ci si sarebbe aspettati un titolone di prima pagina, l’apertura dei Tg e dei quotidiani. “Intercettato il Papa 4 volte. Anche Ratzinger nella cricca”. Meno male che c’è un po’ di incoerenza, un minimo di decoro. Ma sarebbe stato possibile un altro titolo: “I magistrati spiano il Papa” Di che parliamo? Di un fatto. Un fatto occultato nelle pagine interne, perché non conviene farlo sapere, perché da quello si capisce tutto. Pagina 13 del Corriere della Sera, ultime righe: “Tra le 450 mila telefonate dagli inquirenti ce ne sono anche 4 di Bertolaso con Papa Ratzinger, una decina col presidente Napolitano e numerosi altri colloqui col premier Berlusconi e con Gianni Letta (altri quotidiani riferiscono di altre comunicazioni con Hillary Clinton). … Per opportunità istituzionale non verranno mai trascritte”. Per Berlusconi lasciamo perdere, c’è abituato, sarebbe una notizia da prima pagina apprendere che una – almeno una – telefonata non sia stata intercettata. Ma il Papa…Un po’ di fatterelli enormi dispersi in quelle righe. Per un’inchiesta, una sola inchiesta, 450mila telefonate. Quante persone saranno quelle che credevano di parlare in due e hanno scoperto ora che dietro la porta altri erano lì, per ragioni di sicurezza a rendere insicuro, anzi violato il principio senza cui non c’è comunicazione vera e sincera: la certezza che quando dici una parola essa è solo per la persona a cui la dici. Dietro la porta a sentire non c’era solo il maresciallo o l’ispettore addetto, ma i magistrati che devono decidere se servono, i difensori che hanno diritto di ascoltarle per capire se scagionano i loro clienti, le parti civili, e in un’inchiesta a largo raggio sono un mezzo esercito, e dietro i loro assistenti, segretarie, tecnici audio, periti. Alcuni di loro con le manine prensili e le fotocopie facili. E così scopriamo che neppure il Papa può parlare al telefono. Il maresciallo dopo quattro telefonate del Papa pare che abbia deciso di vergognarsi per conto dei magistrati: Bertolaso lavora per salvare la gente, il Papa le anime e Napolitano rappresenta l’unità della Nazione che si piega sulle vittime.

Ecco perché ieri ha vinto la gente comune. La legge sulle intercettazioni difende qualcosa di prezioso. Certo le indagini sono importanti. La bugia gigantesca è far credere che le indagini saranno bloccate. Semplicemente le intercettazioni non saranno più una enormità ciclopica, un’abitudine di pigrizia guardonesca, ma dovranno essere motivate davvero, con controlli sui controllori più rigorosi, e senza dare in pasto l’intimità altrui a chi la tratta come ciarpame e come strumento per demolire le reputazioni dei nemici politici ma anche dei cittadini anonimi che vorrebbero farsi gli onesti fatti loro senza il probabile intercettatore dietro l’uscio. Chi titola “Rivolta contro la legge bavaglio” deve stare attento alla rivolta della gente comune contro chi fomenta l’odio.

fonte il mattinale 

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