Intercettazioni: le norme, una per una
Giu 13th, 2010 | Di cc | Categoria: Politica
Dal limite dei 75 giorni alle sanzioni per gli editori e i giornalisti, ecco i punti salienti del disegno di legge che ha avuto il via libera del Senato con il voto di fiducia. Limiti. Intercettazioni possibili solo per i reati puniti con piu’ di cinque anni. Contempla i reati contro la Pubblica amministrazione e lo stalking. I telefoni possono essere messi sotto controllo per 75 giorni al massimo. Se c’e’ necessita’, vengono concessi altri tre giorni prorogabili di volta in volta. Per i reati piu’ gravi (mafia, terrorismo, omicidio ecc.) le intercettazioni sono possibili per 40 giorni, piu’ altri venti prorogabili. Divieti e sanzioni. Gli atti delle indagini in corso possono essere pubblicati non tra virgolette ma con un riassunto. Gli editori che li pubblicano in modo testuale rischiano fino a 300mila euro di multa. Le intercettazioni sono off limits per la stampa fino a conclusione delle indagini: per gli editori che sgarrano ci sono 300 mila euro di multa, che salgono a 450mila euro se si tratta di intercettazioni di persone estranee ai fatti. Colpiti anche i giornalisti: fino a 30 giorni di carcere o una sanzione fino a 10.000 euro se pubblicano intercettazioni durante le indagini o atti coperti da segreto. Cimici. niente piu’ microfoni piazzati in casa o in auto per registrare le conversazioni degli indagati. Le intercettazioni saranno consentite al massimo per tre giorni, prorogabili di altri tre. Pm ciarlieri. Se il responsabile dell’inchiesta passa alla stampa atti coperti dal segreto d’ufficio e semplicemente va in tv a parlare dell’inchiesta puo’ essere sostituito dal capo del suo ufficio. Talpe. Chi passa alla stampa intercettazioni o atti coperti dal segreto istruttorio rischia da uno a sei anni di carcere. Noma transitoria. Le nuove regole si applicano ai processi in corso. Quindi, anche se erano gia’ state autorizzate intercettazioni con le vecchie regole, dovra’ essere applicato il tetto dei 75 giorni. Riprese. Sulle riprese tv per i processi decide il presidente della corte d’appello, che puo’ autorizzarle anche se non c’e’ il consenso delle parti. Iene, Striscia, Report. Le registrazione carpite di nascosto sono permesse ai giornalisti professionisti e pubblicisti. Possono essere realizzate anche se c’e’ in ballo l’interesse dello Stato oppure per dirimere controversie giudiziarie. Negli altri casi, carcere da uno a quattro anni. Clero. Se nelle intercettazioni finisce un sacerdote bisogna avvertire la discesi; se l’intercettato e’ un vescovo il pm deve avvertire la segreteria di Stato vaticana