Manovra: l’Italia migliore in Europa
Giu 8th, 2010 | Di cc | Categoria: Esteri
A giudicare dall’annuncio britannico e tedesco di drastici tagli ai posti di lavoro nella pubblica amministrazione (non semplicemente una riduzione di stipendi, ma dei posti di lavoro) e “anni di sacrifici” e piani straordinari di austerity, l’Italia sembra trovarsi in una condizione migliore dei suoi principali partner europei. Mentre infatti l’opposizione e i suoi quotidiani, a cominciare dall’Unità, continuano ad alimentare scelte irresponsabili come lo sciopero dei ricchi magistrati e consiglieri di Stato “per l’equità fiscale” o la protesta degli enti lirici e culturali che sono spesso serviti per garantire uno stipendio a funzionari di partito sotto mentite spoglie e a impedire un autentico pluralismo dell’espressione artistica, il governo si è dichiarato disponibile a introdurre miglioramenti in una finanziaria già molto più leggera di quelle che stanno predisponendo Londra e Berlino. Basta mettere il naso fuori dai nostri confini per capire che le bordate alla manovra correttiva in nome dei lavoratori (i magistrati?) hanno il sapore dell’irresponsabilità faziosa.Cominciamo dalla Merkel in Germania. In due giorni di riunioni della maggioranza democristiana-liberale è stato deciso un pacchetto di austerity che vale 80 miliardi di euro da qui al 2014. Già nel 2011, i tagli strutturali al bilancio saranno di oltre 11 miliardi, per poi salire progressivamente negli anni successivi coll’obiettivo di riportare il deficit pubblico dall’attuale 5 per cento a sotto il 3 per cento del prodotto interno lordo entro il 2013. Sono previste anche nuove tasse, per esempio sui voli e sulle transazioni finanziarie. Misure draconiane anche sul fronte della pubblica amministrazione, dove saranno letteralmente cancellati tra 10 e 15 mila posti entro il 2014. Chi resterà, si vedrà comunque ridotto lo stipendio mediamente del 2.5 per cento.Non va meglio (anzi!) a Londra. “Abbiamo davanti anni di sacrifici”, ha detto il neo-premier britannico, David Cameron in un’intervista al Sunday Times. Il deficit di bilancio ha sfondato i 156 miliardi di sterline e la Gran Bretagna non è più in grado di finanziarlo (gli interessi, infatti, sfiorano i 70 miliardi. “Sarebbe irresponsabile”, avverte Cameron. Che prevede non soltanto tagli alla spesa (e ai posti di lavoro), ma anche nuove tasse. Anche il governo di Sua Maestà, esattamente come la Germania, ha individuato nel settore pubblico il bersaglio più equo per le misure di risparmio, con un ridimensionamento medio del 20 per cento delle retribuzioni nei prossimi cinque anni, il congelamento dei benefit maturati, l’estensione del blocco degli aumenti, l’intervento sulle indennità di fine lavoro. L’esecutivo sta pure valutando un innalzamento dell’Iva dal 17,5 al 20 per cento. “Un vero uomo di Stato deve saper intraprendere le azioni necessarie, spiegando alla gente gli obiettivi dei sacrifici”, dice Cameron. “Il nostro stile di vita dovrà cambiare”. L’esplosione recente del deficit pubblico nei paesi anglosassoni ha portato il debito vicino a medie superiori al 100 per cento di Pil, ma con un debito (privato) delle famiglie di molto superiore a quello italiano. Se l’Italia, inoltre, ha fatto registrare un deficit solo del 5 per cento del Pil nel 2009, il Regno Unito ha superato i 14 punti. Questo si deve da un lato alle caratteristiche strutturali delle diverse economie (quella britannica è molto più basata sulla finanza), ma anche alla sana gestione del debito e a una accorta politica economica da parte del governo Berlusconi. Che chiede ai cittadini sacrifici inferiori a quelli richiesti dai colleghi a Londra, Berlino, Parigi, Madrid. Angeletti: sulla necessità della manovra non ci sono dubbi Il governo italiano e gli altri governi europei ‘’sono stati costretti” ad assumere misure di austerity per contenere debito e deficit. Lo ha detto il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, parlando alla Uilweb.tv. ”Il nostro governo ha varato una manovra da 24,9 miliardi di euro per fronteggiare una crisi finanziaria che rischiava e rischia di affossare prima l’euro e poi l’Europa. Sulla necessita’ di questa manovra non esistono purtroppo dubbi”, ha rilevato il sindacalista. Angeletti ha sottolineato che ”non e’ una scelta che qualcuno ha voluto compiere sulla base di valutazioni soggettive. E’ una scelta che i governi europei sono stati costretti ad assumere di fronte ai tentativi di indebolire l’euro. Distruggere l’euro vuol dire distruggere la nostra fonte di ricchezza. Ecco perche’ i governi sono stati costretti a prendere serie provvedimenti tutto dello stesso segno: ridurre il debito pubblico e il deficit”. Angeletti ha ricordato che ”negli ultimi due anni i debiti pubblici sono aumentati per fronteggiare la crisi. Noi abbiamo una situazione relativamente migliore in termini di deficit ma abbiamo uno stock di debito pubblico notevole che ci espone a pagare interessi enormi, un fenomeno che letteralmente ci dissangua”.