Donne&Pensioni: si cambia, in meglio
Giu 8th, 2010 | Di cc | Categoria: Cronaca Nazionale
Adesso non ci sono più dubbi, né politici né economici. L’Europa non fa sconti, e dunque dal 2012 l’Italia deve allineare l’età per il pensionamento di vecchiaia delle donne nel settore pubblico a quello degli uomini: 65 anni, rispetto ai 60 (per le donne) di adesso. Ciò che aveva contestato la Commissione di Bruxelles ottenendo una sentenza di condanna dalla Corte di giustizia europea non era tanto il limite di età quanto la disparità di trattamento, ritenuta punitiva nei confronti delle lavoratrici. La sentenza era definitiva ma il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ha tentato un’ultima mediazione con la vicepresidente della Commissione e responsabile per la Giustizia, Viviane Reding. La proposta italiana era di arrivare gradatamente alla parificazione entro il 2018, con la formula di un anno di lavoro in più ogni due. Niente da fare. “Il 2012 è un termine più che ragionevole”, ha detto la Reding. Il governo ha dovuto prendere atto; diversamente verrebbe applicata una multa pesantissima: 714 mila euro al giorno, oltre 260 milioni l’anno. Con l’Europa, dunque, non si scherza; non si può più scherzare dopo la crisi 2008-2009 e soprattutto dopo l’attacco speculativo all’euro, ai debiti pubblici e dunque ai nostri risparmi in corso quest’anno. Ma ieri l’Eurogruppo ha anche approvato e apprezzato ufficialmente la manovra italiana. L’Eurogruppo è composto dai ministri finanziari dei governi della zona euro, presieduto dal lussemburghese Jean Claude Junker, il quale ha detto: “Le misure varate in Francia e in Italia sono accolte con favore, e anche quelle della Germania vanno nella giusta direzione”. Un via libera molto importante, con il quale Giulio Tremonti si presenterà oggi all’Ecofin, il consiglio dei ministri all’argato a tutti i governi dell’Unione europea. Va ricordato, ancora una volta, che la manovra italiana prevede un rientro sotto al 3 per cento di deficit nel 2012, con tagli e risparmi per 24,9 miliardi di euro. Quella francese prevede circa 100 miliardi di tagli. E quella annunciata ieri in Germania da Angela Merkel misure per 80 miliardi fino al 2014. In precedenza l’Unione europea ed i singoli governi avevano chiesto alla Spagna misure aggiuntive per altri 15 miliardi oltre ai 50 già decisi: 65 miliardi in tutto. Nel merito, la Francia ha congelato per tre anni la spesa pubblica e tagliato del 10% spese e retribuzioni di alcuni comparti dello Stato; ridotto deduzioni, sgravi e altri benefici fiscali. La Germania taglierà 10-15 mila posti nell’apparato pubblico e congelerà le tredicesime di quest’anno. Ridurrà gli organici delle Forze armate, rinvierà una serie di infrastrutture e taglierà almeno 5 miliardi di aiuti all’economia. Introdurrà nuove imposte sulle banche e le transazioni finanziarie e una tassa sui voli aerei, nonché sui profitti dei gestori di impianti nucleari. La Spagna ha tagliato del 5% gli stipendi dei pubblici dipendenti e congelato le pensioni; tagliato gli investimenti e la spesa sociale, tra cui il bonus bebè.Anche la Gran Bretagna, che non fa parte dell’euro, ha annunciato un pesante piano di tagli, tra i quali il 20% delle retribuzioni pubbliche. In questo panorama, la parificazione dell’età di pensionamento di vecchiaia per i dipendenti e le dipendenti pubbliche appare una misura obbligata ma certo non tale da giustificare allarme sociale: le donne interessate sono 32.368. Lo Stato potrà risparmiare nel medio periodo 2,4 miliardi di euro di spesa previdenziale, che in parte verranno attenuati dal dover continuare ad erogare gli stipendi. Il governo ha comunque annunciato di voler agire come sempre in coordinamento con i sindacati. La maggior parte dei quali si mostrata finora assai responsabile e collaborativa: anzi, per molte lavoratrici non dover smettere di lavorare a 60 anni potrà essere un’opportunità. Ciò che a questo punto cade è l’accusa dell’opposizione di “fare macelleria sociale con il paravento dell’Europa”. Ma quale paravento: stiamo vedendo che l’Europa è una cosa seria, che in questo momento è sotto attacco, e chiede a tutti di agire coerentemente. E soprattutto nell’Europa ci siamo anche noi.