La Parola di oggi
Giu 5th, 2010 | Di cc | Categoria: ReligionePREGHIERA DEL MATTINO
Signore Gesù, che ti sei fatto mio cibo e bevanda per comunicarmi la tua vita divina e l’amore infinito del Padre, fa’ che io, ricevendoti nell’Eucaristia, possa corrispondere al tuo invito e al tuo esempio: rendimi capace di amare te sopra ogni cosa e i miei fratelli come amo me stesso. Tante volte ti ho ricevuto, o Signore, e mi ritrovo quello di sempre: piccolo, povero, debole, pieno di difetti e di peccati. Fa’ che la tua forza vinca sulla mia debolezza e io mi converta all’Amore. Amen.
ANTIFONA D’INGRESSO
Il Signore ha nutrito il suo popolo con fior di frumento,
lo ha saziato di miele della roccia. (Sal 81,17)
COLLETTA
Signore Gesù Cristo,
che nel mirabile sacramento dell’Eucaristia
ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua,
fa’ che adoriamo con viva fede
il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue,
per sentire sempre in noi i benefici della redenzione.
Tu sei Dio, e vivi e regni con Dio Padre…
PRIMA LETTURA (Gen 14,18-20)
Offrì pane e vino.
Dal libro della Genesi
In quei giorni, Melchisedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole:
“Sia benedetto Abram dal Dio altissimo, creatore del cielo e della terra, e benedetto sia il Dio altissimo, che ti ha messo in mano i tuoi nemici”.
Abram gli diede la decima di tutto.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 109)
R. Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore.
Oracolo del Signore al mio Signore:
“Siedi alla mia destra,
finché io ponga i tuoi nemici
a sgabello dei tuoi piedi”. R.
Lo scettro del tuo potere
stende il Signore da Sion:
“Domina in mezzo ai tuoi nemici. R.
A te il principato
nel giorno della tua potenza
tra santi splendori;
dal seno dell’aurora,
come rugiada, io ti ho generato”. R.
Il Signore ha giurato e non si pente:
“Tu sei sacerdote per sempre
al modo di Melchisedek”. R.
SECONDA LETTURA (1Cor 11,23-26)
Ogni volta che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore.
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: “Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me”. Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: “Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me”. Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga.
Parola di Dio.
CANTO AL VANGELO (Gv 6,51)
R. Alleluia, alleluia.
Io sono il pane vivo disceso dal cielo, dice il Signore;
chi mangia di questo pane vivrà in eterno.
R. Alleluia.
VANGELO (Lc 9,11b-17)
Tutti mangiarono e si saziarono.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevan bisogno di cure.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: “Congeda la folla, perché vada nei villaggi e nelle campagne dintorno per alloggiare e trovar cibo, poiché qui siamo in una zona deserta”.
Gesù disse loro: “Dategli voi stessi da mangiare”. Ma essi risposero: “Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente”. C’erano infatti circa cinquemila uomini.
Egli disse ai discepoli: “Fateli sedere per gruppi di cinquanta”. Così fecero e li invitarono a sedersi tutti quanti.
Allora egli prese i cinque pani e i due pesci e, levati gli occhi al cielo, li benedisse, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero alla folla.
Tutti mangiarono e si saziarono e delle parti loro avanzate furono portate via dodici ceste.
Parola del Signore.
OMELIA
Onoriamo e adoriamo oggi il “Corpo del Signore”, spezzato e donato per la salvezza di tutti gli uomini, fatto cibo per sostenere la nostra “vita nello Spirito”. Gesù ha moltiplicato i pani e i pesci per nutrire la folla che lo seguiva: il cibo fisico agisce in me anche quando non ci penso, anche quando dormo si trasforma in carne, sangue, energie vitali. Il cibo spirituale è diverso: è efficace se io collaboro con Cristo, che vuole trasformare la mia vita nella sua.
L’Eucaristia è la festa della fede, stimola e rafforza la fede. I nostri rapporti con Dio sono avvolti nel mistero: ci vuole un gran coraggio e una grande fede per dire: “Qui c’è il Signore!”. Se guardo a me stesso, mi trovo sempre piccolo, imperfetto, peccatore, pieno di limiti. Eppure Dio mi ama, come ama tutti gli uomini, fino a farsi nostro cibo e bevanda per comunicarci la sua vita divina, farci vivere la sua vita di amore.
L’Eucaristia non è credibile se rimane un rito, il ricordo di un fatto successo duemila anni fa. È invece una “scuola di vita”, una proposta di amore che coinvolge tutta la mia vita: deve rendermi disponibile ad amare il prossimo, fino a dare la mia vita per gli altri. Secondo l’esempio che Gesù ci ha lasciato.
PREGHIERA SULLE OFFERTE
Concedi benigno alla tua Chiesa, o Padre,
i doni dell’unità e della pace,
misticamente significati nelle offerte che ti presentiamo.
Per Cristo nostro Signore.
ANTIFONA ALLA COMUNIONE
Gesù prese i cinque pani e i due pesci e li diede ai discepoli, perché li distribuissero alla folla. Alleluia. (Lc 9,16)
PREGHIERA DOPO LA COMUNIONE
Donaci, Signore,
di godere pienamente della tua vita divina
nel convito eterno,
che ci hai fatto pregustare
in questo sacramento del tuo Corpo e del tuo Sangue.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
MEDITAZIONE
Tale culto è diretto verso Dio Padre per Gesù Cristo nello Spirito Santo. Innanzi tutto verso il Padre che, come afferma il Vangelo di san Giovanni, “ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16).
Si rivolge anche nello Spirito Santo a quel Figlio incarnato, nell’economia di salvezza, soprattutto in quel momento di suprema dedizione e di abbandono totale di se stesso, al quale si riferiscono le parole pronunciate nel cenacolo: “Questo è il mio corpo dato per voi”… “Questo è il calice del mio sangue versato per voi…” (cf. Mt 26,26ss; Mc 14,22-25; Lc 22,18ss; 1Cor 11,23ss). L’acclamazione liturgica: “Annunciamo la tua morte, Signore!” ci riporta proprio a quel momento: e col proclamare la sua risurrezione abbracciamo nello stesso atto di venerazione il Cristo risorto e glorificato “alla destra del Padre”, come anche la prospettiva della sua “venuta nella gloria”. Tuttavia è l’annientamento volontario, gradito dal Padre e glorificato con la risurrezione, che, sacramentalmente celebrato insieme con la risurrezione, ci porta all’adorazione di quel Redentore “fattosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce” (Fil 2,8). E questa nostra adorazione contiene ancora un’altra particolare caratteristica. Essa è compenetrata dalla grandezza di questa Morte Umana, nella quale il mondo, cioè ciascuno di noi, è stato amato “sino alla fine” (Gv 13,1). Così essa è anche una risposta che vuol ripagare quell’Amore immolato fino alla morte di Croce: è la nostra “Eucaristia”, cioè il nostro rendergli grazie, il lodarlo per averci redenti con la sua morte e resi partecipi della vita immortale per mezzo della sua risurrezione.
Un tale culto, rivolto dunque alla Trinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, accompagna e permea innanzi tutto la celebrazione della Liturgia eucaristica. Ma esso deve pure riempire i nostri templi anche al di là dell’orario delle sante Messe. Invero, poiché il Mistero eucaristico è stato istituito dall’amore, e ci rende Cristo sacramentalmente presente, esso è degno di azione di grazie e di culto. E questo culto deve distinguersi in ogni nostro incontro col santissimo Sacramento, sia quando visitiamo le nostre chiese, sia quando le sacre Specie sono portate e amministrate agli infermi.
L’adorazione di Cristo in questo Sacramento d’amore deve poi trovare la sua espressione in diverse forme di devozione eucaristica: preghiere personali davanti al Santissimo, ore di adorazione, esposizioni brevi, prolungate, annuali (quarantore), benedizioni eucaristiche, processioni eucaristiche, congressi eucaristici. Un particolare ricordo merita a questo punto la solennità del “Corpo e Sangue di Cristo” come atto di culto pubblico reso a Cristo presente nell’Eucaristia, voluta dal mio predecessore Urbano IV in memoria dell’istituzione di questo grande Mistero. Tutto ciò corrisponde quindi ai principi generali e alle norme particolari già da tempo esistenti, ma nuovamente formulate durante o dopo il Concilio Vaticano II.
GIOVANNI PAOLO II