CHAMPIONS LEAGUE: INGHILTERRA 3 ITALIA 0. IN EUROPA RESTA SOLO L’UDINESE IMPEGNATA QUESTA SERA IN UEFA CONTRO LO ZENITH
Mar 12th, 2009 | Di cc | Categoria: Calcio, SportLa triplice sfida in Champions League tra Italia e Inghilterra vede le formazioni d’oltremanica prevalere con le big d’Italia. Resta a difendere il tricolore solo l’Udinese, in coppa Uefa questa sera. La formazione friulana è rimasta unica in corsa per una coppa in europa per l’andata degli ottavi di finale di Coppa Uefa. In campo per le italiane solo l’Udinese che ospita lo Zenit, colpevole dell’eliminazione dello Stoccarda e per ora a riposo nel proprio campionato. I friulani non perdono in casa da tre partite e in Coppa hanno subito solo una sconfitta, nell’ultima giornata del Gruppo D in casa del NEC, quando ormai la qualificazione era sicura. Rientra in squadra, dopo la squalifica, Sànchez mentre nello Zenit sono di nuovo disponibili Sirl e Tymoshchuk. I bianconeri di Marino vengono da cinque partite con risultati altalenanti ma la presenza del tridente con il rientrante Quagliarella accanto a Di Natale e Pepe dovrebbe garantire qualche spavento alla retroguardia russa.
Nelle altre partite un occhio di riguardo a CSKA Mosca, fresco vincitore della Supercoppa russa, che si scontra con lo Shakhtar, attualmente terzo nel campionato ucraino. Interessanti anche gli incontri fra Amburgo e Galatasaray e Manchester City che ospita l’Aalborg, autore di un incredibile 3-0 3-1 contro il Deportivo. Curioso lo scontro ucraino fra Dynamo Kiev e Metalist, che si sono incontrare una decina di giorni fa in campionato, con vittoria per 2 a 0 della Dynamo, che guida da sola ad 11 punti dalla seconda (proprio il Metalist) la classifica.Questi gli ottavi di finale della Coppa UEFA
Brema – St-Etienne
Marsiglia – Ajax
Dynamo Kiev – Metalist
CSKA Mosca – Shakhtar
Amburgo – Galatasaray
Paris Saint-Germain – Braga
Udinese – Zenit
Manchester City - Aalborg
Torniamo a ieri: l’Inter saluta la Champions League dopo una gara molto sfortunata. Il Mou è battuto ancora da Ser Alex Ferguson con una rete di Vidic e Cristiano Ronaldo. Con il risultato finale di di 2-0 a favore del Manchester United, la squadra nerazzurra subisce l’ennesima eliminazione agli ottavi del torneo, in cui neanche la mano di Mourinho ha potuto invertire il trend negativo degli ultimi anni. Peccato davvero, soprattutto perché l’Inter gioca una buona partita ma paga dazio due volte senza quasi neanche accorgersene. In entrambi i casi, a inizio dei tempi di gioco, a conferma di un approccio sbagliato sin dai primi minuti. Nessuna sorpresa sulla formazione nerazzurra: al fianco di Ibrahimovic trovano spazio Stankovic e Balotelli, occasione unica e importante per il giovanissimo attaccante dal punto di vista internazionale. In difesa torna Samuel al fianco di Cordoba, a centrocampo si rivede Vieira, alla cui esperienza Mourinho non vuole rinunciare in una partita così delicata. Nel Manchester torna vidic, e questa sarà una pedina fondamentale per i reds. Dopo 4 minuti infatti Vieira perde Vidic nel cuore dell’area e il difensore mette la palla nell’angolo dove Julio Cesar non ci arriva. L’Inter cerca una timida reazione, ma non punge contro una retroguardia avversaria ben organizzata e ottima negli anticipi su Ibrahimovic. Clamorosa occasione per l’Inter al 28′: punizione di Maicon e colpo di testa schiacciato di Ibra che scheggia la traversa e termina a fondo campo. Peccato, davvero. La squadra di Mourinho cresce minuto dopo minuto, costringendo il Manchester ad arretrare, ma Ibra è troppo solo e quando riceve la palla non sa che farne. Magia di Stankovic al 36′: il serbo tenta il jolly di prima intenzione su sponda di Ibrahimovic ma il pallone sfiora l’incrocio dei pali. Dall’altra parte splendida uscita di Julio Cesar, che chiude lo specchio a O’Shea tenuto in gioco da Maicon. I ritmi si alzano e le occasioni aumentano. Ibra inventa un assit strepitoso per Stankovic, che impatta però male la sfera a pochi passi da Van der Saar. Grande palla di Balotelli per Ibra al 40′, ma il diagonale dello svedese termina fuori di poco. Buona incursione di Maicon al 44′, ma il destro del brasiliano viene fermato da Van der Sar. La replica dalla distanza di Rooney si spegne a fondo campo e rappresenta l’ultima nota di cronaca di un primo tempo iniziato malissimo, ma terminato in crescendo per l’Inter. La ripresa non vede più in campo Vieira, sostituito da Muntari. Tatticamente i nerazzurri tornano al classico 4-3-1-2, con Stankovic che abbandona la posizione di esterno destro per tornare a giostrare dietro le due punte. Il primo squillo di tromba porta la firma di Balotelli: destro violento, ma fuori. Al 48′ arriva però la beffa del 2-0: cross di Rooney da sinistra e anticipo di Cristiano Ronaldo che firma un gol pesantissimo, con Berbatov che si trova però in fuorigioco sul traversone. L’Inter tenta una reazione con un sinistro di Cambiasso, ma Van der Sar respinge il suo tiro e, contemporaneamente, la speranza interista. Nel frattempo Mourinho lancia la terza punta: Adriano entra al posto di Stankovic. Che sia una serata sfortunata per i nerazzurri è palese al 60′: triangolo largo Adriano-Cambiasso, tentativo acrobatico del brasiliano e palo clamoroso. Non ne va bene davvero una. Dall’altra parte doppia occasione per i Red Devils, che costringono Julio Cesar a intervenire su Berbatov e Cristiano Ronaldo nel giro di pochi secondi. Al 70′ escono Balotelli e Scholes, entrano Figo e Anderson. Tatticamente, cambia poco per entrambe. Bello il cross di Muntari al 72′, ma la deviazione di Ibrahimovic, che sembrava destinata a miglior sorte, si spegne sull’esterno della rete. La fortuna ha in pratica deciso da che parte stare, senza il minimo dubbio… Bene Julio Cesar all’85′ sul calcio di punizione di Cristiano Ronaldo, in quello che è l’ultimo episodio da segnalare della partita. Il fischio finale di Stark manda in visibilio l’Old Trafford e impone all’Inter l’ennesimo boccone amarissimo d’Europa.
MANCHESTER UTD-INTER 2-0 (1-0)MARCATORI: Vidic al 4’ p.t.; Ronaldo al 4’ s.t.MANCHESTER UTD (4-4-2): Van der Sar; O’Shea, Ferdinand, Vidic, Evra; Ronaldo, Carrick, Scholes (dal 25’ s.t. Anderson), Giggs; Rooney (dal 39’ s.t. Park), Berbatov. (Foster, Evans, Gibson, Fletcher, Tevez). All. Ferguson.
INTER (4-5-1): Julio Cesar; Maicon, Cordoba, Samuel, Santon; Stankovic (dal 13’ s.t. Adriano), Cambiasso, Vieira (dal 1’ s.t. Muntari), Zanetti, Balotelli (dal 25’ s.t. Figo); Ibrahimovic. (Toldo, Maxwell, Rivas, Cruz). All. Mourinho.ARBITRO: W. Stark. Assistenti: Kadach-Wezel (Ger).
NOTE: serata umida, stadio esaurito (75mila spettatori circa); ammoniti Samuel
Per la Roma invece il sogno svanisce solo dopo i calci di rigore. La formazione giallorossa saluta la Champions e la possibilità della finale che si giocherà nella capitale. Ha lottato con il cuore e offrendo tutto quello che poteva, ma alla fine a fare festa è l’Arsenal, l’uomo nero di questa favola, iniziata bene e finita come non si meritava. Diamoutene al posto dell’ancora febbricitante Mexes, Totti (con il tutore) e Pizarroi, ha gettato subito il cuore oltre l’ostacolo. E pazienza, se dopo soli 4?, si è fatto male anche Juan, perché proprio il brasiliano, al 9?, (uscito poi al 27? per Baptista), aiutato da una giocata Tonetto-Totti ha trovato la forza per far secco Almunia e azzerare l’handicap stabilito dal rigore di Van Persie. Fatto sta che la bandiera bianca alzata anche da Juan, ha costretto Spalletti a ridisegnare un’altra volta la Roma, piazzando al centro della difesa l’inedita coppia Diamoutene- Riise e arretrando un Tonetto che nei primi minuti aveva creato qualche rogna a Sagna. L’esperimento forzato ha comunque tenuto in piedi la baracca, al punto che i giallorossi sono giunti all’intervallo con qualche rimpianto per non essere riusciti ad assestare il colpo del 2-0, specialmente quando Almunia ha detto di no due volte a Motta e Taddei e quando Mejuto Gonzalez ha fatto infuriare Spalletti e tutto l’Olimpico, sorvolando su un quasi placcaggio in area di rigore di Clichy sullo stesso Motta. La ripresa, a scapito di chi si aspettava fuochi d’artificio ed effetti speciali, ha offerto davvero molto poco: la Roma ha provato a fare quel poco che la scarsissima dote di benzina rimasta nel serbatoio le poteva permettere, l’Arsenal anche di meno, andando sempre a sbattere sull’efficace muraglia allestita da Riise e Diamoutene. E così, dopo una colossale palla qualificazione dilapidata da Baptista, una testata ravvicinata di Touré alta di un soffio e la resa di Taddei (sostituito da Aquilani), si è arrivati, inevitabilmente, ai tempi supplementari. Poi i rigori, quelli maledetti che non portano ai quarti nessuna italiana.
‘Sarebbe stato meglio perdere tre a zero, cosi’ e’ una coltellata’. Questo il commento di Francesco Totti al termine della gara con l’Arsenal. Molto amareggiato Tonetto, che ha sbagliato l’ottavo rigore, quello che ha dato il successo ai Gunners: ‘Mi dispiace tantissimo, avevamo fatto un’ottima partita e meritavamo la qualificazione. Mi spiace per tutta questa gente che ci ha sostenuto ininterrottamente per due ore’. Brighi pensa al futuro: ‘C’e’ il rischio di ripercussioni a livello psicologico’. Arsen Wenger si dice orgoglioso del suo Arsenal, vittorioso ai rigori contro la Roma in Champions League. Ma non ha mancato di rendere omaggio alla Roma per aver messo la sua squadra in difficoltà. “Devo congraturlarmi con loro. Potete vedere tutti come ci hanno messo tremendamente in difficoltà” ha detto Wenger. “Sono comunque orgoglioso dei miei ragazzi”. Il tecnico si spiega: “Siamo orgogliosi della nostra forza mentale, perché è questa una qualità che è stata sempre e tanto messa in discussione nel nostro gruppo. Ero preoccupato dopo l’andata - prosegue Wenger - Sapevo che loro avrebbero dato tutto. Ora l’Inghilterra può essere anche lei orgogliosa di avere quattro squadre ancora in competizione. Mi preoccupavo anche perché sarebbe stato un duro colpo per i ragazzi essere gli unici a rimanere fuori”.
Roma- Arsenal 1-0 (6-7 dcr)
ROMA (4-1-3-2): Doni; Motta, Diamoutene, Juan (27° Baptista), Riise; Pizarro; Brighi (119° Montella), Taddei (90° Aquilani), Tonetto; Vucinic, Totti. All. Spalletti
ARSENAL (4-2-3-1): Almunia; Sagna, Tourè, Gallas, Clichy; Diaby, Denilson; Ebouè (73° Walcott), Nasri, Bendtner (85° Eduardo); Van Persie. All. Wenger
Arbitro: Mejuto Gonzales
Rete: 9° Juan
Sequenza rigori: Eduardo parato, Pizarro gol, Van Persie gol, Vucinic parato, Walcott gol, Baptista gol, Nasri gol, Montella gol, Denilson gol, Totti gol, Tourè gol, Aquilani gol, Sagna gol, Riise gol, Diaby gol, Tonetto fuori Angoli: 13-8 per l’Arsenal
La Juventus è fuori; I bianconeri non riescono a ribaltare l’0-1 subito a Londra e con il 2-2 dell’Olimpico viene eliminata. La Juventus di Claudio Ranieri scende in campo all’Olimpico con il tridente e schiera Iaquinta in appoggio a Del Piero e Trezeguet, coppia storica dell’attacco bianconero, con Mellberg al posto dell’infortunato Legrottaglie. Hiddink risponde con Essien invece di Kalou, per un centrocampo più coperto, alla ricerca della sesta vittoria consecutiva dal suo arrivo sulla panchina blues. Dopo il fischio d’inizio dello spagnolo Undiano Mallenco, la Juventus prova a farsi vedere in avanti ma la difesa inglese sembra controllare bene gli spazi. I primi minuti regalano subito interventi decisi da entrambe le parti, ma è Nedved ad avere la peggio. Dopo un colpo al fianco ricevuto da Anelka al 13’ il ceco deve lasciare il posto a Salihamidzic. La Juventus tira un sospiro di sollievo per un fuorigioco dubbio fischiato proprio ad Anelka, poi passa in vantaggio: splendido scambio tra Trezeguet e Iaquinta con quest’ultimo che entra in area e batte Cech di destro. 1-0, subito pareggiato il gol di Drogba a Londra. Il Chelsea accusa il colpo e la Juventus per qualche minuto sembra avere il controllo dell’incontro. Dopo la mezzora il ritmo cala però inevitabilmente, con le squadre che si fronteggiano soprattutto a centrocampo e il gioco frammentato dagli interventi fallosi. Negli ultimi minuti però l’incontro si infiamma nuovamente: prima Buffon ferma una punizione maligna di Drogba, bloccando la sfera sulla linea di porta poi, nel primo minuto di recupero, il Chelsea trova la rete del pareggio con Essien. Conclusione di Lampard dalla distanza, Buffon devia il pallone sulla traversa ma non può nulla sul tap-in vincente del ghanese che congela l’entusiasmo dell’Olimpico. Ora la Juventus è chiamata ad una vera impresa: per conquistare i quarti deve vincere con due gol di scarto. La ripresa si apre con gli stessi schieramenti per entrambe le squadre, con gli allenatori che aspettano per cambiare tattiche e strategie. Il Chelsea, forte del gol siglato in trasferta, sembra controllare la gara mentre la Juventus fatica a costruire azioni di gioco pericolose. Chiellini rimedia un cartellino giallo al 53’ prima che Ranieri decida di mandare in campo Giovinco per Iaquinta, sperando in uno spunto del suo giovane fantasista. I padroni di casa spingono e Trezeguet impegna Cech di testa al 65’. Cinque minuti dopo però la partita ha una svolta: Chiellini interviene duro su Drogba e l’arbitro Mallenco non esita a mostrare il secondo cartellino giallo. Juventus in dieci uomini. La partita sembra chiusa ma Del Piero la riaccende dopo pochi istanti: su una punizione del numero dieci bianconero Belletti colpisce con la mano. Il direttore di gara non si dimostra sicuro, ma alla fine assegna il rigore alla Juventus. Lo stesso Del Piero, con freddezza, trasforma e infiamma nuovamente l’Olimpico alla ricerca del clamoroso gol qualificazione. Ranieri prova anche la carta Amauri, dentro per Trezeguet, ma l’inferiorità numerica pesa in difesa e all’83’ il Chelsea chiude i conti. Drogba, servito da Belletti con un cross basso, fulmina Buffon e chiude i conti. Negli ultimi minuti il portiere bianconero evita la beffa della sconfitta casalinga con due prodezze su Ballack e Belletti, chiudendo il percorso il Champions con un pareggio e uscendo comunque tra gli applausi del pubblico.