La Parola di oggi

Apr 22nd, 2010 | Di cc | Categoria: Religione

LA PAROLA DI OGGI
23 aprile 2010
Venerdì
S. Giorgio - III di Pasqua (C) - III

PREGHIERA DEL MATTINO
Signore, è venerdì: è il mattino che segue la Cena, il giorno in cui deve
manifestarsi che cosa significa offrire la propria carne e il proprio
sangue. Io non potrò essere presente oggi quando la tua comunità si
riunirà per annunciare la tua morte e lodare la tua risurrezione. Ma ti
prego in questo giorno, fa’ che tutta la mia vita sia segnata da questo
dono: “Prendete”. Amen.

PRIMA LETTURA (At 9,1-20)
Egli è per me uno strumento eletto per portare il mio nome dinanzi ai
popoli.
Dagli Atti degli Apostoli
In quei giorni, Saulo, sempre fremente minaccia e strage contro i
discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere
per le sinagoghe di Damasco al fine di essere autorizzato a condurre in
catene a Gerusalemme uomini e donne, seguaci della dottrina di Cristo, che
avesse trovati.
E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco,
all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e cadendo a terra udì una
voce che gli diceva: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?”. Rispose: “Chi
sei, o Signore?”. E la voce: “Io sono Gesù, che tu perseguiti! Orsù,
alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare”.
Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti,
sentendo la voce ma non vedendo nessuno. Saulo si alzò da terra ma, aperti
gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a
Damasco, dove rimase tre giorni senza vedere e senza prendere né cibo né
bevanda.
Ora c’era a Damasco un discepolo di nome Anania e il Signore in una
visione gli disse: “Anania!”. Rispose: “Eccomi, Signore!”. E il Signore
a lui: “Su, va’ sulla strada chiamata Diritta, e cerca nella casa di Giuda
un tale che ha nome Saulo, di Tarso; ecco sta pregando, e ha visto in
visione un uomo, di nome Anania, venire e imporgli le mani perché ricuperi
la vista”. Rispose Anania: “Signore, riguardo a quest’uomo ho udito da
molti tutto il male che ha fatto ai tuoi fedeli in Gerusalemme. Inoltre
ha l’autorizzazione dai sommi sacerdoti di arrestare tutti quelli che
invocano il tuo nome”. Ma il Signore disse: “Va’, perché egli è per me uno
strumento eletto per portare il mio nome dinanzi ai popoli, ai re e ai
figli di Israele; e io gli mostrerò quanto dovrà soffrire per il mio
nome”.
Allora Anania andò, entrò nella casa, gli impose le mani e disse: “Saulo,
fratello mio, mi ha mandato a te il Signore Gesù, che ti è apparso sulla
via per la quale venivi, perché tu riacquisti la vista e sia colmo di
Spirito Santo”. E improvvisamente gli caddero dagli occhi come delle
squame e ricuperò la vista; fu subito battezzato, poi prese cibo e le
forze gli ritornarono.
Rimase alcuni giorni insieme ai discepoli che erano a Damasco, e subito
nelle sinagoghe proclamava Gesù Figlio di Dio.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 116)
R. Splenda sul mondo, Signore, la luce del tuo vangelo.
Lodate il Signore, popoli tutti,
voi tutte, nazioni, dategli gloria. R.
Forte è il suo amore per noi
e la fedeltà del Signore dura in eterno. R.

CANTO AL VANGELO (Gv 6,56)
R. Alleluia, alleluia.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue
dimora in me e io in lui, dice il Signore.
R. Alleluia.

VANGELO (Gv 6,52-59)
La mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, i Giudei si misero a discutere tra di loro: “Come può
costui darci la sua carne da mangiare?”.
Gesù disse: “In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del
Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo
risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio
sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora
in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo
per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il
pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e
morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno”.
Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga a Cafarnao.
Parola del Signore.

OMELIA
Alcune volte si ha l’impressione che le Chiese non irradino più
spiritualità. Che esse cerchino di rendere la fede plausibile, che la loro
predicazione lasci da parte tutto quello che è strano e, a maggior
ragione, tutto quello che sfida la morale corrente. Che l’amore di Dio e
del prossimo sia messo sullo stesso piano dell’impegno sociale. Ora,
l’uomo ha bisogno di trascendenza, del mistero dell’inconcepibile. Egli
lo trova in alcune sette religiose. La Chiesa ha perso a questo punto il
suo carattere sacro? Domenica dopo domenica, giorno dopo giorno questa
parola è al centro della sua azione: “Prendete, questo è il mio corpo,
questo è il mio sangue”. E nessuno che non voglia attenuarlo,
trasformandolo in un puro simbolo o ricordo, saprebbe spiegare ciò. È e
resta il mistero della fede. Ma questo mistero sembra esercitare sempre
meno il suo fascino. Piacciono di più le guarigioni miracolose con
l’imposizione delle mani. Tuttavia, il Signore critica questo desiderio
di miracoli spettacolari. Non è da questi che viene la salvezza, ma “colui
che mangia la mia carne e beve il mio sangue avrà la vita eterna”… Non
può esserci, nella Chiesa, né meditazione né spiritualità se si occulta
questo irritante mistero.

PREGHIERA DELLA SERA
Signore, voglio abbandonarmi alla pace, ma una cosa mi preoccupa: che cosa
succede se qualcuno desidera offrirsi e nessuno lo vuole? È questo che ti
è successo. Malgrado la tua promessa di vita eterna, alla quale aspira
qualsiasi essere effimero, non si desidera più né la tua carne né il tuo
sangue come nutrimento e come bevanda. Allora come è possibile che il mio
tentativo di essere qui per gli altri venga presto coronato dal successo?
Forse vuoi dimostrarmi che accettare il dono che tu mi fai è ancora più
importante che riuscire ad essere io stesso accettato… Mi rimetto a te.
Amen.

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