Emergency, il governo c’è. E risolve

Apr 21st, 2010 | Di cc | Categoria: Esteri

Sono bastati otto giorni, al governo Berlusconi, per ottenere la liberazione dei tre operatori umanitari di Emergency catturati nell’ospedale di Lashkar Gah con l’accusa di avere complottato per uccidere il governatore della regione di Helmand. Otto giorni nei quali è successo tutto quello che oggi, a operazione felicemente conclusa, appare come l’ennesima prova del pericoloso dilettantismo delle frange estreme della sinistra e, al contrario, della responsabilità ed efficacia dell’esecutivo di centro-destra. Ancora una volta, il governo Berlusconi ha dovuto rimediare a errori commessi in passato da governi del centro-sinistra, in particolare dal governo Prodi (ministro degli Esteri D’Alema), quando la mediazione per la liberazione del giornalista di Repubblica Daniele Mastrogiacomo venne affidata proprio a Emergency, notoriamente invisa alla Nato e al governo di Karzai. Il risultato fu che Mastrogiacomo venne sì liberato, ma Emergency si “dimenticò” di accertarsi anche della salvezza del suo interprete-giornalista, Adjmal Mashkbandi, un afgano nipote di un alto funzionario della polizia, che venne poi decapitato dai talebani per dimostrare che Karzai si preoccupava di far liberare gli stranieri ma non i suoi cittadini. Fu uno smacco per il leader afgano, una ferita che non si è più rimarginata e che ha contribuito a creare le condizioni per la cattura dei tre operatori di Emergency. Fin qui il passato: un errore grave del governo di centro-sinistra (e di Emergency), il cui conto è andato in pagamento in questi giorni.E adesso? Dopo la cattura, la reazione della Farnesina è stata cauta, come si deve quando si ha la responsabilità della diplomazia di un Paese come l’Italia, in una situazione delicata nella quale sono in gioco le vite di tre connazionali. Gino Strada, il patron di Emergency, non è riuscito a evitare d’andare in televisione e di chiamare i suoi fan in piazza, e tuttavia non è riuscito a smuovere l’esecutivo dalla scelta di agire con determinazione, ma in silenzio. La svolta è arrivata con la lettera del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, a Karzai nella quale si ribadiva l’impegno dell’Italia a favore dell’Afghanistan e si chiedeva però la garanzia e il rispetto pieno dei diritti di difesa dei tre italiani prigionieri. La riservatezza del governo è stata tale, che neppure oggi è noto il contenuto di quella lettera. Tutto mentre Strada continuava a esprimere le sue critiche al governo afgano e alla Nato (in particolare ai britannici che avevano partecipato al “blitz” nell’ospedale di Lashkar Gah). Il governo ha resistito alla tentazione di rispondere alle polemiche, preferendo lavorare e far parlare i fatti. Che sono puntualmente arrivati. Prima c’è stato un duro e abile lavoro di contatto da parte della nostra Intelligence in Afghanistan, poi, anzi contemporaneamente, si è messa in moto la diplomazia con il nostro ambasciatore a Kabul e un inviato di Frattini che hanno incontrato direttamente Karzai.Quindi, si è ragionato sulla possibile soluzione che consentisse anche al governo afgano di non perdere la faccia in assenza di prove certe della colpevolezza dei tre. Da Roma sono arrivate tutte le risposte giuste, compresa la soluzione tecnica di affidare i tre alle “cure” di un giudice italiano che valuterà eventuali elementi contro di loro. Liberi, quindi, alla fine, consegnati in mani italiane, all’Intelligence, al nostro ambasciatore. Ringraziamenti da tutte le forze politiche, compreso il Partito democratico.    Italia-Germania/Merkel: bilaterale il prima possibile Il vertice bilaterale tra l’Italia e la Germania si terra’ ”il prima possibile”: lo ha detto oggi la cancelliera tedesca Angela Merkel durante il suo discorso di inaugurazione della fiera di Hannover. ”Ho avuto l’opportunita’ di parlare al telefono con il presidente del consiglio Silvio Berlusconi e abbiamo concordato di tenere le consultazioni di governo il prima possibile per consolidare i rapporti italo-tedeschi”. Come e’ noto, il vertice bilaterale tra i due paesi e’ stato rinviato a data da definire a causa del blocco del traffico provocato dall’eruzione del vulcano in Islanda.

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