VISITA DEL PAPA IN CAMPIDOGLIO
Mar 9th, 2009 | Di cc | Categoria: Cronaca NazionaleTutta la comunità della città di Roma, si è stretta nella visita del Papa in Campidoglio, con un messaggio per tutti, com’è nella natura stessa di Roma, una “singolare metropoli” espressione del mondo. C’è una prospettiva di impegno e, nello stesso tempo, di fiducia.
I Papa continua la sua tesi comune impegno e ribadisce la presenza della Chiesa, delle parrocchie, delle comunità, che si spendono nel concreto della vita quotidiana e delle tante emergenze che interessano i cittadini. Alla vigilia dei grandi viaggi in Africa e in Terra Santa,
Benedetto XVI in Campidoglio compie un viaggio molto breve ma intenso e ricco di significati. Il Papa – e prima di lui il sindaco – passa in rassegna tutti i problemi della Capitale, che sono poi i problemi di questi anni, in Italia e in molti Paesi occidentali sviluppati: l’integrazione degli immigrati, la legalità, gli episodi di violenza, la crisi economica e la precarietà, l’emergenza abitativa.
Ritorna qui il tema del “bene comune”, che in concreto comporta sviluppare quel tessuto civico fatto di tutela dei diritti fondamentali della persona e di rispetto della legalità, di solidarietà e generosità, «un tessuto sociale di accoglienza e di rispetto dove l’incontro tra la cultura e la fede, tra la vita sociale e la testimonianza religiosa cooperi a formare comunità veramente libere e animate da sentimenti di pace».
Ecco, allora, l’importanza, per Roma ovviamente, ma proprio per la Roma «modello» di civiltà, di una nuova coscienza, di un nuovo dinamismo: «Nell’era post-moderna Roma deve riappropriarsi della sua anima più profonda, delle sue radici civili e cristiane, se vuole farsi promotrice di un nuovo umanesimo che ponga al centro la questione dell’uomo riconosciuto nella sua piena realtà».
Ci sono qui i tratti dei grandi indirizzi sulla “questione antropologica”, sulla “questione di Dio” e sulla “questione educativa”. Grandi temi, su cui lavorare e su cui costruire per guardare con fiducia, la fiducia dell’investimento lungimirante e dell’impegno quotidiano e concreto, ad un stagione complessa, la cui cifra però non può solo essere la crisi. Dopo Pio IX, ancor prima dell’Unità, questa è la terza visita di un Papa: Paolo VI andò a pochi mesi dalla fine del Concilio, Giovanni Paolo II alla vigilia del Giubileo, nel gennaio 1998. Roma è “mondo” e Benedetto XVI non ha mancato di ricordare, al centro del suo discorso, i grandi temi della storia accelerata di questo primo decennio del secolo. Le «inedite sfide culturali, sociali ed economiche» che ci stanno davanti non possono semplicemente essere riportate alle emergenze contingenti. Il Papa infatti nota «un disagio più profondo»: eliminare Dio, afferma, «priva l’uomo delle certezze spirituali e della speranza necessarie per affrontare le difficoltà e le sfide quotidiane».