Invano tiro al bersaglio sul Tg1
Apr 5th, 2010 | Di cc | Categoria: Politica
Avviando un ricambio dei conduttori del Tg1 Augusto Minzolini non ha fatto altro che esercitare le proprie prerogative di direttore. Partiti, partitini, movimenti e congreghe assortite di cosiddetti giornalisti democratici hanno alzato il gran polverone, del quale si è fatta interprete la “fatina” bionda Maria Luisa Busi: intervista a Repubblica (e dove se no?) e accuse al suo direttore di “rappresaglia” e quant’altro. Minzolini non è uno che si lasci intimidire ed è partito in contropiede con una lettera ai vertici della Rai per segnalare come la giornalista non abbia neppure rispettato le regole che impongono di chiedere l’autorizzazione per le interviste (“gliel’avrei concessa”), offendendo in tal modo quei colleghi che quelle regole le rispettano. Nella lettera Minzolini contesta inoltre alla conduttrice le parole sul presunto calo di ascolti e lo fa con i numeri: il Tg1 migliora rispetto allo scorso anno, cresce molto nel target 30-40 anni, si distacca di 4 punti dal concorrente Tg5. Precedentemente la Busi aveva attaccato Minzolini quando, inviata all’Aquila, aveva solidarizzato con quanti accusavano il Tg1 di non dire la verità sul terremoto: un atteggiamento di aperta sconfessione, fra l’altro, della professionalità e del lavoro degli altri suoi colleghi. Nella lettera si ricorda anche l’esito delle elezioni dell’Aquila, con la presidente della Provincia, attivista della protesta anti Berlusconi, sonoramente battuta dal candidato Pdl. Naturalmente alla Busi è arrivato il sostegno di tutte le congreghe dei giornalisti cosiddetti democratici, oltreché di partiti, partitini e movimenti vari della sinistra. Solidarietà per lei, ma non per quei colleghi che dalle sue offese si sono dovuti difendere da soli, mandando in minoranza il cdr che avrebbe voluto mettere sotto accusa Minzolini. Ma il problema vero è un altro. La Busi non condivide la linea del direttore, la collocazione delle notizie e i contenuti di quello stesso telegiornale che è chiamata a condurre ogni giorno. E’ una “vetrina” del tg1: ma è ancora credibile, in quel ruolo, di fronte ai telespettatori? Maurizio Lupi - “Ricordo a quanti in queste ore continuano l’indegno tiro al bersaglio nei confronti di Augusto Minzolini che il contratto di lavoro dei giornalisti affida al direttore la ‘competenza esclusiva’ nello ’stabilire le mansioni di ogni giornalista’. Queste sono le regole, e le dovrebbero conoscere bene i presunti difensori della liberta’ d’informazione che in questi mesi sono scesi in piazza protestando contro un inesistente regime. Ma e’ sempre la solita storia: due pesi e due misure. E due pesi e due misure ci sono anche nell’interpretazione dei risultati che il tg1 sta raccogliendo”. Osvaldo Napoli - ”In Italia si cambiano, anche con una certa frequenza, direttori di testate giornalistiche o di agenzie o di reti televisive. In ogni circostanza del genere si verificano vere e proprie transumanze di capi struttura, nomine di vice direttori e allontanamento di altri. Non ho notizie, forse per mia ignoranza, di sollevazioni di Cdr o di scioperi o di azioni di protesta contro qualche direttore. Se questa non e’ la prova dell’aggressione politica ad Augusto Minzolini!”. Antonio Verro - “Non è tollerabile che un volto del Tg delle 20 sconfessi la linea del telegiornale che interpreta ogni sera, per coerenza si dimetta. Nell’intervista di ieri ha travalicato il diritto di critica. La Rai dovrebbe chiederle i danni. E non è vero che il Tg1 perde ascolti, cresce invece nella fascia dei giovani”.