La Parola di oggi
Apr 1st, 2010 | Di cc | Categoria: ReligioneLA PAROLA DI OGGI
2 aprile 2010
Venerdì
Passione del Signore - settimana santa (C) - P
PREGHIERA DEL MATTINO
O Gesù, nell’ultima Cena, che ieri sera abbiamo commemorato, hai pregato
perché la tua Chiesa fosse una. Donaci di poter dire con cuore ardente:
“Sia fatta la tua volontà”. Fa’ che possiamo davvero essere un solo Pane,
un solo Corpo, grazie alla forza di questo santo Sacramento dell’unità.
Attiraci a te, principe della pace e dell’unità. Fa’ che nell’ultimo
giorno di questo mondo, quando non vi saranno più sacramenti, ci
presentiamo a te come una cosa sola con tutta la tua Chiesa celeste, una
cosa sola con tutti i tuoi santi in un amore senza fine, una cosa sola
con la Trinità, nell’unità perfetta. Amen.
ORAZIONE
Ricordati, Padre, della tua misericordia;
santifica e proteggi sempre questa tua famiglia,
per la quale Cristo, tuo Figlio,
inaugurò nel suo sangue il mistero pasquale.
Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
PRIMA LETTURA (Is 52,13- 53,12)
Egli è stato trafitto per i nostri delitti.
Dal libro del profeta Isaia
Ecco, il mio servo avrà successo, sarà innalzato, onorato, esaltato
grandemente.
Come molti si stupirono di lui - tanto era sfigurato per essere d’uomo
il suo aspetto e diversa la sua forma da quella dei figli dell’uomo -
così si meraviglieranno di lui molte genti; i re davanti a lui si
chiuderanno la bocca, poiché vedranno un fatto mai ad essi raccontato e
comprenderanno ciò che mai avevano udito.
Chi avrebbe creduto al nostro annunzio?
A chi sarebbe stato manifestato il braccio del Signore?
È cresciuto come un virgulto davanti a lui e come una radice in terra
arida.
Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore
per potercene compiacere.
Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il
patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato
e non ne avevamo alcuna stima.
Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i
nostri dolori e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato.
Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre
iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe
noi siamo stati guariti.
Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua
strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti.
Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello
condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non
aprì la sua bocca.
Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo; chi si affligge
per la sua sorte?
Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, per l’iniquità del mio popolo
fu percosso a morte.
Gli si diede sepoltura con gli empi, con il ricco fu il suo tumulo,
sebbene non avesse commesso violenza né vi fosse inganno nella sua bocca.
Ma al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
Quando offrirà se stesso in espiazione, vedrà una discendenza, vivrà a
lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua
conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà
la loro iniquità.
Perciò io gli darò in premio le moltitudini, dei potenti egli farà
bottino, perché ha consegnato se stesso alla morte ed è stato annoverato
fra gli empi, mentre egli portava il peccato di molti e intercedeva per
i peccatori.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 30)
R. Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito.
In te, Signore, mi sono rifugiato, mai sarò deluso;
per la tua giustizia salvami.
Mi affido alle tue mani;
tu mi riscatti, Signore, Dio fedele. R.
Sono l’obbrobrio dei miei nemici,
il disgusto dei miei vicini, l’orrore dei miei conoscenti;
chi mi vede per strada mi sfugge.
Sono caduto in oblio come un morto,
sono divenuto un rifiuto. R.
Io confido in te, Signore;
dico: “Tu sei il mio Dio,
nelle tue mani sono i miei giorni”.
Liberami dalla mano dei miei nemici,
dalla stretta dei miei persecutori. R.
Fa’ splendere il tuo volto sul tuo servo,
salvami per la tua misericordia.
Siate forti, riprendete coraggio,
o voi tutti che sperate nel Signore. R.
SECONDA LETTURA (Eb 4,14-16; 5,7-9)
Cristo imparò l’obbedienza e divenne causa di salvezza eterna per tutti
coloro che gli obbediscono.
Dalla lettera agli Ebrei
Fratelli, poiché abbiamo un grande sommo sacerdote che ha attraversato
i cieli, Gesù, Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della
nostra fede. Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia
compatire le nostre infermità, essendo stato lui stesso provato in ogni
cosa, come noi, escluso il peccato.
Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ricevere
misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno.
Cristo, nei giorni della sua vita terrena, offrì preghiere e suppliche
con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu
esaudito per la sua pietà. Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza dalle
cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per
tutti coloro che gli obbediscono.
Parola di Dio.
CANTO AL VANGELO (cf. Fil 2,8-9)
R. Gloria e lode a te, Cristo Signore!
Per noi Cristo si è fatto obbediente fino alla morte,
alla morte di croce.
Per questo Dio l’ha esaltato
e gli ha dato il nome che è sopra ogni altro nome.
R. Gloria e lode a te, Cristo Signore!
VANGELO (Gv 18,1- 19,42)
Passione del Signore.
+ Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Giovanni
Afferrarono Gesù e lo legarono
C In quel tempo, Gesù uscì con i suoi discepoli e andò di là dal torrente
Cedron, dove c’era un giardino nel quale entrò con i suoi discepoli.
Anche Giuda, il traditore, conosceva quel posto, perché Gesù vi si
ritirava spesso con i suoi discepoli. Giuda dunque, preso un
distaccamento di soldati e delle guardie fornite dai sommi sacerdoti e
dai farisei, si recò là con lanterne, torce e armi. Gesù allora,
conoscendo tutto quello che gli doveva accadere, si fece innanzi e disse
loro: + “Chi cercate?”. C Gli risposero: P “Gesù, il Nazareno”. C Disse
loro Gesù: + “Sono io!”. C Vi era là con loro anche Giuda, il traditore.
Appena disse “Sono io”, indietreggiarono e caddero a terra.
Domandò loro di nuovo: + “Chi cercate?”. C Risposero: P “Gesù, il
Nazareno”. C Gesù replicò: + “Vi ho detto che sono io. Se dunque cercate
me, lasciate che questi se ne vadano”. C Perché s’adempisse la parola che
egli aveva detto: “Non ho perduto nessuno di quelli che mi hai dato”.
Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori e colpì il
servo del sommo sacerdote e gli tagliò l’orecchio destro. Quel servo si
chiamava Malco. Gesù allora disse a Pietro: + “Rimetti la tua spada nel
fodero; non devo forse bere il calice che il Padre mi ha dato?”.
Lo condussero prima da Anna
C Allora il distaccamento con il comandante e le guardie dei Giudei
afferrarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli era
infatti suocero di Caifa, che era sommo sacerdote in quell’anno. Caifa
poi era quello che aveva consigliato ai Giudei: “È meglio che un uomo
solo muoia per il popolo”.
Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme con un altro discepolo. Questo
discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote e perciò entrò con Gesù nel
cortile del sommo sacerdote; Pietro invece si fermò fuori, vicino alla
porta. Allora quell’altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò
fuori, parlò alla portinaia e fece entrare anche Pietro. E la giovane
portinaia disse a Pietro: P “Forse anche tu sei dei discepoli di
quest’uomo?”. C Egli rispose: P “Non lo sono”. C Intanto i servi e le
guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano;
anche Pietro stava con loro e si scaldava.
Allora il sommo sacerdote interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e
alla sua dottrina. Gesù gli rispose: + “Io ho parlato al mondo
apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti
i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. Perché
interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro;
ecco, essi sanno che cosa ho detto”. C Aveva appena detto questo, che una
delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: P “Così
rispondi al sommo sacerdote?”. C Gli rispose Gesù: + “Se ho parlato male,
dimostrami dov’è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?”.
C Allora Anna lo mandò legato a Caifa, sommo sacerdote.
Non sei anche tu dei suoi discepoli? Non lo sono!
Intanto Simon Pietro stava là a scaldarsi. Gli dissero: P “Non sei anche
tu dei suoi discepoli?”. C Egli lo negò e disse: P “Non lo sono”. C Ma
uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva
tagliato l’orecchio, disse: P “Non ti ho forse visto con lui nel
giardino?”. C Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.
Il mio regno non è di questo mondo.
Allora condussero Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l’alba ed
essi non vollero entrare nel pretorio per non contaminarsi e poter
mangiare la Pasqua. Uscì dunque Pilato verso di loro e domandò: P “Che
accusa portate contro questo uomo?”. C Gli risposero: P “Se non fosse un
malfattore, non te l’avremmo consegnato”. C Allora Pilato disse loro: P
“Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra legge!”. C Gli risposero
i Giudei: P “A noi non è consentito mettere a morte nessuno”. C Così si
adempivano le parole che Gesù aveva detto indicando di quale morte doveva
morire.
Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: P “Tu
sei il re dei Giudei?”. C Gesù rispose: + “Dici questo da te oppure altri
te l’hanno detto sul mio conto?”. C Pilato rispose: P “Sono io forse
Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno consegnato a me; che
cosa hai fatto?”. C Rispose Gesù: + “Il mio regno non è di questo mondo;
se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero
combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è
di quaggiù”. C Allora Pilato gli disse: P “Dunque tu sei re?”. C Rispose
Gesù: + “Tu lo dici; io sono re. Per questo io sono nato e per questo
sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque
è dalla verità, ascolta la mia voce”. C Gli dice Pilato: P “Che cos’è la
verità?”.
C E detto questo uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: P “Io non
trovo in lui nessuna colpa. Vi è tra voi l’usanza che io vi liberi uno
per la Pasqua: volete dunque che io vi liberi il re dei Giudei?”. C
Allora essi gridarono di nuovo: P “Non costui, ma Barabba!”. C Barabba
era un brigante.
Salve, re dei Giudei!
Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati,
intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero
addosso un mantello di porpora; quindi gli venivano davanti e gli
dicevano: P “Salve, re dei Giudei!”. C E gli davano schiaffi. Pilato
intanto uscì di nuovo e disse loro: P “Ecco, io ve lo conduco fuori,
perché sappiate che non trovo in lui nessuna colpa”. C Allora Gesù uscì,
portando la corona di spine e il mantello di porpora.
E Pilato disse loro: P “Ecco l’uomo!”. C Al vederlo i sommi sacerdoti e
le guardie gridarono: P “Crocifiggilo, crocifiggilo!”. C Disse loro
Pilato: P “Prendetelo voi e crocifiggetelo; io non trovo in lui nessuna
colpa”. C Gli risposero i Giudei: P “Noi abbiamo una legge e secondo
questa legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio”. C All’udire
queste parole, Pilato ebbe ancor più paura ed entrato di nuovo nel
pretorio disse a Gesù: P “Di dove sei?”. C Ma Gesù non gli diede
risposta. Gli disse allora Pilato: P “Non mi parli? Non sai che ho il
potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce?”. C
Rispose Gesù: + “Tu non avresti nessun potere su di me, se non ti fosse
stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato nelle tue mani ha
una colpa più grande”.
Via, via, crocifiggilo!
C Da quel momento Pilato cercava di liberarlo; ma i Giudei gridarono: P
“Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque infatti si fa re si
mette contro Cesare!”. C Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori
Gesù e sedette nel tribunale, nel luogo chiamato Litostroto, in ebraico
Gabbata. Era la Parasceve della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse
ai Giudei: P “Ecco il vostro re!”. C Ma quelli gridarono: P “Via, via,
crocifiggilo!”. C Disse loro Pilato: P “Metterò in croce il vostro re?”.
C Risposero i sommi sacerdoti: “Non abbiamo altro re all’infuori di
Cesare”. C Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso.
Lo crocifissero e con lui altri due
Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il
luogo del Cranio, detto in ebraico Golgota, dove lo crocifissero e con
lui altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù nel mezzo.
Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era
scritto: “Gesù il Nazareno, il re dei Giudei”. Molti Giudei lessero
questa iscrizione, perché il luogo dove fu crocifisso Gesù era vicino
alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I sommi
sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: P “Non scrivere: Il re dei
Giudei, ma che egli ha detto: Io sono il re dei Giudei”. C Rispose
Pilato: P “Ciò che ho scritto, ho scritto”.
Si son divise tra loro le mie vesti
C I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e
ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella
tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo.
Perciò dissero tra loro: “Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi
tocca”. C Così si adempiva la Scrittura: “Si son divise tra loro le mie
vesti e sulla mia tunica han gettato la sorte”. E i soldati fecero
proprio così.
Ecco il tuo figlio. Ecco la tua madre!
Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria
di Cleofa e Maria di Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto
a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: + “Donna, ecco il
tuo figlio!”. C Poi disse al discepolo: + “Ecco la tua madre!”. C E da
quel momento il discepolo la prese nella sua casa.
Tutto è compiuto!
Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse
per adempiere la Scrittura: + “Ho sete”. C Vi era lì un vaso pieno
d’aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna
e gliela accostarono alla bocca. E dopo aver ricevuto l’aceto, Gesù
disse: + “Tutto è compiuto!”. C E, chinato il capo, spirò.
Qui ci si genuflette e si fa una breve pausa.
E subito ne uscì sangue e acqua
Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero
in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato),
chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati
via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi
all’altro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti però da Gesù
e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei
soldati gli colpì il costato con la lancia e subito ne uscì sangue e
acqua.
Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera ed egli
sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne
perché si adempisse la Scrittura: “Non gli sarà spezzato alcun osso”. E
un altro passo della Scrittura dice ancora: “Volgeranno lo sguardo a
colui che hanno trafitto”.
Presero il corpo di Gesù e lo avvolsero in bende con oli aromatici
Dopo questi fatti, Giuseppe d’Arimatea, che era discepolo di Gesù, ma di
nascosto per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di
Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi
andò anche Nicodemo, quello che in precedenza era andato da lui di notte,
e portò una mistura di mirra e di aloe di circa cento libbre. Essi
presero allora il corpo di Gesù, e lo avvolsero in bende insieme con oli
aromatici, com’è usanza seppellire per i Giudei. Ora, nel luogo dove era
stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo,
nel quale nessuno era stato ancora deposto. Là dunque deposero Gesù, a
motivo della Parasceve dei Giudei, poiché quel sepolcro era vicino.
Parola del Signore.
OMELIA
La più grande lezione che Gesù ci dà nella passione, consiste
nell’insegnarci che ci possono essere sofferenze, vissute nell’amore, che
glorificano il Padre.
Spesso, è la “tentazione” di fronte alla sofferenza che ci impedisce di
fare progressi nella nostra vita cristiana. Tendiamo infatti a credere
che la sofferenza è sempre da evitare, che non può esserci una sofferenza
“santa”. Questo perché non abbiamo ancora sufficientemente fatto prova
dell’amore infinito di Dio, perché lo Spirito Santo non ci ha ancora
fatto entrare nel cuore di Gesù. Non possiamo immaginarci, senza lo
Spirito Santo, come possa esistere un amore più forte della morte, non
un amore che impedisca la morte, ma un amore in grado di santificare la
morte, di pervaderla, di fare in modo che esista una morte “santa”: la
morte di Gesù e tutte le morti che sono unite alla sua.
Gesù può, a volte, farci conoscere le sofferenze della sua agonia per
farci capire che dobbiamo accettarle, non fuggirle. Egli ci chiede di
avere il coraggio di rimanere con lui: finché non avremo questo coraggio,
non potremo trovare la pace del suo amore.
Nel cuore di Gesù c’è un’unione perfetta fra amore e sofferenza: l’hanno
capito i santi che hanno provato gioia nella sofferenza che li avvicinava
a Gesù.
Chiediamo umilmente a Gesù di concederci di essere pronti, quando egli
lo vorrà, a condividere le sue sofferenze. Non cerchiamo di immaginarle
prima, ma, se non ci sentiamo pronti a viverle ora, preghiamo per coloro
ai quali Gesù chiede di viverle, coloro che continuano la missione di
Maria: sono più deboli e hanno soprattutto bisogno di essere sostenuti.
PREGHIERA DELLA SERA
“Questa sera, Signore, noi vogliamo vegliare con te, contemplare la tua
passione, per penetrare nel mistero del tuo amore infinito per noi.
Prepara il nostro cuore ad accogliere il mistero della croce, metti in
noi lo spirito di grazia, di supplica e di compunzione per i nostri
peccati e per i peccati di tutta l’umanità.
O Maria, tu che hai vissuto con il tuo Figlio la sua agonia e la sua
morte, donaci di piangere con te, un pianto che non cessi mai e che
irrori continuamente il terreno dell’anima, rendendo molli le zolle
indurite del nostro cuore”.