Carabinieri: sequestrati a Napoli circa 3.000 puntatori laser vietati
Apr 1st, 2010 | Di cc | Categoria: Cronaca di NapoliOrmai la città è invasa da giovani e meno giovani che si divertono a dare fastidio con i puntatori laser. I Carabinieri hanno sequestrano quasi 3000 puntatori laser di cui è vietata la vendita.
Gli appartenenti all’arma dei Carabinieri della Compagnia di Napoli/Poggioreale la scorsa notte hanno denunciato 4 commercianti cinesi sorpresi mentre ponevano in vendita puntatori laser di cui è vietata la commercializzazione sul territorio nazionale (di classe pari o superiore alla terza).
Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati 2.477 puntatori laser, per un valore commerciale di 15.000 euro.
I militari dell’Arma hanno operato decine di controlli finalizzati alla verifica della regolarità della vendita, della detenzione e dell’utilizzo di puntatori laser.
Negli ultimi mesi, il fenomeno dell’uso di puntatori laser in occasione di manifestazioni sportive (si pensi al riguardo, a quanto recentemente accaduto allo Stadio San Paolo di Napoli durante la partita tra Napoli e Juventus) o in prossimità di aeroporti ha fatto registrare un preoccupante e costante aumento. Tali episodi, infatti, possono comportare danni alla salute o incidenti.
I LASER (acronimo di Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation) sono sorgenti di radiazione ottica, visibile e non, la cui luce viene emessa in un fascio generalmente di forma circolare e di sezione molto piccola.
La classificazione dei laser è fatta in base alla potenza e sono previste quattro diverse classi.
Un puntatore laser, anche di bassa potenza, è in grado di produrre sulla retina aumenti di temperatura potenzialmente pericolosi e può provocare delle lesioni oculari, costituendo pertanto un pericolo grave ed immediato per la salute umana.
Proprio in quanto prodotti potenzialmente pericolosi per la salute, il decreto legislativo 206 del 2005 prevede il divieto di commercializzazione dei dispositivi appartenenti alla classe terza o superiori.
Le attività svolte dai Carabinieri in varie parti d’Italia hanno permesso di verificare che tali apparecchiature sono spesso illegalmente importate da paesi dell’estremo oriente.