La Parola di oggi

Mar 31st, 2010 | Di cc | Categoria: Religione

LA PAROLA DI OGGI
31 marzo 2010
Mercoledì
S. Beniamino - Settimana Santa (C) - II
PREGHIERA DEL MATTINO
Signore! Come tutte le mattine, in questo giorno tu mi rivolgi la parola,
per istruirmi. Alcuni “maestri” mi offrono le “favole” del mondo, di
fronte alla tua verità… Per loro, tu avresti dovuto scendere dalla tua
croce, invece di restarci. Ma tu hai preferito mostrarmi la via. Così tu
mi istruisci, di modo tale che io possa dare a colui che ne ha bisogno una
parola di incoraggiamento. Tu sei passato attraverso la prova del
dolore…: nel crogiolo l’amore, come l’oro, viene purificato. Se ti
cerco, non rimarrò sconcertato; e il mio cuore troverà la vita in te.

PRIMA LETTURA (Is 50,4-9a)
Non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi.
Dal libro del profeta Isaia
Il Signore Dio mi ha dato una lingua da iniziati, perché io sappia
indirizzare allo sfiduciato una parola.
Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come gli
iniziati.
Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non
mi sono tirato indietro.
Ho presentato il dorso ai flagellatori, la guancia a coloro che mi
strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli
sputi.
Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto confuso, per questo rendo
la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare deluso.
È vicino chi mi rende giustizia; chi oserà venire a contesa con me?
Affrontiamoci.
Chi mi accusa? Si avvicini a me.
Ecco, il Signore Dio mi assiste: chi mi dichiarerà colpevole?
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 68)
R. Nella tua fedeltà soccorrimi, Signore.
Per te io sopporto l’insulto
e la vergogna mi copre la faccia;
sono un estraneo per i miei fratelli,
un forestiero per i figli di mia madre.
Poiché mi divora lo zelo per la tua casa,
ricadono su di me gli oltraggi di chi ti insulta. R.
L’insulto ha spezzato il mio cuore e vengo meno.
Ho atteso compassione, ma invano,
consolatori, ma non ne ho trovati.
Hanno messo nel mio cibo veleno
e quando avevo sete mi hanno dato aceto. R.
Loderò il nome di Dio con il canto,
lo esalterò con azioni di grazie.
Vedano gli umili e si rallegrino;
si ravvivi il cuore di chi cerca Dio,
poiché il Signore ascolta i poveri
e non disprezza i suoi che sono prigionieri. R.

CANTO AL VANGELO
R. Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!
Salve, nostro Re, obbediente al Padre:
sei stato condotto alla croce,
come agnello mansueto al macello.
R. Gloria a te, o Cristo, Verbo di Dio!

VANGELO (Mt 26,14-25)
Il Figlio dell’uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal
quale viene tradito.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi
sacerdoti e disse: “Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?”. E
quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava
l’occasione propizia per consegnarlo.
Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli
dissero: “Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua?”. Ed egli
rispose: “Andate in città, da un tale, e ditegli: Il Maestro ti manda a
dire: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”.
I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.
Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici. Mentre mangiavano disse: “In
verità io vi dico, uno di voi mi tradirà”. Ed essi, addolorati
profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: “Sono forse io,
Signore?”. Ed egli rispose: “Colui che ha intinto con me la mano nel
piatto, quello mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come è scritto
di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito;
sarebbe meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!”. Giuda, il
traditore, disse: “Rabbì, sono forse io?”. Gli rispose: “Tu l’hai detto”.
Parola del Signore.

OMELIA
Gesù, vedendo che la sua ora si avvicina, fa preparare la Pasqua. Durante
la cena, annuncia il tradimento di Giuda. Il salmista aveva già previsto
il tradimento dell’amico (Sal 041,10). Il popolo di Giuda condanna Gesù
e lo consegna ai pagani. I lavoratori della vigna, dopo aver ucciso i
servitori, uccidono anche il figlio del padrone. “Popolo mio, che cosa ti
ho fatto? In che cosa ti ho stancato? Rispondimi” (Mi 6,3). Giuda vende
Gesù per trenta monete d’argento. Il valore di un servo era di trenta
sicli d’argento (Es 21,32). Si valutò con lo stesso valore il profeta che
era decaduto (Zc 11,12s). Ed è ancora questa somma che il sinedrio dà per
Gesù.
Quando ciò che era stato annunciato si realizza, le Scritture terminano.
Tutto, da sempre, era presente agli occhi di Dio. L’azione dell’uomo era
prevista, ma non predeterminata. Ed è per questo che Gesù non toglie la
responsabilità a colui che lo consegna, poiché egli ha utilizzato male la
sua libertà.
Anche noi possiamo tradire Cristo, vendendolo per qualche moneta. La
parola del Signore ci insegna, e il Signore stesso apre le nostre
orecchie, affinché possiamo fare parte dei convitati di Gesù, che
celebrano con lui la Pasqua, come membra vive della sua Chiesa.

PREGHIERA DELLA SERA
Gesù dava fastidio. Era meglio dare la morte a questo predicatore
vagabondo, piuttosto che dover affrontare i detentori del potere. Gesù
soffre. Il suo amore è ferito. Ma continua ad amare alla sera della sua
vita, sino alla fine. La “primavera della Galilea” era molto lontana.
Nell’angoscia, Gesù accetta la volontà del Padre.
Anche per noi arriva “la sera della vita”, la fine. La primavera della
gioventù è già lontana. Il nostro aspetto non è più piacevole. Forse i
nostri amici sono scomparsi. Malgrado ciò, alla fine della nostra
esistenza, dobbiamo accettare la volontà di Dio, come ha fatto Gesù.

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