La Parola di oggi

Mar 23rd, 2010 | Di cc | Categoria: Religione

LA PAROLA DI OGGI
24 marzo 2010
Mercoledì
S. Romolo - V Quaresima (C) - I

PREGHIERA DEL MATTINO
Dio onnipotente, concedici una fede salda come quella di Abramo.
Oggi, vogliamo perseverare nel tuo insegnamento per diventare tuoi veri
discepoli.
Non vogliamo essere schiavi del peccato.
Guidaci, o Signore, alla casa del Padre, dove nella libertà ti ameremo per
sempre.

PRIMA LETTURA (Dn 3,14-20.46-50.91-92.95)
Dio ha mandato il suo angelo e ha liberato i suoi servi.
Dal libro del profeta Daniele
In quei giorni, il re Nabucodonosor disse: “È vero, Sadrach, Mesach e
Abdenego, che voi non servite i miei dei e non adorate la statua d’oro che
io ho fatto innalzare? Ora, se voi sarete pronti, quando udirete il suono
del corno, del flauto, della cetra, dell’arpicordo, del salterio, della
zampogna e d’ogni specie di strumenti musicali, a prostrarvi e adorare la
statua che io ho fatto, bene; altrimenti in quel medesimo istante sarete
gettati in mezzo ad una fornace di fuoco ardente. Qual Dio vi potrà
liberare dalla mia mano?”.
Ma Sadrach, Mesach e Abdenego, risposero al re Nabucodonosor: “Re, noi non
abbiamo bisogno di darti alcuna risposta in proposito; sappi però che il
nostro Dio, che serviamo, può liberarci dalla fornace con il fuoco acceso
e dalla tua mano, o re. Ma anche se non ci liberasse, sappi, o re, che noi
non serviremo mai i tuoi dei e non adoreremo la statua d’oro che tu hai
eretto”.
Allora Nabucodonosor, acceso d’ira e con aspetto minaccioso contro
Sadrach, Mesach e Abdenego, ordinò che si aumentasse il fuoco della
fornace sette volte più del solito. Poi, ad alcuni uomini fra i più forti
del suo esercito, comandò di legare Sadrach, Mesach e Abdenego e gettarli
nella fornace con il fuoco acceso.
I servi del re, che li avevano gettati dentro, non cessarono di aumentare
il fuoco nella fornace, con bitume, stoppa, pece e sarmenti. La fiamma si
alzava quarantanove cubiti sopra la fornace e uscendo bruciò quei Caldei
che si trovavano vicino alla fornace. Ma l’angelo del Signore, che era
sceso con Azaria e con i suoi compagni nella fornace, allontanò da loro
la fiamma del fuoco e rese l’interno della fornace come un luogo dove
soffiasse un vento pieno di rugiada. Così il fuoco non li toccò affatto,
non fece loro alcun male, non diede loro alcuna molestia.
Allora il re Nabucodonosor rimase stupito e alzatosi in fretta si rivolse
ai suoi ministri: “Non abbiamo noi gettato tre uomini legati in mezzo al
fuoco?”. “Certo, o re”, risposero.
Egli soggiunse: “Ecco, io vedo quattro uomini sciolti, i quali camminano
in mezzo al fuoco, senza subirne alcun danno; anzi il quarto è simile
nell’aspetto a un figlio di dei”.
Nabucodonosor prese a dire: “Benedetto il Dio di Sadrach, Mesach e
Abdenego, il quale ha mandato il suo angelo e ha liberato i servi che
hanno confidato in lui; hanno trasgredito il comando del re e hanno
esposto i loro corpi per non servire e per non adorare alcun altro dio che
il loro Dio”.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dn 3,52-56)
R. A te la lode e la gloria nei secoli.
Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri.
Benedetto il tuo nome glorioso e santo. R.
Benedetto sei tu nel tuo tempio santo glorioso.
Benedetto sei tu sul trono del tuo regno. R.
Benedetto sei tu che penetri con lo sguardo gli abissi
e siedi sui cherubini.
Benedetto sei tu nel firmamento del cielo. R.

CANTO AL VANGELO (cf. Lc 8,15)
R. Lode e onore a te, Signore Gesù!
Beati coloro che custodiscono la parola di Dio
in cuore buono e sincero
e portano frutto con la loro perseveranza.
R. Lode e onore a te, Signore Gesù!

VANGELO (Gv 8,31-42)
Se il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero.
+ Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: “Se
rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli;
conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”. Gli risposero: “Noi
siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come
puoi tu dire: Diventerete liberi?”.
Gesù rispose: “In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato
è schiavo del peccato. Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa, ma
il figlio vi resta sempre; se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete
liberi davvero. So che siete discendenza di Abramo. Ma intanto cercate di
uccidermi perché la mia parola non trova posto in voi. Io dico quello che
ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato
dal padre vostro!”.
Gli risposero: “Il nostro padre è Abramo”.
Rispose Gesù: “Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo! Ora
invece cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità udita da Dio;
questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro”.
Gli risposero: “Noi non siamo nati da prostituzione, noi abbiamo un solo
Padre, Dio!”. Disse loro Gesù: “Se Dio fosse vostro Padre, certo mi
amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso,
ma lui mi ha mandato”.
Parola del Signore.

OMELIA
Essere libero o essere schiavo del peccato, ecco il dilemma che ogni uomo
deve affrontare. Essere libero significa appartenere completamente a Dio,
fare la sua volontà, poiché egli desidera la nostra salvezza. Essere
libero compiendo il bene è fare piacere a Dio. Al contrario, essere
schiavo significa andare per la propria strada, essere signori di se
stessi. Impariamo a perseverare nell’insegnamento di Cristo. Perseverare
significa perdurare sempre, costantemente. Perseverare significa credere
anche a scapito della logica umana e delle convinzioni universali. Ciò
significa avere il coraggio di dare fiducia a Gesù, rimanere sempre nella
casa del Padre. Abramo ha mostrato di avere del tutto fiducia in Dio. La
patria, verso la quale per tutta la vita non ha smesso di incamminarsi,
è Dio. Se fossimo davvero figli di Abramo, le nostre vite prenderebbero
un’altra piega. Il Figlio di Dio è venuto sulla terra per cercare e per
salvare ciò che era perduto. Se il Figlio vi libera, sarete davvero
liberi. Il tempo di Quaresima ha questo senso: con l’ascolto della parola
divina e con le azioni dettate da una fede profonda noi vogliamo ottenere
la liberazione operata per noi da Gesù Cristo. Essere un discendente di
Abramo non ha un significato carnale, ma spirituale: continuare lo spirito
del patriarca, cioè avere una fede sempre più forte.
Nella fede Abramo ha obbedito all’appello di Dio e si è recato nella terra
di cui doveva entrare in possesso.
Prima di arrivare alla terra promessa ha peregrinato molto, aspettando la
costruzione, su solide fondamenta, della città il cui architetto e
costruttore sarebbe stato Dio stesso. E noi siamo capaci di camminare fino
alla città costruita da Dio?

PREGHIERA DELLA SERA
Signore, la nostra libertà è per noi un segno che siamo stati creati a tua
immagine. Concedici di saper usare sempre a buon profitto questo
privilegio, volgendoci verso il bene.

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