La Parola di oggi
Mar 12th, 2010 | Di cc | Categoria: ReligioneLA PAROLA DI OGGI
13 marzo 2010
Sabato
S. Arrigo - III Quaresima - (C) - III
PREGHIERA DEL MATTINO
“O Maria Maddalena, tu hai incontrato nel giardino il tuo amatissimo Gesù,
e hai annunciato agli apostoli la notizia della sua risurrezione. O tu,
apostolo degli apostoli, guidaci fino alle gioie delle feste pasquali”,
poiché il peccato ti aveva lacerato e l’amore ti ha guarito, tu, colpevole
di tante prostituzioni come un tempo Israele, diventi la sposa
dell’Agnello immacolato. Poiché la sua venuta è più certa di quella
dell’aurora, guidaci fino al mattino di Pasqua nel giardino dell’intimità
ritrovata, nell’alba odorosa del profumo dell’offerta.
PRIMA LETTURA (Os 6,1-6)
Io voglio l’amore, e non il sacrificio.
Dal libro del profeta Osea
“Venite, ritorniamo al Signore: egli ci ha straziato ed egli ci guarirà.
Egli ci ha percosso ed egli ci fascerà.
Dopo due giorni ci ridarà la vita e il terzo ci farà rialzare e noi
vivremo alla sua presenza.
Affrettiamoci a conoscere il Signore, la sua venuta è sicura come
l’aurora.
Verrà a noi come la pioggia di autunno, come la pioggia di primavera, che
feconda la terra”.
Che dovrò fare per te, Efraim, che dovrò fare per te, Giuda?
Il vostro amore è come una nube del mattino, come la rugiada che all’alba
svanisce.
Per questo li ho colpiti per mezzo dei profeti, li ho uccisi con le parole
della mia bocca e il mio giudizio sorge come la luce: poiché voglio
l’amore e non il sacrificio, la conoscenza di Dio più degli olocausti.
Parola di Dio.
SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 50)
R. Tu gradisci, o Dio, gli umili di cuore.
Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella tua grande bontà cancella il mio peccato.
Lavami da tutte le mie colpe,
mondami dal mio peccato. R.
Tu non gradisci il sacrificio
e, se offro olocausti, non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio,
un cuore affranto e umiliato,
tu, o Dio, non disprezzi. R.
Nel tuo amore fa’ grazia a Sion,
rialza le mura di Gerusalemme.
Allora gradirai i sacrifici prescritti,
l’olocausto e l’intera oblazione. R.
CANTO AL VANGELO (cf. Ez 18,31)
R. Gloria e lode a te, o Cristo!
Liberatevi da tutte le vostre iniquità,
dice il Signore,
formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo.
R. Gloria e lode a te, o Cristo!
VANGELO (Lc 18,9-14)
Il pubblicano tornò a casa sua giustificato, a differenza del fariseo.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse questa parabola per alcuni che presumevano di
esser giusti e disprezzavano gli altri: “Due uomini salirono al tempio a
pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che
non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come
questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di
quanto possiedo.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli
occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me
peccatore.
Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell’altro,
perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”.
Parola del Signore.
OMELIA
Se siamo onesti, dobbiamo riconoscere che noi tutti abbiamo la tendenza
a compiacerci di noi stessi.
Forse perché pratichiamo molto fedelmente la nostra religione, come quel
zelante fariseo, pensiamo di dover essere considerati “per bene”.
Non abbiamo ancora capito queste parole di Dio in Osea: “Voglio l’amore
e non il sacrificio” (Os 6,6). Invece di glorificare il Padre per quello
che è, il nostro ringraziamento troppo spesso riguarda ciò che noi siamo
o, peggio, consiste nel confrontarci, in modo a noi favorevole, con gli
altri. È proprio questo giudizio sprezzante nei confronti dei fratelli che
Gesù rimprovera al fariseo, così come gli rimprovera il suo atteggiamento
nei confronti di Dio.
Durante questa Quaresima, supplichiamo Gesù di cambiare radicalmente il
nostro spirito e il nostro cuore, e di darci l’umiltà del pubblicano che
invece ha scoperto l’atteggiamento e la preghiera “giusti” di fronte a
Dio. Non comprenderemo mai abbastanza che il nostro amore è in stretta
relazione con la nostra umiltà. La cosa migliore che possiamo fare di
fronte a Dio, in qualsiasi misura ci pretendiamo santi, è di umiliarci di
fronte a Dio.
Ci sono dei momenti in cui non riusciamo a rendere grazie in modo sincero;
allora possiamo fare la preghiera del pubblicano, possiamo cioè
approfittare della nostra miseria per avvicinarci a Gesù: “O Dio, abbi
pietà di me peccatore”. Gesù esaudisce sempre questa preghiera.
L’umiltà non ha niente a che vedere con un qualsiasi complesso di colpa
o con un qualsiasi senso di inferiorità. È una disposizione d’amore; essa
suppone che sappiamo già per esperienza che il nostro stato di peccatori
attira l’amore misericordioso del Padre, poiché “chi si umilia sarà
esaltato”. Essa suppone cioè che siamo entrati nello spirito del
Magnificat.
PREGHIERA DELLA SERA
“Esulta, trono di fuoco, arca della vita, esulta candelabro che porta il
Lume che risplende; Maria riposo di coloro che posseggono la grazia,
esulta”. Esulta, lume del santuario che porta i sette doni dello Spirito
Santo, esulta tu che ti sei abbassata come il pubblicano e che sei stata
innalzata nella gloria sino al fianco del tuo Figlio in seno alla
santissima Trinità. Concedici la tua umiltà, il tuo umile amore per Cristo
che ti attirò a sé, o nuovo carro d’Elia e trono della saggezza eterna.