Si è sempre meridionali di qualcuno

Mar 10th, 2010 | Di cc | Categoria: Esteri

Mai come oggi il revisionismo storico del processo di unità “nazionale” ha ottenuto grande diffusione ed ha svelato aspetti del risorgimento sino ad oggi rimasti confinati degli archivi di stato he venivano tramandati unicamente per via orale da padre in figlio. E’ grazie al processo direvisione storica che il popolo meridionale ha l’occasione di riscattarsi dalla storiografia che lo ha mortificato per più di un secolo descrivendolo in maniera feroce, rappresentandolo come una massa ignorante e misera priva di qualsiasi qualità e intraprendenza. Oggi che la retorica risorgimentale, imposta durante il ventennio fascista, è crollata sotto i duri colpi della documentazione raccolta da appassionati storici all’interno degli archivi, tutti gli “eroi” del risorgimento appaiono in vesti assai più modeste e umane. Possiamo interpretare l’invasione del Meridione ad opera dei piemontesi per quello che è stato, un’opera messa in atto dalla massoneria internazionale certamente non con lo scopo filantropico democratizzare il sud d’Italia; da quando si fanno guerre per motivi ideologici? Mai come oggi sappiamo che tutti i conflitti hanno come causa scatenante non altro che biechi fini economici, e i fatti del risorgimento non fanno che confermare questa tesi. Il Sud d’Italia al momento della conquista piemontese, concentrava nel suo territorio le maggiori industrie italiane (Pietrarsa, Mongiana, Ferdinandea, cantieri navali, solfare, ind. tessili ecc.) nonché capitali sedici volte superiori a quelli piemontesi. L’annessione ebbe come effetto quasi immediato la chiusura ditutti i maggiori stabilimenti meridionali i quali furono totalmente abbandonati dallo stato che preferì affidare gli appalti alle fabbriche settentrionali. I capitali presenti al momento dell’invasione nelle casse del banco nazionale meridionale finirono nelle casse del nuovo stato, ma non furono investiti nel territorio di provenienza, furono utilizzati per pagare i grandi debiti di guerra fatti dal Piemonte e per la costruzione del triangolo industriale al nord. Per finire c’è da dire che fu proprio durante il risorgimento che per la prima volta in Italia le istituzioni scesero a patti con i poteri criminali, e fu così che in Sicilia Garibaldi potè avanzare senza quasi resistenze ed infine entrare a Napoli in treno senza sparare un colpo. Insomma il risorgimento gettò le basi per il disastro che oggi vediamo in tutto il Sud Italia dove spesso stato e mafia hanno confini non ben definiti e l’economia ristagna tra l’indifferenza dello stato centrale costringendo ogni anno migliaia di giovani meridionali ad emigrare.La riscossa del popolo meridionale deve passare oltre che dal versate economico soprattutto da quello culturale. I testi scolastici attuali offrono una visione del periodo preunitario del tutto faziosa  e carica di retorica che mortifica i meridionali spesso omettendo, manipolando e falsificandoinformazioni. Oggi gli storici offrono una visione più realista di cosa fu il Sud d’Italia prima dell’annessione al Piemonte ed è ora che queste informazioni siano rese note a tutti gli studenti delle scuole dell’obbligo. Il processo di resurrezione del meridione passa anche per la stradadell’orgoglio di essere parte di un popolo che ha primeggiato nei più svariati campi non solo a livello nazionale ma anche a livello europeo. La revisione dei testi di storia dedicati agli studenti delle scuole dell’obbligo è doverosa, è assolutamente prioritario insistere perché si diffonda la

verità e i meridionali prendano coscienza di essere un popolo a tutti gli effetti e soprattutto che siano orgogliosi delle proprie origini.

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