Eutanasia, un tema da affrontare.

Mar 4th, 2010 | Di cc | Categoria: Salute

La vita è un bene prezioso ed è tale se vissuta nella piena libertà ma soprattutto in piena dignità. L’uomo perde dignità allorquando c’è chi si sostituisce a lui nei suoi bisogni primari. Quando ciò accade l’uomo non è uomo. E’ terribile pensare che talvolta per vivere bisogna nutrirsi per mano altrui, respirare  per mezzo di strumenti ed aspettare che le ore e i minuti ti scivolino  lentamente addosso l’uno dopo l’altro fino a quando il cuore cessi di battere. Il tema dell’eutanasia, tema assai controverso, non ha  ancora alcuna soluzione, E’ senz’altro un tema assai delicato che comporta problematiche non solo di natura legale, ma anche morale, dove per morale non si intende solo la classica morale religiosa, ma soprattutto la morale comune, quella cioè legata a tradizioni ataviche, quella che ti induce a pensare che sei un vigliacco se non combatti la tua partita con stoicismo fino alla fine, perché la vita che Dio ti ha dato, non può toglierla che Lui stesso. Forse è così, forse no, ma di certo ci hanno abituato a pensarla così, è questa la nostra forma mentis.

Nessuno può essere sottoposto a trattamenti sanitari obbligatori se non per disposizione di legge. La nostra Costituzione stabilisce quindi, di volta in volta, quando intervenire in questo settore delicato e personalissimo che è la propria salute e quindi la propria vita. Oggi si parla di testamento biologico, che è la possibilità di poter esprimere liberamente la volontà di voler continuare a vivere o meno in casi in cui il fato un bel giorno decide di spogliarti della tua dignità di essere uomo.E’ ovvio che tale testamento deve essere frutto di una libera scelta fatta dalla persona stessa e nel pieno possesso delle proprie facoltà mentali. Quando un soggetto “vive” perché alimentato forzatamente e perché c’è una macchina che lo tiene volutamente in vita, questo soggetto vive? Quando c’erano le accese battaglie sull’aborto chi decideva se il concepimento rappresentava già una forma di vita? Anche allora la diatriba era tra vita e non vita. In fondo oggi la problematica è la stessa. Chi garantisce che quel malato terminale, quello che in quel momento non ha alcuna possibilità di comunicare la propria volontà perché in fondo in fondo è proprio un vegetale, voglia vivere o meglio se per lui quel modo di vivere è vita. E’ un po’ il caso recente di quel paziente per il quale i familiari avevano chiesto la sospensione di tutti quei meccanismi che lo tenevano in vita. Poi però quel povero Cristo con un battito delle ciglia  aveva comunicato che per lui quella era vita…..

E allora che ben venga il testamento biologico perché nessuna Corte Costituzionale o di Cassazione, nessuna norma ecclesiastica e non può decidere per altri cosa si intende per dignità e cosa rappresenti per ognuno di noi la vita.

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