LO STUPRO DI NAPOLI: ERO UBRIACO

Feb 26th, 2009 | Di cc | Categoria: Cronaca Regionale, Cronaca di Napoli

E’ Pasquale Modestino, operaio del servizio fognature del Comune di Napoli, il soggetto fermato con l’accusa di aver stuprato un dodicenne nei poressi di Piazza Carlo III.

Ma su di lui è emerso un altro elemento inquietante: tre anni fa, Modestino era stato denunciato per violenze sulla sorellina di un amichetto della vittima, una bambina di 6 anni. La Procura aveva chiesto il rinvio a giudizio, ma nel frattempo era rimasto libero. Soddisfazione per la cattura del questore Antonino Puglisi. All’uscita della questura,l’uomo stava per essere linciato dalla folla inferocita.
Poche parole farfugliate, tradito dall’affanno e da un maglione giallo. «Sì è vero, forse ho fatto una stronzata. Ora non ricordo bene, ero ubriaco, non dovevo farlo». Uno sfogo, all’alba di ieri. Una parziale confessione resa in un colloquio informale. Gli uomini della squadra mobile hanno bussato alla sua porta martedì pomeriggio, il padre ha risposto che dentro, loro, non avevano droga. «Non cercano droga - avrebbe risposto Modestino». Un dettaglio e il cerchio degli inquirenti si è lentamente stretto intorno al dipendente comunale. E poi un dettaglio, un particolare che il piccolo 12enne ha raccontato: l’affanno. Al polso, poi, quell’orologio nero che il ragazzino avrebbe descritto con straordinaria precisione. Domani davanti al Gip l’udienza di convalida del fermo.
Tutti d’accordo sul fatto che l’uomo debba pagare le sue colpe fino in fondo. La gente del quartiere non usa mezzi termini quando si chiede di Pasquale Modestino, 53 anni, per tutti ormai «l’orco». Rabbia e tensione nella piazza dove il ragazzino giocava con i suoi coetanei:  «Era già stato accusato di abusi su una bambina ed era libero - dice una donna - ma perchè non l’hanno lasciato in prigione? Quello è il suo posto». «Quella bestia - afferma uno degli anziani seduto sulle panchine di piazza Poderico - deve essere rinchiuso in una cella e rimanere da solo per il resto della sua vita». Quello che chiedono ora è maggiore sicurezza nel quartiere al punto da considerare anche le ronde come possibilità «se serve a stare tranquilli».

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