La Parola di oggi

Feb 24th, 2010 | Di cc | Categoria: Religione

LA PAROLA DI OGGI
25 febbraio 2010
Giovedì
S. Vittorino - I Quaresima - (C) - I

PREGHIERA DEL MATTINO
Eccomi, Signore, solo come Ester quando venne il tempo di intercedere per
la salvezza del suo popolo; eccomi solo come Maria nei giorni terribili
della Passione e della sua passione per la redenzione del mondo; eccomi
solo nel Getsemani della mia anima, poiché di questo giardino dell’Eden,
nel quale tu venivi a conversare con me, ho fatto un luogo di solitudine
e di angoscia.
Liberaci, Signore, dalla solitudine mortale dell’essere che non si sa
amato e che, nel rimpicciolirsi del suo cuore, rifiuta di dare amore.
Restituisci alla mia anima la sua antica bellezza affinché commuova, come
Ester, il cuore del Re.

PRIMA LETTURA (Est 4,1.3-5.12-14)
Non ho altro aiuto fuori di te, Signore.
Dal libro di Ester
In quei giorni la regina Ester, presa da angoscia mortale per il pericolo
che incombeva su di lei e il suo popolo, cercò rifugio presso il Signore.
Ella si mise a supplicare Dio, dicendo: “Mio Signore, nostro Re, tu sei
l’unico! Vieni in aiuto a me che sono sola e non ho altro soccorso fuori
di te, mentre sono sul punto di espormi al pericolo.
Fin dalla mia infanzia, mio padre mi raccontava che tu, Signore,
scegliesti Israele fra tutte le nazioni e i nostri padri fra tutti i loro
antenati, per farne la tua perenne eredità; e facesti a loro riguardo
quanto avevi promesso. Ora noi abbiamo peccato contro di te; per questo
ci hai consegnati nella mani dei nostri nemici, perché abbiamo dato gloria
ai loro dei. Tu sei giusto, Signore!
Ricordati di noi, Signore; fatti conoscere nel tempo della nostra
afflizione, e infondi a me coraggio, Signore che sei al di sopra di tutti
gli dei e domini ogni autorità.
Metti sulla mia bocca una parola ben misurata di fronte al leone [il re
Assuero], e volgi il suo cuore all’odio contro il nostro nemico, affinché
perisca lui e i suoi complici.
Quanto a noi, salvaci con la tua mano e soccorri me, che sono sola e non
ho altro aiuto fuori di te, Signore che tutto conosci”.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 137)
R. Ascolta, o Dio, il povero che ti invoca.
Ti rendo grazie, Signore, con tutto il cuore:
hai ascoltato le parole della mia bocca.
A te voglio cantare davanti agli angeli,
mi prostro verso il tuo tempio santo. R.
Rendo grazie al tuo nome, Signore,
per le tua fedeltà e la tua misericordia.
Nel giorno in cui t’ho invocato, mi hai risposto,
hai accresciuto in me la forza. R.
Se cammino in mezzo alla sventura,
tu mi ridoni vita;
contro l’ira dei miei nemici stendi la mano
e la tua destra mi salva. R.
Il Signore completerà per me l’opera sua.
Signore, la tua bontà dura per sempre:
non abbandonare l’opera delle tue mani. R.

CANTO AL VANGELO (Mt 4,4)
R. Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!
Non di solo pane vive l’uomo,
ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
R. Lode a te, o Cristo, re di eterna gloria!

VANGELO (Mt 7,7-12)
Chiunque chiede, riceve.
+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Chiedete e vi sarà dato;
cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede
riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli
chiede un pesce, darà una serpe?
Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli,
quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che
gliele domandano!
Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a
loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti”.
Parola del Signore.

OMELIA
Signore, sto alla tua porta e busso. Busso a tutte le finestre della tua
casa e imploro…
Mi hai messo in difficoltà con questa tua frase: “Ogni volta che avete
fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete
fatto a me”. Ho preso quest’affermazione alla lettera. Ecco perché non
osavo mandare via, senza prima aiutarlo, nessuno di coloro che mi
chiedevano aiuto nel nome tuo. Pensavo che tu eri là, davanti a me, con
gli occhi bagnati di lacrime, a lamentarti della tua povertà. Credevo che
eri tu a scrivere le lettere piene di implorazioni che, a centinaia, ogni
giorno, gravavano la mia scrivania e il bilancio della nostra Opera. E io
ho detto “sì” sempre, ogni volta che tu sei venuto a me, per chiedermi
qualche cosa per te. Perché ogni nostro aiuto non vede che te, che soffri
nella tua Chiesa perseguitata.
Ciò è stato possibile per quattordici anni. Quattordici anni durante i
quali tu non mi hai deluso nella mia attesa. Tu hai sempre toccato il
cuore di amici e benefattori che mi riempivano le mani, permettendomi di
distribuire tutto quello che avevo promesso per amor tuo.
Ma tu sei venuto da me troppo spesso, Signore, con troppe esigenze. Tu mi
hai assillato troppo inesorabilmente con i lamenti delle tue labbra di
mendicante. Mi hai fatto promettere più di quanto possa mantenere.
Tu sai bene, Signore, che anch’io sono solo un uomo debole e limitato. Tu
sai quanto io sia stanco la sera e come non dorma di notte, cercando nuovi
mezzi per provvedere ai bisogni della tua Chiesa. Tu sai che mi sono
affaticato per te fino al limite delle mie forze e sono alla fine delle
mie possibilità. Controlla tu stesso, dall’alto dei cieli, la mia
contabilità e il lungo elenco delle promesse non mantenute. Calcola di
quanto le tue richieste, a milioni, abbiano superato i fondi a
disposizione. E, nonostante i milioni di debiti, la mia fede in te ha
vinto ancora. Cosa dovrei fare ora? Vuoi che il sesto convento che stiamo
costruendo vicino a Ridex de Fer resti non finito, provocando la derisione
dei tuoi nemici? Vuoi che io mandi ai sacerdoti dell’Europa dell’Est,
slovacchi, croati ed altri, uno stampato che comunichi loro che non
riceveranno più medicine, breviari e doni caritatevoli, perché non so più
come pagare le spese di importazione troppo elevate? Vuoi che io inferisca
il colpo di grazia al vecchio prelato Holynsky, gravemente ammalato di
cuore, annunciandogli che non manderemo più sussidi al Centro Ucraino, a
Monaco? Vuoi che ai preti isolati ed esuli in Inghilterra e in
Scandinavia, che quest’anno dovrebbero essere dotati di macchine, io tolga
ogni possibilità di apostolato efficace? Vuoi che la preparazione del
giorno della liberazione - che il Papa mi ha così insistentemente
raccomandato - sia interrotta? O che io dimezzi i sussidi ai “Compagnons
Bâtisseurs”? O che io abbandoni i vescovi e i preti dei campi di
concentramento in Siberia? O che le nostre trentacinque cappelle mobili
siano costrette all’inattività? O che io rimandi a casa i duemila
seminaristi che si preparano, a nostre spese, per il loro apostolato
nell’Est?
No, Signore, tu non vuoi questo, perché tu non puoi contraddirti. Dopo che
ti sei presentato a me mille volte nella persona di questi bisognosi che
mi hanno spinto a queste promesse, tu non puoi volere che io li abbandoni.
Ecco perché io sto alla tua porta e busso. Grido alle finestre della tua
casa e imploro. Tu hai detto: “Chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà
aperto…”.
Tocca i cuori di coloro che leggeranno questa lettera.
Così sia!

PREGHIERA DELLA SERA
“Ascolta, o mia anima, la voce del Signore che ti chiama, egli è il Dio
che cerca coloro che si rivolgono a lui: ‘‘Zaccheo, scendi subito, perché
oggi devo fermarmi a casa tua” (Lc 19,5)”. Mio Dio, tu hai più sete della
mia anima di quanto non ne abbia io delle tue soste, così io credo con
tutta la mia fede di essere esaudito da te quando mi rivolgo a te
gridando. Tu conosci tutto ciò che manca alla mia vita e, come un Padre
amoroso, appaghi il figlio ribelle che è in me. Colmami del tuo Spirito
che conduce al pentimento, e riconciliami con la vita.

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