Regionali, Ermanno Russo (Pdl): “De Luca un apolide della politica, l’appello al voto disgiunto è un’aberrazione”
Feb 22nd, 2010 | Di cc | Categoria: Cronaca Regionale“Prima i manifesti senza simbolo, in cui si dice al di là dei partiti, ora l’appello al voto disgiunto. Da quando ha deciso di sfidare Stefano Caldoro nella corsa a Palazzo Santa Lucia, Vincenzo De Luca è divenuto una sorta di apolide della politica: senza patria, senza identità e, quel che è peggio, pronto a tutto. Anche al voto disgiunto”. E’ quanto scrive Ermanno Russo, consigliere regionale del Popolo della Libertà e candidato per il partito di Berlusconi alle elezioni Regionali del 28 e 29 marzo, nella rubrica “In fondo, in fondo” del suo sito internet (www.ermannorusso.it).
Per il presidente della Commissione speciale di controllo sulle Politiche giovanili, disagio sociale ed occupazione “presentarsi ad una consultazione elettorale per conto del Pd e del centrosinistra, unici responsabili dello sfascio della Campania, darà sicuramente qualche problema, ma candidarsi come uomo libero, mandando in soffitta secoli di conquiste democratiche e minando alla base il ruolo dei partiti nella vita pubblica del Paese, appare una scelta a dir poco singolare, se non del tutto anomala”.
Di qui Ermanno Russo ribadisce: “De Luca, piaccia o no, è il candidato del centrosinistra, ovverosia della maggioranza consiliare uscente, quella che ha gestito la Regione Campania dal ribaltone di Andrea Losco sino all’ultimo debito della sanità. Affrancarsi da questo passato ingombrante, che gli elettori ricordano bene, è semplicemente impossibile.
“Vincenzo De Luca – aggiunge il consigliere regionale del Pdl – non è candidato alla segreteria del suo partito, contro Bassolino e le altre anime del Pd, ma alla presidenza di un ente pubblico, che peraltro è il più importante della Campania. Rappresenta una coalizione, quella del centrosinistra. Una coalizione in piena regola, con le sue liste, i tanti e diversi simboli, i partiti (rispetto ai quali oggi si dice, paradossalmente, al di là) e tutta una fisiologica nomenclatura, fatta di apparati e logiche ultranote della politica militante”.
Quindi Russo conclude: “L’ipotesi del voto disgiunto è un’autentica aberrazione. Gli elettori pretendono dai noi candidati stabilità e governabilità, non certo un presidente senza maggioranza o, peggio ancora, maggioranze eterogenee sul modello di ciò che è accaduto con Romano Prodi a Palazzo Chigi. Chiedere il voto disgiunto è l’ennesima mancanza di rispetto nei confronti della platea elettorale, l’ennesimo ed inutile scossone dato al sistema democratico campano. Contro il voto disgiunto, quindi, sempre più una scelta di campo”.