Istruzione, scuole più moderne

Feb 6th, 2010 | Di cc | Categoria: Scuola e Giovani

La riforma della Scuola media superiore, cioè di quel segmento formativo che costituisce la parte centrale e più consistente della trasmissione delle conoscenze in una società, è in assoluto la più difficile perché non si riduce ai soli dati economici (come potrebbe essere la riforma previdenziale) e soprattutto perché condiziona il modo in cui le future generazioni vedranno se stesse e il mondo che le circonda.Non a caso si aspettava questa riforma da mezzo secolo. E proprio questo aveva prodotto nel settore uno spesso strato di incrostazioni, di posizioni di privilegio piccole e grandi o posizioni di sofferenza che trovavano una sanzione nei confronti internazionali dove gli studenti italiani risultavano mediamente nelle basse posizioni di classifica.Occorrevano coraggio e determinazione per affrontare una riforma di grande portata che coinvolgesse tutti gli indirizzi della Scuola media superiore, non a fini burocratici, ma allo scopo di ristabilire un ponte largo e praticabile tra scuola e società, tra scuola e mondo produttivo, tra scuola e “lavoro”. Con l’appoggio di tutto il Governo, come testimonia la presenza di Silvio Berlusconi alla conferenza stampa, il ministro Mariastella Gelmini ha presentato i tre regolamenti sui licei, istituti tecnici e istituti professionali, appena approvati in sede di Consiglio dei Ministri.Il “Governo del fare” ha adempiuto così a un altro impegno che aveva preso con gli elettori e con tutto il Paese. Non è una riforma di parte, e colpisce il fatto che l’opposizione si sia trincerata dietro una critica banale, cioè la riduzione programmata delle cattedre in funzione di una maggiore efficienza, dimostrando così di essere rimasta all’idea di scuola che essa stessa aveva coltivato: un settore di collocamento lavorativo, uno “stipendificio” per docenti e personale non insegnante. Meccanismo che ha già portato alla degenerazione il sistema sanitario pubblico e avrebbe travolto definitivamente anche la scuola. Avere evitato questa fine, è un merito primario della riforma.La scuola è, soprattutto, contenuti e, di conseguenza, poggia su chi deve trasmettere questi contenuti, cioè il corpo docente. La modificazione sui contenuti – con un potenziamento delle materie matematiche e scientifiche e delle conoscenze linguistiche nonché con la prospettiva di più stretti collegamenti con il mondo delle imprese – risulta strettamente legata alla fine della sperimentazione selvaggia attraverso una drastica riduzione degli “indirizzi” e l’apertura alle nuove attività professionali emerse negli ultimi decenni e destinate ad ampliarsi in futuro.Lo ha precisato il presidente del Consiglio: “Le superiori necessitavano di una riforma perché, secondo quanto ci dichiarano tutte le imprese e le associazioni, la scuola attuale non sforna ragazzi con cognizioni adeguate alle richieste del mondo del lavoro. Con queste riforme dal prossimo anno scolastico avremo delle scuole che possono essere comparate a quelle degli altri paesi europei”. O, con le parole del ministro Gelmini, “la scuola italiana esce dalla serie B”.Le critiche della sinistra, quindi, sono quelle di chi “non ha fatto”, di chi ha perso l’occasione di “fare”, di chi ha sistematicamente sacrificato il futuro all’immobilismo anarcoide del presente.  Gelmini: dall’opposizione nessun contributo Sul tema della scuola ”la contrapposizione non cessa”. Lo ha sottolineato il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, ospite di Oscar Giannino nel programma ‘Nove in punto’. ”Speravo che con la venuta di Bersani si potesse davvero ragionare di riforme, compiere qualche passo in avanti. Constato invece - ha osservato il ministro - che al momento segnali positivi non ce ne sono e noi proseguiremo nel nostro lavoro”. Mariastella Gelmini ha quindi ribadito di non capire la bocciatura in commissione della riforma delle superiori da parte dell’opposizione visto che si e’ tenuto conto anche del lavoro fatto dai governi di centrosinistra: ”Hanno sconfessato il loro stesso lavoro”.  Aprea: un passaggio decisivo per la scuola italiana  ”Esprimo grande soddisfazione per l’approvazione del Consiglio dei Ministri dei regolamenti di riforma dei Licei, degli Istituti tecnici e professionali. Si compie cosi’ un passaggio importante e direi decisivo per il cambiamento della scuola italiana. Con i regolamenti Gelmini si chiude il processo di riforma delle scuole superiori avviato nella XIII Legislatura con la riforma Berlinguer e proseguito con i ministri Moratti e Fioroni nelle legislature successive, senza ideologismi ma con tante innovazioni che parlano di futuro e di Europa”. Valentina Aprea, Presidente della Commissione Cultura della Camera, ha voluto cosi’ commentare l’approvazione definitiva da parte del Consiglio dei Ministri dei regolamenti per la riforma della scuola secondaria superiore. ”Modernizzazione dei percorsi, superamento dell’autoreferenzialità delle scuole, personalizzazione dei curricoli, competenze europee e qualificate, queste - ha detto - saranno le caratteristiche della scuola italiana nei prossimi anni. E finalmente sara’ valorizzata la qualita’ degli apprendimenti, piu’ che la quantita’ delle materie. Si istituzionalizza in via definitiva un piu’ stretto rapporto con il mondo del lavoro e si ampliano le opportunita’ di studio e di formazione per le giovani generazioni, dentro un sistema formativo piu’ autonomo e con una nuova responsabilita’ sociale, in una scuola, nazionale e sussidiaria allo stesso tempo”.

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