La parola di oggi

Feb 4th, 2010 | Di cc | Categoria: Religione

LA PAROLA DI OGGI
5 febbraio 2010
Venerdì
S. Agata - IV tempo ordinario (C) - IV
PREGHIERA DEL MATTINO
Gli uomini giusti e santi, come Giovanni Battista, non sono comodi.
Essi disturbano e alcuni, come Erodiade, sarebbero ben lieti di farli
sparire. L’autentica santità ha sempre qualcosa di rivoluzionario. Tu, o
Signore, tu ci hai comandato di essere santi come il Padre celeste è santo
(Mt 5,48). E la tua Chiesa, attraverso il Concilio Vaticano II, ci ha
ricordato la necessità che ogni cristiano sia un santo. Cioè una persona
che si lascia abitare da te. Concedi, o Signore, che oggi io faccia un
nuovo passo sul cammino della santità.
PRIMA LETTURA - (Sir 47,2-11 )
Davide cantò inni a Dio con tutto il cuore, e amò colui che l’aveva
creato.
Dal libro del Siracide
Come nel sacrificio pacifico si preleva il grasso, così Davide dagli
Israeliti.
Egli scherzò con i leoni quasi fossero capretti, con gli orsi quasi
fossero agnelli.
Nella giovinezza non ha forse ucciso il gigante e cancellata l’ignominia
dal popolo, scagliando con la fionda la pietra che abbatté la tracotanza
di Golia?
Poiché aveva invocato il Signore altissimo, egli concesse alla sua destra
la forza di eliminare un potente guerriero e riaffermare la potenza del
suo popolo.
Così l’esaltarono per i suoi diecimila, lo lodarono nei canti del Signore
e gli offrirono un diadema di gloria.
Egli infatti sterminò i nemici all’interno e annientò i Filistei, suoi
avversari; distrusse la loro potenza fino ad oggi.
In ogni sua opera glorificò il Santo altissimo con parole di lode; cantò
inni a lui con tutto il cuore e amò colui che l’aveva creato.
Introdusse musici davanti all’altare e con i loro suoni rese armonioso il
canto; conferì splendore alle feste, abbellì le solennità fino alla
perfezione, facendo lodare il nome santo di Dio ed echeggiare fin dal
mattino il santuario.
Il Signore gli perdonò i suoi peccati, innalzò la sua potenza per sempre,
gli concesse un’alleanza regale e un trono di gloria in Israele.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 17)
R. Cantiamo al Signore, salvezza del suo popolo.
La via di Dio è diritta,
la parola del Signore è provata al fuoco;
egli è scudo per chi in lui si rifugia. R.
Viva il Signore e benedetta la mia rupe,
sia esaltato il Dio della mia salvezza.
Ti loderò tra i popoli, Signore,
e canterò inni di gioia al tuo nome. R.
Egli concede al suo re grandi vittorie,
si mostra fedele al suo consacrato,
a Davide e alla sua discendenza per sempre. R.

CANTO AL VANGELO (cf. Lc 8,15)
R. Alleluia, alleluia.
Beati coloro che custodiscono la parola di Dio
in cuore buono e sincero
e portano frutto con la loro perseveranza.
R. Alleluia.

VANGELO (Mc 6,14-29)
Quel Giovanni che io ho fatto decapitare è risuscitato.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, il re Erode sentì parlare di Gesù, poiché intanto il suo
nome era diventato famoso. Si diceva: “Giovanni il Battista è risuscitato
dai morti e per questo il potere dei miracoli opera in lui”. Altri invece
dicevano: “È Elia”; altri dicevano ancora: “È un profeta, come uno dei
profeti”. Ma Erode, al sentirne parlare, diceva: “Quel Giovanni che io ho
fatto decapitare è risuscitato!”.
Erode infatti aveva fatto arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione
a causa di Erodiade, moglie di suo fratello Filippo, che egli aveva
sposata. Giovanni diceva a Erode: “Non ti è lecito tenere la moglie di tuo
fratello”.
Per questo Erodiade gli portava rancore e avrebbe voluto farlo uccidere,
ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo giusto e santo, e
vigilava su di lui; e anche se nell’ascoltarlo restava molto perplesso,
tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode per il suo compleanno fece un
banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della
Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodiade, danzò e piacque a Erode
e ai commensali.
Allora il re disse alla ragazza: “Chiedimi quello che vuoi e io te lo
darò”. E le fece questo giuramento: “Qualsiasi cosa mi chiederai, te la
darò, fosse anche la metà del mio regno”. La ragazza uscì e disse alla
madre: “Che cosa devo chiedere?”. Quella rispose: “La testa di Giovanni
il Battista”. Ed entrata di corsa dal re fece la richiesta dicendo:
“Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il
Battista”. Il re ne fu rattristato; tuttavia, a motivo del giuramento e
dei commensali, non volle opporle un rifiuto.
E subito mandò una guardia con l’ordine che gli fosse portata la testa di
Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e portò la testa su un
vassoio, la diede alla ragazza e la ragazza la diede a sua madre.
I discepoli di Giovanni, saputa la cosa, vennero, ne presero il cadavere
e lo posero in un sepolcro.
Parola del Signore.

OMELIA
Ci si sente a disagio leggendo nel Vangelo questa cronaca mondana di un
banchetto e di una danza, accompagnate da un crimine eseguito a sangue
freddo “a motivo del giuramento e dei commensali”. C’è in questo passo una
fredda crudeltà che ci ripugna. Ma questo crimine rientra, secondo la
logica, nelle regole del gioco dell’ambiguità.
In effetti, l’ambiguità non può resistere, senza una reazione violenta,
all’irruzione della luce della verità nella dubbia semioscurità nella
quale si trova a suo agio.
I personaggi di questa tragedia: Erode, Erodiade e Giovanni. Da una parte
Erode, che sembra voler conciliare due cose impossibili. Ascolta con
piacere Giovanni Battista e, allo stesso tempo, vuole possedere, con un
piacere di un altro genere, Erodiade che non gli appartiene, che non è sua
moglie. La vecchia volpe crede di poter conciliare i contrari, e vi è
riuscito sino a quel giorno. Ma questo equilibrio instabile non è facile
da mantenersi. Un giorno, l’astuto Erode trova un’astuta Erodiade che non
esita a manipolare la sua stessa figlia per ristabilire l’equilibrio in
suo favore.
Dall’altra parte vi sono la rettitudine e la limpidezza di Giovanni
Battista. Egli sa cosa rischia, ma non conosce altra parola se non la
verità: “Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello”. Nessuna
ambiguità; ecco cosa è limpido.
Un vero discepolo del Cristo non può vivere nell’ambiguità.
Bisogna scegliere tra la verità e la tranquillità. Non è comodo, in un
mondo falso; scegliere la verità è andare contro-corrente. La tranquillità
dell’ambiguità è la tentazione di molti cristiani: interpretare i dogmi,
destreggiarsi con i comandamenti, abbassare le esigenze, adattare Cristo
al mondo… Un giorno ci si rende conto di non essere più cristiani ma
schiavi del mondo. Gesù ci dice: “Se rimanete fedeli alla mia parola,
sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità, e la verità vi farà
liberi (Gv 8,31-32)

PREGHIERA DELLA SERA
Sul giornale, ho potuto leggere “fatti diversi” di violenza e di odio. Del
genere banchetto di Erode, danza di Salomè, crudeltà di Erodiade, testa
di Giovanni Battista su di un vassoio. Signore, perdono per i peccati di
oggi. Ma anche grazie, Signore, per tutte le buone azioni, per tutti gli
aiuti fraterni, per tutti gli atti d’amore e di misericordia non riportati
dai giornali e dalla televisione. Tu, Signore, tu ne hai preso nota. La
tua grazia ci aiuti a riempire il mondo dei “fatti diversi” d’amore verso
di te e verso tutti coloro che soffrono.

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