Medio Oriente: l’impegno del premier

Feb 4th, 2010 | Di cc | Categoria: Politica

Dopo la visita in Israele e l’intervento alla Knesset, Silvio Berlusconi ha incontrato il presidente dell’Anp, Abu Mazen, al quale ha rappresentato la “forte, decisa volonta’” dei leader israeliani “di andare ad un accordo e iniziare presto i negoziati”. Il premier ha garantito alle parti l’aiuto dell’Italia, dicendosi “a disposizione sia personalmente, sia predisponendo luoghi dove accogliere delegazioni dei due Paesi al fine di dare un contributo in direzione di un accordo”.  Berlusconi ha sottolineato che “non ci puo’ essere pace senza benessere”. Benessere che e’ un “elemento essenziale per una pace duratura”, e quindi ha ribadito il suo impegno a realizzare quel “Piano Marshall”, concepito gia’ nel 1994, “che allora vide l’adesione entusiasta di molte aziende internazionali”. Anche oggi, ha assicurato, “questa possibilita’ esiste ed e’ concreta, ed esiste la possibilita’ che tutti gli stati siano chiamati a dare supporto all’economia della Cisgiordania”.  Ringraziando Berlusconi per il “suo interessamento perenne alla ricerca di una soluzione alla questione palestinese”, Abu Mazen ha sottolineato la “pericolosita’ del perdurare di questa situazione di stallo” nel processo di pace e, dunque, l’urgenza di arrivare ad una soluzione che contempli “la creazione di due Stati”.  “Arrivare a due Stati e’ nell’interesse della regione e del mondo, mi ha detto Berlusconi e io lo ringrazio per questo”. Il presidente dell’Anp ha quindi confermato che l’obiettivo della dirigenza palestinese e’ “uno Stato libero che viva in pace al fianco di quello israeliano”. Berlusconi ha ribadito che l’Italia comprende l’esigenza che Israele fermi la costruzione di nuovi insediamenti in Cisgiordania, “condizione necessaria per avviare i negoziati in modo proficuo”, e assicurato di averne parlato con i vertici di Israele. Interrogato sulla richiesta palestinese del riconoscimento da parte israeliana dei confini del 1967, il premier l’ha definita “un’ipotesi accettabile, ma e’ male per tutti noi”, ha avvertito, “entrare nell’ambito dei possibili accordi. Per l’esperienza che ho la cosa da farsi e’ che una persona della saggezza di Abu Mazen raggiunga un accordo che ritenga conveniente per il suo popolo, e soltanto dopo verra’ reso pubblico per essere sottoposto a referendum tra i cittadini palestinesi”.  Alla Knesset Berlusconi ha definito “giusta” la reazione da parte di Israele ai missili lanciati da Hamas dal territorio di Gaza. Interrogato su cosa pensasse delle vittime palestinesi provocate dalla reazione israeliana, il premier ha osservato che “sempre quando alla pace si sostituisce la guerra, e alla ragionevolezza la violenza, sempre li’ viene meno l’umanita’. Com’e’ giusto piangere le vittime della Shoah, e’ giusto manifestare dolore per quanto accaduto a Gaza”. Il vertice con il leader palestinese ha chiuso una tre giorni di importanti incontri in cui Silvio Berlusconi è riuscito a dare un rilevante contributo alla ripresa del processo di pace. Ma allo stesso tempo il premier avverte tutto il peso per l’impegno che si e’ preso. Sara’ per questo motivo, sara’ perche’ “mio padre mi ha insegnato a prendere sempre le cose con ironia”, in ogni caso il Cavaliere approfitta della visita alla Chiesa della Nativita’ di Betlemme per trovare un po’ di tranquillita’ e di umorismo.  Un ultimo saluto e via dalla Palestina e da Israele con un bilancio più che positivo. ”Gli incontri – ha detto Berlusconi - sono stati fruttuosi, positivi. Tutti mi hanno caricato di grandi responsabilita’. Spero di poter essere utile”. Il premier si è posto un obiettivo preciso: “Cercherò di mettere pace tra il presidente Netanhyau e Tayyip Erdogan”.

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