Questo il discorso integrale pronunciato dal Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, davanti al Parlamento israelianoSignor Presidente dello Stato di Israele,Signor Presidente della Knesset,Signor Primo Ministro,Signori deputati,Autorità e invitati, è per me un grande onore, è un grande onore per l’Italia, parlare in questa nobile assemblea che è il simbolo stesso dei valori democratici su cui si fonda il vostro Paese. Questo Parlamento rappresenta la più straordinaria vicenda del Novecento. Questo Parlamento, il vostro Parlamento, testimonia la nascita di uno Stato ebraico, libero e democratico che raccolse nel 1948 finalmente, dopo l’orrenda esperienza della Shoah, i cittadini del mondo che parlavano tutte le lingue e che accorsero da ogni angolo del mondo. Voi rappresentate ideali che sono universali, siete il più grande esempio di democrazia e di libertà nel Medio Oriente, se non l’unico esempio, un esempio che ha radici profonde nella Bibbia e nell’ideale sionista. Per noi, come hanno detto sia il Papa Giovanni Paolo II che il Rabbino Elio Toaff, il popolo ebraico è un “fratello maggiore”.Le origini della nostra amicizia, della nostra fratellanza, sono in una comunanza di civiltà e di destino, in un comune amore per la comprensione e la convivenza pacifica tra i popoli della terra. Purtroppo nel 1938, lo devo ricordare, l’Italia si macchiò dell’infamia delle leggi razziali, leggi che contraddissero secoli di civiltà cosmopolìta e di rispetto umanistico della persona e della sua dignità; ma il popolo italiano trovò la forza di riscattarsi attraverso la lotta di liberazione dal nazi-fascismo e trovò anche il coraggio di molti eroi civili, tra cui Giorgio Perlasca, che agì da Giusto tra le nazioni mettendo in salvo numerosissimi ebrei. E nel recente incontro tra il Papa Benedetto XVI e la Comunità ebraica di Roma il presidente della Comunità ha ricordato il convento di Santa Marta, a Firenze, dove le suore cattoliche accolsero e salvarono decine di ebrei dalla persecuzione nazista. Ringrazio commosso il primo ministro Benyamin Netanyahu che ha voluto qui ricordare un episodio, l’episodio di mia madre che in quel momento espresse i sentimenti di tutte le donne italiane e credo che la commozione che ha saputo comunicare a me sia una commozione che oggi in questo nostro incontro che viene ripreso in diretta dalla televisione italiana prenderà ancora tutte le donne d’Italia.Oggi, la sicurezza di Israele nei suoi confini e il suo diritto di esistere come Stato ebraico sono per noi italiani una scelta etica e un imperativo morale, un imperativo contro ogni ritorno dell’antisemitismo e del negazionismo e contro la perdita di memoria che già fu dell’Occidente. La nostra amicizia per Israele è franca, è aperta, è reciproca, non è solo vicinanza verbale, non è solo democrazia, è un moto dell’anima e viene dal cuore.I rapporti bilaterali fra di noi, fra Italia ed Israele sono eccellenti. L’incontro che qui ha ricordato il primo ministro con il nostro governo venuto qui con otto ministri è stato fruttuoso. Abbiamo firmato nove importanti accordi che aumenteranno significativamente la collaborazione fra i nostri stati e tra le nostre due economie.Su ogni questione, su ogni problema, vige la regola della sincerità e della ricerca di un accordo completo, utile e produttivo per entrambi i paesi. La nostra cooperazione è un vanto del mio governo ed è credetemi un fattore di orgoglio e soddisfazione per l’opinione pubblica italiana. In questa solenne occasione, sono fiero di ricordare, come già il primo ministro ha ricordato, che l’Italia seppe reagire con un grande “Israel Day” di solidarietà e di amore quando le bombe umane seminavano morte ad Haifa, a Tel Aviv, a Gerusalemme sui vostri autobus, nei vostri luoghi di ritrovo, nelle vostre cerimonie religiose. L’Italia si onora di molti gesti di solidarietà verso il vostro Paese, come ad esempio il rifiuto del nostro governo a partecipare alla Conferenza “Durban II” di Ginevra, che voleva sanzionare Israele con intollerabili accuse di razzismo e di violenza. Accuse che abbiamo ritenuto sin dal primo momento veramente inaccettabili. Così come il nostro voto contrario al rapporto Goldstone, che il primo ministro ha ricordato, che intendeva criminalizzare Israele per la reazione giusta ai missili di Hamas lanciati da Gaza. Noi combattiamo e combatteremo insieme a voi ogni possibile rigurgito di antisemitismo in Europa e nel mondo, e insieme a voi ci preoccupiamo di rendere inseparabili la battaglia per l’esistenza e la sicurezza dello Stato d’Israele e quella per la pace. L’estensione della democrazia in tutti i popoli della terra, nelle forme possibili e la difesa della libertà come bisogno insopprimibile di ogni uomo, sono un imperativo che ci accomuna e che deriva dalla nostra fede, dalla nostra cultura giudaico-cristiana, dalla nostra comune concezione dell’uomo e della storia. Noi siamo uniti nella difesa della democrazia libera dal fanatismo, libera dal pregiudizio, libera dalla superstizione, libera dall’uso della violenza strumentalizzando il nome di Dio. A questa battaglia ci spinge la consapevolezza che ogni uomo e ogni donna nel mondo, quale che sia il loro credo, il loro colore, la loro etnia, ambiscono alla libertà.Israele, il vostro Stato è davvero il simbolo di questa possibilità di essere liberi e di far vivere la democrazia anche al di fuori dei confini dell’Occidente, ed è proprio per questo che risulta il vostro stato una presenza intollerabile per i fanatici di tutto il mondo. Per queste ragioni i liberali di ogni parte del globo vedono nel vostro Paese il simbolo positivo, doloroso e orgoglioso di una grande storia che parla di amore, di libertà, di giustizia, di ribellione al male. E noi, noi uomini liberi e liberali di tutto il mondo, vi ringraziamo per il fatto stesso di esistere. Cari amici,dopo l’11 di settembre abbiamo compreso il carattere ultimativo e globale della sfida al nostro modo di vivere e alla nostra pratica della libertà, alla nostra pratica dell’eguaglianza tra i sessi, del diritto universale alla vita, alla libertà, alla sicurezza. Dieci anni prima era stata Tel Aviv ad essere colpita dai missili Scud di Saddam Hussein e dal 2000 è stata l’ondata terroristica della Seconda Intifada a mettere a dura prova il grande spirito di resistenza del vostro popolo.Noi italiani siamo consapevoli fin dal primo momento che la sfida del terrorismo era rivolta non soltanto contro gli Stati Uniti e contro Israele, ma contro tutti i Paesi democratici dell’Occidente e contro gli stessi Paesi arabi moderati.Da allora abbiamo fatto la nostra parte, dall’Irak all’Afganistan, dalla Bosnia al Libano, per combattere il terrorismo e favorire la pace.Con i nostri soldati e con le nostre missioni di pace, abbiamo contribuito a rendere il mondo più sicuro e più giusto, pagando un alto contributo di vite umane. Anche di fronte alle minacce contro Israele e contro la sicurezza del suo popolo, l’Italia non è stata e non è indifferente. L’efferatezza antisemita, a differenza di quanto è avvenuto alla vigilia e durante la Seconda guerra mondiale, e ringrazio il primo ministro per aver ricordato le mie parole precise a riguardo, questa efferatezza non potrà e non dovrà più nutrirsi della complice indifferenza dei governi.In una situazione che può aprirsi alla prospettiva di nuove catastrofi, l’intera comunità internazionale deve decidersi a stabilire con parole chiare, univoche e unanimi, che non è accettabile l’armamento atomico a disposizione di uno Stato i cui leaders hanno proclamato “apertamente” la volontà di distruggere Israele ed hanno negato insieme la Shoah e la legittimità dello Stato ebraico.Su questo punto non si possono ammettere cedimenti: occorre ricercare la più ampia intesa a livello internazionale per impedire e sconfiggere i disegni pericolosi del regime iraniano. E questa intesa vedrà in me un assiduo protagonista nella sua ricerca, mi impegno davanti a voi, davanti al vostro Parlamento, ad agire in questa direzione. La via da percorrere è quella del controllo multilaterale sugli sviluppi militari del programma nucleare iraniano, quella del negoziato risoluto, quella delle sanzioni efficaci: bisogna esigere garanzie ferree dal governo di Teheran, impegnando in modo determinato l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica al controllo ispettivo ed alla verifica continua dei progressi del negoziato. Certo non si deve respingere alcun segnale di buona volontà da parte iraniana, ma occorre dire apertamente che gli sforzi di dialogo non possono essere frustrati dalla logica dell’inganno o della perdita di tempo. Signor presidente, Signori deputati, autorità, cari amici, venendo alla vostra questione, alla questione medio-orientale, la nostra azione, come voi ben sapete, è stata sempre indirizzata verso la soluzione che prevede due Stati, quello ebraico di Israele e quello palestinese, che vivano in pace e in sicurezza l’uno accanto all’altro. Oggi, questa soluzione – due Stati, due popoli – appare condivisa, oltre che da voi e dalla leadership palestinese, anche dall’Unione Europea, dagli Stati Uniti e dai più importanti partner del mondo arabo e devo dare atto al Primo Ministro Netanyahu del coraggio con cui ha deciso di proseguire, spiegandone le ragioni al suo popolo, su tale strada. Sin dal 1994, come capo del Governo italiano, ebbi a proporre un “Piano Marshall” per lo sviluppo economico dei territori palestinesi: vedo, oggi, il mio Paese sempre più impegnato nell’aiuto umanitario ai palestinesi, nella cooperazione in materia sanitaria, culturale, infrastrutturale e turistica. E continuo ad essere convinto che la pace economica sia un elemento chiave per offrire speranza e futuro al popolo palestinese che ha sofferto e aspira ad una pace duratura e globale. La strategia della pace nel benessere è uno strumento prezioso per lo smantellamento delle premesse psicologiche ed ideologiche di ogni forma di violenza. Mi rendo conto delle mille difficoltà sulla strada del processo di pace che tutto il mondo auspica. Ma sono convinto che la vostra perseveranza, la perseveranza del vostro primo ministro, del vostro governo, possono vincere anche questa difficile sfida.Per quanto ci riguarda noi speriamo in una svolta che metta da parte per sempre la cultura della violenza, che induca il popolo palestinese a guardare con fiducia al suo futuro e al rapporto con lo Stato ebraico come a un’opportunità per il proprio sviluppo e non come a un impedimento da superare. Oggi pomeriggio mi rivolgerò, con un appello che viene dal cuore, al Presidente Abbas affinché torni al tavolo del negoziato e consegni alla storia un accordo per la pace e lo sviluppo economico del suo popolo, della sua terra, dando vita così a quello Stato Palestinese che la comunità internazionale attende. E mi rivolgo al caro amico Primo Ministro Netanyahu, per chiedergli di confermare, con coraggio, le sue proposte e le sue offerte per far ripartire il dialogo, tenendo conto degli auspici e degli incoraggiamenti dei paesi amici di Israele, come l’Italia, la Francia, la Germania, gli Stati Uniti e in definitiva tutti i partner europei. Noi preghiamo e pregheremo affinché questa speranza possa realizzarsi. Cari amici, vi ringrazio per la splendida accoglienza e per l’affetto che mi avete riservato. Mi avete davvero commosso. Considerateci accanto a voi per costruire e difendere i valori che ci accomunano e che fanno di Israele un avamposto della cultura europea e occidentale.Quella cultura che come ha ricordato poco fa il primo ministro, si basa sul primato della persona umana e sulla grandezza dell’uomo fatto ad immagine e somiglianza di Dio. Quella cultura e quei valori che fanno di voi, del vostro Paese una vera democrazia, una società libera e orgogliosa della sua libertà, uno Stato libero e democratico in tutto, in tutto, in tutto eguale alle democrazie europee.Questo sentimento, che avverto profondamente, mi fa dire da anni, e non da oggi, da anni, che il vostro posto, il posto di Israele deve essere tra le Nazioni dell’Europa, come membro a pieno titolo dell’Unione Europea. Questo è il mio sogno, questo è il mio augurio. Vi ringrazio ancora e di cuore per la vostra accoglienza e per la vostra amicizia. Io mi sento davvero uno di voi e mi sono sentito uno di voi dal giorno in cui ho visitato Auschwitz. Un giorno che devo dire ha cambiato profondamente la mia vita. In nome del popolo italiano auguro pace, serenità e benessere a voi e a tutto il vostro popolo. Viva Israele Viva l’ItaliaViva la pace Viva la libertà!