Italia-Israele, amicizia e intesa
Feb 2nd, 2010 | Di cc | Categoria: Esteri
Benjamin Netanyahu accoglie Berlusconi con grandi attestati di amicizia, addirittura superiori a quelli che generalmente i vertici israeliani riservano al loro alleato tradizionale numero uno, gli Stati Uniti d’America. Allo stesso modo, però, il Presidente Berlusconi è stato accolto con stima e calore in tutte le sue ultime visite e negli incontri che ha avuto con i leader arabi, sia col Presidente egiziano, Mubarak, sia con i governanti del Golfo, sia con i leader arabi di Libia, Algeria e Tunisia. È la dimostrazione non soltanto di una politica estera autorevole, capace di dialogare con Paesi e popoli tra di loro avversari, ma anche di un’autorevolezza che consegna all’Italia un ruolo nello scacchiere mediorientale e in quello mondiale. Il premier italiano si è fatto precedere in Israele da un’intervista con il quotidiano israeliano più prestigioso e più diffuso nel mondo, fra l’altro un quotidiano di orientamento “liberal” tendenzialmente non favorevole a Berlusconi, nella quale ha detto con chiarezza che da un lato bisogna fare di tutto per impedire all’Iran di dotarsi dell’arma nucleare, dall’altro che gli israeliani devono compiere gesti importanti e significativi in direzione della pace, primo fra tutti il blocco di nuovi insediamenti. Nonostante ciò, il premier Netanyahu ha salutato Berlusconi all’arrivo a Gerusalemme e in tutta la giornata di ieri con dichiarazioni di amicizia assoluta. L’amicizia e l’autorevolezza. Ecco la chiave del prestigio internazionale di Berlusconi e, tramite lui, dell’Italia. La capacità di instaurare rapporti diretti di stima e vicinanza, dall’altro l’autorevolezza che è il risultato di un’esperienza di leadership politica lunga sedici anni, e del pragmatismo ereditato dalla carriera imprenditoriale. Da un lato il saper ascoltare, dall’altro l’essere “ascoltati”. Non c’è leader della sinistra o del centro, adesso e in passato, che meglio di Berlusconi abbia saputo far valere il ruolo dell’Italia. Prendiamo l’Iran. L’Italia è stata criticata per avere mosso dei passi in direzione del dialogo con Teheran, anche se d’accordo con gli Stati Uniti, poi però è stata capace di assumere posizioni più nette di altri Paesi sulla questione nucleare. Vedi l’Europa, dove Berlusconi fa valere finalmente anche l’interesse dell’Italia come grande Paese fondatore. E vedi, a Gerusalemme, il Medio Oriente. Palestinesi e israeliani considerano Roma un crocevia della pace, perché sanno che Berlusconi è l’unico leader mondiale in grado di dialogare in piena amicizia con tutti i protagonisti. Questo è anche il commento che la diplomazia e la politica internazionale, e israeliana e araba in particolare, condividono su Berlusconi oggi. Valore aggiunto decisivo per l’Italia, che può contare sulla forte leadership del suo presidente del Consiglio per pesare nelle scelte ben oltre il peso (leggero) che ha avuto in passato.