La Parola di oggi

Feb 2nd, 2010 | Di cc | Categoria: Religione

LA PAROLA DI OGGI
3 febbraio 2010
Mercoledì
S. Biagio - IV tempo ordinario (C) - IV

PREGHIERA DEL MATTINO
Signore Gesù, tu sei nato falegname, figlio di un falegname e figlio di
Maria, abitante di Nazaret… Tu ti sei incarnato per davvero, senza
temere di “perdere il tuo tempo” nel corso di trent’anni di vita nascosta,
sconosciuto da tutti.
Non avevi dunque fretta di salvare il mondo? È questa vita nascosta,
fedele, apparentemente inutile che salva il mondo. Quando bisogna salvare,
parlare e agire, tu allora parli e agisci.
Controcorrente, se ve n’è bisogno. Signore, nel corso di questa giornata,
questa vita sia la mia vita.

PRIMA LETTURA - (2Sam 24,2.9-17)
Io ho peccato facendo il censimento del popolo: ma queste pecore che hanno
fatto?
Dal secondo libro di Samuele
In quei giorni, il re disse a Ioab e ai suoi capi dell’esercito: “Percorri
tutte le tribù d’Israele, da Dan fino a Bersabea, e fate il censimento del
popolo, perché io conosca il numero della popolazione”.
Ioab consegnò al re la cifra del censimento del popolo: c’erano in Israele
ottocentomila guerrieri che maneggiavano la spada; in Giuda
cinquecentomila.
Ma dopo che Davide ebbe fatto il censimento del popolo, provò rimorso in
cuore e disse al Signore: “Ho peccato molto per quanto ho fatto; ma ora,
Signore, perdona l’iniquità del tuo servo, poiché io ho commesso una
grande stoltezza”.
Quando Davide si fu alzato il mattino dopo, questa parola del Signore fu
rivolta al profeta Gad, il veggente di Davide: “Va’ a riferire a Davide:
Dice il Signore: Io ti propongo tre cose: scegline una e quella ti farò”.
Gad venne dunque a Davide, gli riferì questo e disse: “Vuoi tre anni di
carestia nel tuo paese o tre mesi di fuga davanti al nemico che ti insegua
oppure tre giorni di peste nel tuo paese? Ora rifletti e vedi che cosa io
debba rispondere a chi mi ha mandato”.
Davide rispose a Gad: “Sono in grande angoscia! Ebbene cadiamo nelle mani
del Signore, perché la sua misericordia è grande, ma che io non cada nelle
mani degli uomini!”.
Così il Signore mandò la peste in Israele, da quella mattina fino al tempo
fissato; da Dan a Bersabea morirono settantamila persone del popolo. E
quando l’angelo ebbe stesa la mano su Gerusalemme per distruggerla, il
Signore si pentì di quel male e disse all’angelo che distruggeva il
popolo: “Basta; ritira ora la mano!”.
L’angelo del Signore si trovava presso l’aia di Arauna il Gebuseo. Davide,
vedendo l’angelo che colpiva il popolo, disse al Signore: “Io ho peccato;
io ho agito da iniquo; ma queste pecore che hanno fatto? La tua mano venga
contro di me e contro la casa di mio padre!”.
Parola di Dio.

SALMO RESPONSORIALE (Dal Salmo 31)
R. Perdona, Signore, il mio peccato.
Beato l’uomo a cui è rimessa la colpa,
e perdonato il peccato.
Beato l’uomo a cui Dio non imputa alcun male
e nel cui spirito non è inganno. R.
Ti ho manifestato il mio peccato,
non ho tenuto nascosto il mio errore.
Ho detto: “Confesserò al Signore le mie colpe”
e tu hai rimesso la malizia del mio peccato. R.
Per questo ti prega ogni fedele nel tempo dell’angoscia.
Quando irromperanno grandi acque
non lo potranno raggiungere. R.
Tu sei il mio rifugio, mi preservi dal pericolo,
mi circondi di esultanza per la salvezza. R.

CANTO AL VANGELO (Mt 11,25)
R. Alleluia, alleluia.
Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra,
perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti
e le hai rivelate ai piccoli.
R. Alleluia.

VANGELO (Mc 6,1-6)
Un profeta non è disprezzato che nella sua patria.
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono.
Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga. E molti
ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: “Donde gli vengono queste
cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi
compiuti dalle sue mani? Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria,
il fratello di Giacomo, di Joses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle
non stanno qui da noi?”. E si scandalizzavano di lui.
Ma Gesù disse loro: “Un profeta non è disprezzato che nella sua patria,
tra i suoi parenti e in casa sua”. E non vi poté operare nessun prodigio,
ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì. E si meravigliava
della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi, insegnando.
Parola del Signore.

OMELIA
È con gioia che Gesù è ritornato a casa sua, nel suo villaggio. In quella
sinagoga dove ha così spesso ascoltato commentare le Scritture, egli, a
sua volta, le spiega. Lo fa con semplicità e profondità, con “autorità”.
Ma coloro che lo ascoltano sono sbalorditi. Non capiscono come il bambino,
il giovane uomo, l’operaio che hanno conosciuto durante gli anni della
vita comune, possa essere un profeta. È uno di loro, dunque non è
possibile.
Gesù “si stupisce” della loro mancanza di fede e non può compiere
miracoli.
Vi è nell’essere umano, colpito dal peccato, una strana cecità e, nello
stesso tempo, una forte tendenza alla gelosia, spesso camuffata in zelo
per la giustizia e in ricerca dell’uguaglianza.
Noi accettiamo la diversità con difficoltà. Il diverso, soprattutto se ci
è vicino, ci fa paura. Quando è lontano, viene accettato. Colui che ci
assomiglia ed è nostro vicino non può essere migliore di noi.
La nostra epoca vive di astrazioni e di dichiarazioni formali che
tranquillizzano la coscienza: i diritti dell’uomo, l’uguaglianza per
tutti, la giustizia per gli oppressi, la negazione solenne di ogni
razzismo… Perché, allora, le esplosioni di razzismo, di odio, di
violenza, che scaturiscono dove e quando meno ci si aspetterebbe? Perché
vi è in ogni cuore un razzista potenziale. Le belle dichiarazioni che
escono dalle nostre labbra, che traducono le nostre convinzioni
intellettuali nascondono sempre qualche eccezione concreta nel nostro
cuore. Amiamo tutti, certamente; rispettiamo tutti, certamente… tranne
due, tre o quattro eccezioni molto vicine a noi che non “meritano” la
nostra simpatia. Queste eccezioni sono la bomba a scoppio ritardato che
rischia un giorno di far saltare le nostre convinzioni così mobili.
Ecco perché il Signore non ha mai detto: “Amate tutti”. Egli ha detto:
“Ama il tuo prossimo”. Cioè il tuo vicino, chi è di fianco a te, chi
incroci per la strada, chi incontri in metropolitana… Colui che ti
sembra diverso, colui che non pensa come te, colui che ti dà fastidio…
Riconosciamo umilmente che il nostro cuore ha tendenza a fare delle
discriminazioni, e lottiamo contro l’apartheid che lo tenta. Quando noi
amiamo uno dopo l’altro, uno a uno, coloro che ci sono vicini, il nostro
cuore si dilata e prende a poco a poco le dimensioni del mondo.

PREGHIERA DELLA SERA
“E si meravigliava della loro incredulità”. Anch’io mi stupisco spesso
della mancanza di fede di tanti miei contemporanei. Non vedono forse il
sole spuntare ogni giorno all’orizzonte, fedele all’appuntamento
quotidiano? E la natura continuare tranquillamente il suo lavoro: le
piante, gli alberi, i fiori, il grano… il bambino che cresce
pazientemente nel grembo della madre? È vero, Signore, che tutto ciò nelle
grandi città sembra terribilmente lontano. Anche in me la fede sembra ogni
tanto assopirsi. E i motori, le macchine, gli aerei, i monumenti… non
parlano forse di un’intelligenza che è un tuo dono? Apri i nostri occhi,
Signore.
Donaci un senso di ammirazione che possa risvegliare la nostra fede.
Allora compirà delle meraviglie tra di noi.

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