Pd: Condannato al fallimento politico

Gen 28th, 2010 | Di cc | Categoria: Nazionale, Politica

Bandiera bianca. Resa senza condizioni. Dopo il disastro pugliese, il Segretario del Partito democratico, Pierluigi Bersani, considerato che il suo sponsor Massimo D’Alema si è involato alla presidenza del Copasir, dopo averlo costretto a sacrificare Boccia contro Vendola, ha deciso di ripristinare il patto di ferro con Di Pietro, il vero vincitore di queste primarie in terra di Puglia.A questo punto c’è da chiedersi che cosa ci sia di nuovo rispetto al segretario Veltroni, che con l’Idv fece un patto elettorale, finiti come si sa nell’aprile 2008; e che cosa ci sia di nuovo rispetto al segretario Franceschini, che aveva fatto proprio l’antiberlusconismo dell’Idv.Bersani aveva tentato di allargare l’alleanza all’Udc, ma dopo la vittoria di Vendola ripiega su Di Pietro con cui ha già concluso accordi relativi a 11 regioni su 13 e con il quale prospetta un’alleanza destinata a proseguire nel tempo. Ma con un obiettivo nuovo (?!). Questo: dar vita a una “alleanza larga di progresso, competitiva con il centrodestra” su cui “costruire una alternativa alle destre”. Il grande annuncio è stato dato congiuntamente, in una conferenza stampa, dai due protagonisti: Bersani e Di Pietro.Il leader dell’Idv ha chiosato: “Idv e Pd ritengono necessario impostare un lavoro sul programma e sulla coalizione, che sia aperto a tutte quelle forze che vogliono mettersi insieme attorno a un programma e alla credibilità di fronte ai cittadini”. E poi: “Idv e Pd si rendono conto che non si può lasciare governare il Paese a una parte che toglie agli onesti e dà ai disonesti, che illude le persone lanciando ogni giorno una palla a perdere per far dimenticare la palla lanciata il giorno prima, che criminalizza le istituzioni”.

Questo allargamento non può che avvenire verso sinistra e verso i radicali. Non è un mistero che la rinnovata alleanza sia già pronta a rivendicare una eventuale vittoria di Vendola e soprattutto una eventuale vittoria di Emma Bonino nel Lazio. Con la conseguenza che Bersani guiderebbe un carrozzone trainato da due cavalli: Di Pietro e Bonino. Due cavalli che sceglierebbero la strada da percorrere seguendo due precise indicazioni: antierlusconismo e laicimo. Va da sé che il ripiegamento di Bersani sul fortino dipietrista rischia di chiudere in anticipo il discorso sulle riforme. Perché la grande speranza della “alleanza larga di progresso” è arrivare alle prossime elezioni politiche con un solo argomento forte: il centrodestra non ha fatto le riforme promesse. E, all’epoca, con Napolitano verso la fine del mandato, nessuno ricorderà le sue sollecitazioni a fare le riforme sulla base di larghe intese.

]*il mattinale

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