Formazione obbligatoria extra orario lavorativo: il Tribunale di Napoli sentenzia il diritto alla retribuzione
Mar 19th, 2025 | Di cciotola | Categoria: Cronaca di Napoli
Napoli. Diritti dei lavoratori: una recente sentenza del Tribunale di Napoli ha posto un punto fermo su una vicenda fondamentale che ne disciplina la tutela specifica.
I giudici, accogliendo le motivazioni presentate dall’avv. Giovanni della Corte in difesa dei diritti del suo assistito, hanno infatti stabilito che le ore di formazione obbligatoria imposte dal datore di lavoro vanno a prescindere retribuite, pure se vengono svolte fuori dell’orario lavorativo. “La decisione del Tribunale di Napoli assume particolare rilievo perché evidenzia l’ampliamento del concetto di retribuzione, secondo i parametri europei, così come già è avvenuto nel caso delle ferie, garantendo l’uniformità salariale fuori dell’orario di lavoro - ha evidenziato l’avv. Giovanni Della Corte - e lo scopo è una retribuzione che risponda a criteri non discriminatori, oggettivi e neutri sotto tutti i profili lavorativi, cosi da includere nel compenso erogato le competenze, l’impegno, le responsabilità e le condizioni di lavoro di ogni prestatore, eliminando gli ostacoli che si frappongono alla piena realizzazione dell’individuo come lavoratore e come persona”.
Dalla sentenza che va ampiamente divulgata per la sua valenza, scaturisce un’attenta riflessione: essa rappresenta infatti una vittoria di grande rilevanza per i diritti dei lavoratori, conforme alla normativa europea, in quanto emerge un preciso indirizzo giurisprudenziale mirato a garantire la giusta retribuzione, inclusa quella riguardante il tempo impiegato nella obbligatoria formazione professionale. Non solo: si evidenzia una maggiore equità nella gestione della obbligatoria formazione professionale e complessivamente dell’orario di lavoro, nel quale questa rientra ufficialmente. Ciò che è stato stabilito dal Tribunale di Napoli, inoltre, rafforza parimenti il principio secondo il quale il tempo impiegato per adempiere a obblighi formativi imposti dal datore di lavoro, deve essere comunque riconosciuto e retribuito. In pratica, si afferma con estrema chiarezza, una visione più equa delle dinamiche lavorative, decisamente attuale.
Ne consegue un necessario quanto urgente aggiornamento della contrattazione collettiva, che va adeguata ai principi della normativa comunitaria.
La vicenda in questione, in particolare ha coinvolto F.B., sindacalista della Failms e dipendente dell’Abc Napoli - appunto assistito dall’avvocato Giovanni Della Corte - che era stato obbligato a frequentare corsi di formazione, alcuni dei quali si tenevano fuori dell’orario di lavoro ordinario, senza peraltro percepire la relativa retribuzione, che è invece dovuta, così come è stato dimostrato dalla citata sentenza. Nonostante l’art. 20 del CCNL Acqua e Gas prevedesse espressamente tale possibilità, l’avv. Della Corte, in sostegno del suo cliente ricorrente, ha contestato con pieno successo la mancata retribuzione, e ha chiesto la disapplicazione del CCNL giacché reputato in evidente e innegabile contrasto con la normativa europea. Specificamente ha menzionato l’art. 2 della Direttiva 2003/88/CE, che, riferendosi all’orario di lavoro, lo cita espressamente come “qualsiasi periodo in cui il lavoratore sia al lavoro, a disposizione del datore di lavoro e nell’esercizio della sua attività o delle sue funzioni”.
Va precisato che la norma europea distingue con chiarezza tra orario di lavoro da un lato, e periodo di riposo dall’altro, ed esclude altrettanto chiaramente che il tempo di formazione possa essere considerato riposo e, conseguentemente, nega la possibilità di non provvedere a erogare per esso la regolare retribuzione.
L’importsnte pronunciamento del Tribunale di Napoli va ad inserirsi in un crescente orientamento giurisprudenziale, attuale e di ampia tendenza, mirato a garantire il diritto alla giusta retribuzione, pure per il tempo dedicato alla formazione professionale obbligatoria, a tutti i lavoratori. Rappresenta un’importante vittoria per i diritti dei lavoratori; rafforza il principio per il quale il tempo investito dal lavoratore per adempiere a obblighi formativi che sono imposti dal datore di lavoro, va riconosciuto e deve essere retribuito, coerentemente con la normativa europea e con una visione sostanzialmente più equa delle dinamiche inerenti il lavoro.
La suddetta sentenza innesca altresì un fecondo dibattito di grande attualità sull’urgenza oltre che sulla necessità di aggiornare la contrattazione collettiva, in linea con i principi della normativa comunitaria ai quali si deve adeguare, orientata ad una maggiore equità nella gestione dell’orario di lavoro e della formazione professionale.
Armando Giuseppe Mandile